venerdì 31 agosto 2018

Mani su Bagnoli - L'incontro col ministro


In queste ore circola su alcuni quotidiani locali il nome dell'imprenditore Francesco Floro Flores come nuovo commissario alla bonifica di Bagnoli. In attesa di smentite o conferme, ritengo utile pubblicare l'incontro avvenuto a Roma tra il ministro del Sud Barbara Lezzi e alcuni rappresentanti dei comitati territoriali.


Il 31 luglio scorso i comitati di Bagnoli hanno incontrato il ministro Barbara Lezzi presso una delle sedi distaccate della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Un incontro a cui sono riuscito a prender parte. Gli addetti ci hanno accolto con cordialità per poi accompagnarci nel dipartimento dove il ministro ci aspettava insieme ai suoi collaboratori.

Arrivo leggermente in ritardo rispetto agli altri.
Al mio ingresso noto la sobrietà della stanza; il tavolo ovale è un po' traballante, e vengo colpito dalla grandezza dei quadri ad olio che ci accolgono. Su uno di essi noto distrattamente un'iscrizione dedicata a Sant'Ignazio di Loyola. 

L'incontro è già iniziato e i partecipanti stanno relazionando al ministro le tematiche più scottanti: bonifiche, pianificazione urbanistica, controllo popolare degli appalti, contrarietà al porto turistico e ad una Nisida preda dei grandi alberghi. E' Eduardo Sorge a snocciolare dati e cifre sui trent'anni dello stop di Bagnoli. 

GLI STRUMENTI FINANZIARI Il passaggio sui cd. Bagnoli bonds - ossia gli strumenti finanziari che nei fatti consentirebbero ai creditori della ex Bagnolifutura SpA, dichiarata fallita dal tribunale, di poter subentrare nella proprietà dei suoli bonificati così come previsto dall'art. 33 dello Sblocca Italia - attira l'attenzione del ministro. I creditori rispondono infatti al nome di Fintecna, Cementir, banche, quindi si tratta perlopiù dei soggetti responsabili dell'inquinamento e che dovrebbero procedere al pagamento dei costi della bonifica sulla base del principio "chi inquina paga". Il rischio è che questi strumenti finanziari si trasformino in un grimaldello per entrare nel futuro affare della riqualificazione. Il ministro prende nota e ripromette di affrontare la questione quanto prima.

IL PRARU - 
Il programma di riqualificazione ambientale e rigenerazione urbanistica viene rivendicato come conquista da parte dell'amministrazione comunale, così come sottolineato dal presidente della X Municipalità Diego Civitillo. Unico problema (si fa per dire): quel progetto contiene la concessione di ampie porzioni di suoli ai costruttori per le residenze nella Zona Rossa per i Campi Flegrei, e non apporta alcuna pianificazione per salvaguardare la sicurezza degli abitanti, ad esempio le famose vie di fuga in caso di turbolenze sismiche e vulcaniche. I movimenti e il presidente della X Municipalità lo evidenziano, ricordando inoltre al ministro come i quartieri circostanti l'ex area Italsider siano stati completamente tagliati fuori da qualunque ipotesi di riqualificazione. Forse questo programma non è proprio una conquista, ma vabbè: il ministro prende nota anche stavolta e ci conferma che la scelta urbanistica può cambiare, aprendo alla possibilità di poter ridiscutere la fase di rigenerazione urbana del PRARU. 


COMMISSARIAMENTO -
  I movimenti pongono la domanda al ministro sulla posizione del Governo rispetto all'organismo voluto da Renzi nella scorsa legislatura e presieduto fino a pochi giorni fa da Salvatore Nastasi. La Lezzi risponde di essere contraria per principio a qualunque tipo di commissariamento, ma per il caso specifico ritiene che assegnare in questo momento tutto agli organi ordinari (quindi al Comune di Napoli in primis) vorrebbe dire perdere tempo per l'avvio delle bonifiche. Apprezzo la sincerità del ministro, tuttavia a mio giudizio tale compito dovrebbe essere limitato alle sole bonifiche, e non anche a tutta la fase successiva di rigenerazione urbana. Ma come dire: o ti mangi questa minestra o ti butti dalla finestra. Contraddizione momentaneamente sopita che in futuro riemergerà col nome del nuovo commissario.



MOVIDA SELVAGGIA -  Si chiede un intervento del ministro sulle concessioni date ai locali notturni che negli ultimi anni sono spuntati come funghi sulla costa bagnolese, spesso in spazi angusti e su suoli inquinati. Ricordiamo al ministro il recente sequestro del club Partenopeo, intestato a persone ritenute contigue al clan camorristico dei Contini, dove dalle intercettazioni emergeva che il giro d'affari si attestasse su cifre da capogiro.

BORGO DI COROGLIO -  Il ministro si riserva di parlarne direttamente con i residenti al prossimo incontro con la cittadinanza. Al momento il PRARU prevede l'esproprio delle proprietà al fine di riqualificarlo, fermo restando la possibilità per i residenti di esercitare un diritto di opzione tra il rientro negli appartamenti o l'acquisto del possesso di nuove case realizzate in compensazione. 

FINANZIAMENTI -  La nota cruciale sono ancora una volta i fondi. Per Bagnoli sono stati gettati ben 600 milioni di euro senza nessun risultato tangibile per la cittadinanza. Il ministro conta di poter recuperare una prima "tranche" di denaro dalla legge di bilancio prevista per l'autunno con cui finanziare le operazioni iniziali di bonifica, e ciò vorrà dire contrattare col ministro dell'economia Giovanni Tria. Più facile a dirsi che a farsi, ma qualcosina dovrà pur muoversi: in fondo mancano appena due anni per le elezioni regionali.


Ci congediamo col ministro dopo un paio d'ore con la promessa di un'assemblea di confronto tra cittadinanza e Governo per metà ottobre a Bagnoli .


CONSIDERAZIONI PERSONALI -  L'assegnazione della cabina di regia al ministro Lezzi era un passaggio abbastanza scontato. L'impressione è che Barbara Lezzi miri a recuperare il consenso perduto coi movimenti sociali meridionali, soprattutto quelli che contestano la costruzione del gasdotto Tap in Puglia, e forse si è resa conto di essere stata usata dai vertici "forti" del Governo come parafulmine della rabbia popolare salentina per il voltafaccia del premier Conte. Bisogna anche ricordare che quello della Lezzi è pur sempre un ministro senza portafoglio, quindi privo di autonomia finanziaria, e i soldi dovranno essere concessi dal ministro Tria. Quindi l'interlocuzione che i movimenti hanno avviato si svolge con una componente debole del Governo (ed anzi proprio la più debole come sembrerebbe dal valzer in atto sulla nomina del nuovo commissario), posta nel bel mezzo degli interessi politici ed economici di coloro che vogliono dividersi la torta Bagnoli, tra cui il sindaco
Il sottosegretario Pina Castiello
Luigi de Magistris e il presidente della Camera Roberto Fico (col placet di Luigi Di Maio ben lieto di passare la patata bollente a quest'ultimo).

Perché (e questo va ai miei ex compagni di partito) hai voglia a gridare "honestà honestà" se sei alleato con persone che osannavano gli "innominabili" Cosentino e Cesaro, e mi riferisco al sottosegretario al Sud Pina Castiello della Lega, che ieri sul Mattino si è precipitata a piazzare la propria bandierina su Bagnoli (anzi su Nisida). Il nome del nuovo commissario dovrà necessariamente accontentare tutti gli interessati alla spartizione del territorio.

Ma di questo parlerò più approfonditamente nel prossimo articolo.