martedì 11 dicembre 2018

Mani su Bagnoli - Il Silenzio e i Giochi Politici


Bagnoli non pervenuta. A leggere la manovra di bilancio e i relativi emendamenti presentati alla Camera dei Deputati, nessuno stanziamento è stato effettuato in favore della bonifica dell'ex area industriale di Napoli Ovest. Il ministro al sud Barbara Lezzi aveva parlato di 150 milioni di euro necessari ogni anno per mandare avanti le opere di riqualificazione del S.I.N. (Sito d'Interesse Nazionale), il sindaco Luigi de Magistris si era detto fiducioso che questi soldi sarebbero stati allocati entro quest'anno. Ed invece Bagnoli è ripiombata in quel silenzio che dalla famigerata dismissione sembra aver avvolto queste lande sventurate.

LE GARE BLOCCATE

Dinanzi all'ennesimo stop, gli unici fondi rimasti per la bonifica sono i circa 70 milioni di euro nelle casse di Invitalia, soldi necessari per avviare almeno le opere propedeutiche ai lavori veri e propri. Ma anche su questo fronte si assiste ad una paralisi: delle tre gare bandite nel 2018, soltanto una procede. Le altre due risultano tuttora ferme.

La prima ha un importo a base d'asta pari a 2,2 milioni di euro e concerne la "messa in sicurezza di emergenza dei cumuli in area ex Morgan all’interno delle aree ex Ilva e ex Italsider". Si tratta di aree in cui sono stati accumulate diverse quantità di rifiuti derivanti dalle precedenti opere di risanamento e mai smaltite, e alcuni di questi cumuli sono classificati come rifiuto pericoloso contenente amianto. 

I cumuli da smaltire tra il capannone Morgan e l'acciaieria

Nel corso della fase istruttoria Invitalia ha disposto la sospensione della gara "in via cautelativa e temporanea" per fornire i chiarimenti necessari ai quesiti che le imprese interessate avevano posto. A seguito di un'ulteriore proroga, la sospensione dovrebbe cessare il 16 dicembre prossimo e riprendere l'iter per l'aggiudicazione.

Per quanto riguarda
la seconda gara, bandita agli inizi di quest'anno per la "progettazione definitiva, esecutiva, direzione lavori e coordinamento della sicurezza in fase esecutiva degli interventi di bonifica e risanamento ambientale delle aree ex ILVA e ex ITALSIDER, della colmata a mare e degli arenili «nord» e «sud», ricadenti nel sito di rilevante interesse nazionale di Bagnoli - Coroglio", il Tar Campania con sentenza n. 6689 del 19 novembre scorso ne ha disposto di fatto l'annullamento, sulla scorta di irregolarità delle coperture assicurative presentate dall'aggiudicatario RTI Golder Associates srl. Il ricorso era stato presentato dalla Acquatecno srl, società esclusa nel corso della gara.

IL QUADRO POLITICO

Alla secolare lentezza delle
Francesco Floro Flores
procedure burocratiche si somma la variabile politica, nel quale Bagnoli è a suo malgrado divenuta pedina di un gioco più grande. Ma in che modo? Anzitutto attraverso una logica dello "spoils system" che non riguarda soltanto gli uomini, ma anche la forma degli apparati: rimasto intatto l'art. 33 del decreto "Sblocca Italia" che istituiva il commissariato di governo alla bonifica, il nome di Sandro Nastasi, legato al PD, è stato sostituito con quello di Francesco Floro Flores, imprenditore vicino al M5S e al sindaco de Magistris, nominato tra l'altro da questo governo consigliere di Cassa depositi e prestiti (Cdp). Un nome al quale è affidato il compito di intrattenere i rapporti col mondo affaristico interessato a fare di Bagnoli un polo dei divertimenti e del turismo, e proprio il ruolo in Cassa depositi e prestiti conferisce a lui e ai suoi padrini politici un potere enorme in tal senso: nelle intenzioni dell'esecutivo guidato da Giuseppe Conte, Cdp dovrebbe infatti diventare una sorta di banca d'investimento pubblica per le imprese, grazie ai 200 miliardi di euro del nostro risparmio postale. Parallelamente Invitalia - creatura concepita dalla nomenklatura del Partito Democratico - dovrà essere progressivamente svuotata, e alcune delle sue funzioni principali trasferite proprio alla CdP (nel decreto "Semplificazioni" è previsto lo spostamento dei fondi destinati al "venture capital" da Invitalia alla Cassa depositi e previsti). A corollario di questo disegno si registra l'attivismo del ministro Barbara Lezzi, a cui è affidato l'ingrato compito di blandire i comitati attraverso gli incontri sul territorio e le pre-cabine di regia dalla valenza decisionale pari a zero (la prossima è programmata per l'8 gennaio 2019 al ministero).


Definite linee, uomini e strategie, la questione Bagnoli viene così temporaneamente accantonata in vista delle prossime tornate elettorali (europee 2019, regionali 2020, comunali 2021). La strategia dei partiti - mai come oggi impersonificati dai loro leader - persegue la parcellizzazione della città in feudi da conquistare quartiere per quartiere. Non è un caso se sabato scorso il presidente della Camera Roberto Fico e il sindaco Luigi de Magistris si accompagnavano insieme nei meandri del rione Sanità addobbato a festa per la notte bianca, mentre il vicepremier Luigi Di Maio si concedeva una passeggiata nella poco distante San Gregorio Armeno per ritirare la statuina del presepe che lo rappresenta. Un modo forse per comunicare ai commercianti e ai piccoli imprenditori che le istituzioni nazionali sono vicine, ma anche per piazzare la propria bandierina, così come già fatto nelle settimane scorse dal ministro Matteo Salvini in tour nel difficile quartiere Vasto (dove operano comitati di residenti vicini alle posizioni della Lega) e dal governatore Vincenzo De Luca che si prodiga nelle luminarie natalizie e negli attacchi a spada tratta contro il governo.
Presidio del comitato Bagnoli Libera (foto di Anteprima24.it)

LE CONCLUSIONI

A questo punto l'ultima (flebile) speranza per Bagnoli risiede nel passaggio al Senato della legge di bilancio, dove sono annunciati ulteriori emendamenti. Ma anche laddove l'improba impresa di stanziare dei fondi aggiuntivi per le bonifiche possa comunque avvenire all'interno dei paletti all'aumento della spesa pubblica imposti dalla Commissione europea, si tratterebbe di un emendamento-mancia da poche decine di milioni di euro. 

Per questo ci auguriamo che, al di là della martellante propaganda sul web e per le strade, la classe politica riesca a trovare cinque minuti per attuare in concreto i buoni propositi sull'ambiente tanto sbandierati. Bagnoli sarebbe un buon punto di partenza, giochi politici permettendo.