venerdì 1 febbraio 2019

Mani su Bagnoli - Il Piano


Bagnoli è certamente una questione "complessa". Almeno su questo si può essere d'accordo con l'assessore all'urbanistica Carmine Piscopo, che il 28 gennaio scorso lo ha più volte ribadito durante la sua relazione sul piano di rigenerazione urbana - il cd. PRARU - svoltasi nella seduta congiunta delle commissioni politiche urbane e ambiente. Insieme a Piscopo erano presenti l'assessore all'ambiente Raffaele Del Giudice, il commissario Francesco Floro Flores, il presidente della X Municipalità Diego Civitillo e l'ing. Claudio Collinvitti di Invitalia, la società incaricata dell'attuazione del piano.

Il quadro che ne esce sembra piuttosto diverso da quello delineato negli ultimi mesi dal ministro Barbara Lezzi. In sintesi i punti principali.

TRA PARTECIPAZIONE E COMMISSARIAMENTO - "Rivendichiamo di aver ottenuto un percorso di partecipazione ed elaborazione condivisa del piano per Bagnoli nonostante il commissariamento" esordisce Eleonora De Majo (Dema), presidente della commissione politiche urbane. "Il PRARU recepisce infatti le istanze del territorio, e questo è un importantissimo risultato". Sulla stessa linea d'onda il presidente Civitillo: "Come municipalità cerchiamo di favorire questa partecipazione, abbiamo convocato noi l'assemblea pubblica col ministro Lezzi, e noi abbiamo chiesto che si facesse la pre-cabina di regia insieme ai comitati cittadini". Critico invece il consigliere M5S Matteo Brambilla: "Noi come gruppo consiliare ci opponiamo da sempre al commissariamento, sebbene ciò sia stato proprio una volontà del governo Conte, di cui il M5S è socio di maggioranza. Il commissario deve occuparsi solo della bonifica, mentre la pianificazione sarebbe compito del Consiglio comunale".

LA BONIFICA - Sia il Comune che il Governo attendono il rilascio della VAS (Valutazione Ambientale Strategica) sul PRARU per poter pubblicare le analisi di rischio sui suoli. "Questione di giorni" affermano gli assessori. E da quel momento in poi potranno partire le gare internazionali per avviare le opere di bonifica a mare e a terra, i cui costi sono stati stimati da Invitalia in 388 milioni di euro. "Ma speriamo di poter risparmiare ulteriormente attraverso tecniche speciali di bonifica, come ad esempio la fitodepurazione" è stato l'auspicio dell'ing. Collinvitti. Fitodepurazione sulla quale le istituzioni hanno avviato un progetto sperimentale "per evitare l'aggressione chimica dei suoli (il cd. soil-washing)" - prosegue Del Giudice - "noi stiamo portando avanti un piano di bonifica integrata, che prevede non solo il recupero dei suoli, ma anche l'ammodernamento dei vecchi collettori fognari e la riprogettazione della barriera idraulica, attualmente composta da 31 pozzetti. La barriera impedisce il deflusso delle acque inquinate a mare, anche se le rigorose analisi da noi fatte mostrano risultati incoraggianti. Il nostro obiettivo è quello di riutilizzare queste acque in un'ottica di economia circolare ambientale". Così come l'amianto: "Abbiamo rimosso 5 sacchi di amianto ammalorato, in tutto erano 90 sacchi che siamo riusciti a smaltire". Un'ulteriore bonifica dell'area ex Eternit era prevista per fine 2018, ma un ricorso ha bloccato la gara, rimandando tutto al mese di marzo.

LA COLMATA - Ma è sulla rimozione della colmata che si accende lo scontro tra i consiglieri comunali e Invitalia. "La colmata verrà integralmente rimossa e riutilizzata all'interno del parco urbano mediante una serie di avallamenti e collinette per mettere sullo stesso piano la fascia costiera e la depressione centrale del parco. Le caratterizzazioni da noi fatte dimostrano che l'80% è formato da inerti e solo il 20% da sostanze inquinanti, per cui sarà sufficiente procedere al lavaggio della stessa prima del ricollocamento". Alle  parole dell'ing. Collinvitti si accende lo stupore tra i consiglieri presenti, convinti che il Comune avrebbe stipulato un accordo di programma per trasferire altrove i residui della colmata. "Noi non ci fidiamo, anche per le bonifiche finite sotto inchiesta della magistratura erano state fatte le caratterizzazioni, chi ci assicura che stavolta sia diverso?" tuona David Lebro (la Città). "Questo è un vero e proprio scoop, e mi dispiace venire a sapere che i cittadini non siano stati coinvolti in questa decisione" si rammarica la presidente De Majo. "Nessuno scoop" ribatte Invitalia "la previsione di riutilizzo della colmata in loco è riportato nero su bianco a pag. 139 del PRARU approvato nel 2017 anche dal Comune di Napoli". Eppure nessuno sembrava esserne a conoscenza. 

I SUOLI E I SEQUESTRI - L'80% dei suoli sarà destinato a parco urbano, mentre per i restanti si procederà ad istituire delle attrezzature collettive, delle attività attrattive di vario genere, istituti di ricerca e residenze, per le quali l'assessore Piscopo assicura che saranno ridotte rispetto al piano originario. Città della Scienza e l'ex Circolo Ilva verranno ricostruiti all'interno del parco. L'ostacolo a queste operazioni è rappresentanto, secondo il Comune e il commissario, dal sequestro giudiziario del 60% dei suoli per i quali bisognerà di volta in volta avanzare una richiesta di dissequestro al tribunale. "Sul restante 40% libero possiamo lavorarci fin da subito" afferma Floro Flores. "Così rischiamo però di creare delle cattedrali nel deserto" ribatte il consigliere Brambilla "se inizio a costruire dove a poca distanza c'è la porzione di terreno sequestrato, creo delle isole a sé stanti e avulse dal contesto". La replica del commissario non si fa attendere: "Se ci sono i soldi e gli strumenti, nessun giudice bloccherebbe le richieste. Proprio oggi abbiamo fatto domanda per il dissequestro del Turtle Point. Coi progetti esecutivi possiamo andare avanti spediti di volta in volta".

ZONA ROSSA E INFRASTRUTTURE - Nonostante la classificazione dell'area flegrea come zona rossa per il rischio vulcanico, nelle intenzioni degli amministratori si procederà comunque alla destinazione di quote di terreni per nuovi edifici residenziali. "E le vie di fuga quali sono?" si chiede il consigliere Brambilla "Faremo un tunnel sotterraneo che condurrà dalla Porta del Parco alla tangenziale, passando al di sotto dell'abitato di Bagnoli" risponde l'ing. Collinvitti. Buio totale invece sulle infrastrutture, attualmente ferme al palo. "Il discorso infrastrutturale esula dalle competenze del commissariato, anche se in un certo senso rientra nel suo coordinamento" prosegue Collinvitti. "Come Comune abbiamo ipotizzato differenti piani di studio, ma poiché questo aspetto riguarda la questione del reperimento dei fondi, ci arriveremo solo quando avremo questi fondi" conclude Piscopo.

I FONDI E I TEMPI - "Il budget di spesa previsto si aggira intorno a 1,8 miliardi di euro, così come indicato nel PRARU" dichiara Floro Flores "1,2 miliardi sono fondi pubblici, 600 milioni sono privati. Al momento residuano circa 120 milioni di euro a valere sul FSC (Fondo Sviluppo e Coesione)". Anche i tempi rimangono abbastanza indeterminati: "Il commissario deve darci un cronoprogramma ben preciso che al momento manca" lamenta il consigliere Diego Venzanoni (PD). "Tenuto conto dei tempi per indire i bandi e dell'endemicità dei ricorsi, e se il Consiglio di Stato ci dà il via libera entro febbraio sulle gare impugnate, le operazioni di bonifica vere e proprie dovrebbero iniziare entro due anni" sentenzia l'ing. Collinvitti. Altri due anni di paralisi.  

GLI OSTACOLI - Oltre al sequestro giudiziario, ulteriori ostacoli sono rappresentati, a detta del commissario, dagli scontri politici e dai contenziosi. "Sono alla base dell'immobilismo di Bagnoli. In particolar modo i ricorsi, in Italia ne abbiamo familiarità: chiunque arriva secondo in una gara, subito si presenta in tribunale e i tempi si allungano. Su Bagnoli ce ne sono diversi e bisogna scioglierli. Con Caltagirone cercheremo un accordo per chiudere la controversia in atto sulla sua Cementir". "Di che tipo di accordi stiamo parlando? C'è un procedimento penale in corso" puntualizzano i consiglieri Brambilla e Mario Coppeto (Napoli in Comune a Sinistra). "Mica gli accordi li sottoscrivo solo io, c'è una cabina di regia per questo, decideremo tutti insieme come muoverci e cosa firmare" replica piccato Floro Flores. 

La seduta si chiude con l'impegno dei presidenti De Majo e Marco Gaudini (Verdi) di rivedersi a breve per fare il punto della situazione e calendarizzare delle riunioni periodiche.

- Qui il comunicato stampa del Consiglio comunale