"Il solo atteggiamento responsabile è quello di vietarsi l'abuso ideologico della propria esistenza, e - per il resto - condursi, nella vita privata, con la modestia e la mancanza di pretese a cui ci obbliga, da tempo, non più la buona educazione, ma la vergogna di possedere ancora, nell'inferno, l'aria per respirare." (Theodor W. Adorno, Minima Moralia)
mercoledì 21 marzo 2018
A chi chiederemo giustizia?
A chi chiederemo giustizia?
Per le piccole e grandi ingiustizie della vita di tutti i giorni. Per quei 400 euro di reddito di inclusione che se arrivano è un miracolo, per l'operaio che giunge alle soglie dei 60 anni senza tutele e senza pensione, per i genitori che piangono i propri figli sbandati, persi, vittime e/o carnefici, per chi disperato approda ai lidi di un mondo in declino.
Forse la chiederemo alle forze dell'ordine, i cui vertici sono le menti e gli esecutori delle torture al G8 di Genova.
O forse la chiederemo alla magistratura, i cui vertici condannano le parole di un pm che si è limitato a dire la verità.
Forse la chiederemo ai nuovi uomini politici che già odorano di vecchio. All'imprenditore che straparla di palloncini e democrazie sul web(be), al polentone che aizza la folla contro i negri col Vangelo in mano, a chi si affretta a cercare l'accordo coi nemici giurati di ieri, al vegliardo che governava col manganello nella destra e col rosario macchiato dalla punciuta nella sinistra.
E in ultimo forse la chiederemo a Dio. Ancora una volta cercheremo nel Creatore di tutti i tempi e tutto l'universo la giusta ricompensa per una vita di stenti... quando non saremo più.
E soprattutto di chi sono le responsabilità?
Sono le nostre? Noi poveri ingenui, immaturi, emotivi, irascibili. O sono le loro, cinici, calcolatori, voltagabbana, egoisti.
Dov'è quel proletariato pronto a vendicare secoli di schiavitù? Accetterà ancora una volta di farsi traghettare placido verso le sponde di un nuovo mondo già costruito e pronto per noi?
Dinanzi ai vecchi e nuovi traghettatori carichi di promesse, bisognerebbe avere la forza di tapparsi le orecchie per una volta.
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