Tra le decine, centinaia di ammalati su una barella che aspettano nei corridoi dei nostri ospedali di essere curati, si staglia questa storia che i media nazionali hanno opportunatamente provveduto ad oscurare (o a narrare in maniera distorta).
Dopo appena tre settimane dal ferimento a colpi di pistola, Bobb Alagiee sarà dimesso dal Cardarelli. Secondo i medici "è tutto ok" nonostante il proiettile sia rimasto conficcato in una vertebra all'altezza del collo. Al momento non c'è certezza che possa essere inserito in qualche centro che possa seguirlo nella riabilitazione e in tutte le difficoltà sanitarie che inevitabilmente si troverà ad affrontare.
Inutile dire che a questo fatto avrebbero dovuto seguire interventi
istituzionali e prese di distanza pubbliche da chi ha commesso il
tentato omicidio. E invece ecco calato il solito silenzio generale
(partiti e movimenti compresi), eccetto quei comitati antirazzisti che
seguono le vicende della malaccoglienza da diversi anni. Anzi, è partito
il solito meccanismo di colpevolizzazione della vittima, stavolta ancor
più becero visto che il soggetto è "immigrato" e "di pelle oscura".
Sulla ricostruzione della vicenda non mi sbilancio perché quello è compito della magistratura. Ma davanti a tutto questo, per quello che possiamo concretamente fare per lui, mi viene solo una cosa da dire.
Onore a Bobb che ha avuto il coraggio di ribellarsi anche davanti a chi vigliaccamente impugnava una pistola.
Sulla ricostruzione della vicenda non mi sbilancio perché quello è compito della magistratura. Ma davanti a tutto questo, per quello che possiamo concretamente fare per lui, mi viene solo una cosa da dire.
Onore a Bobb che ha avuto il coraggio di ribellarsi anche davanti a chi vigliaccamente impugnava una pistola.