martedì 30 giugno 2009

Berlusconi contestato a Napoli


La contestazione a Berlusconi da parte di un gruppo di lavoratori dell'Atitech e della Tirrenia, nonchè dei disoccupati organizzati. Si è registrata tensione fra la polizia e i manifestanti appena fuori la Galleria Umberto che dà sul Teatro San Carlo. Poco dopo l'entrata del premier, scoppia una mini rissa tra l'on. Barbato dell'Italia dei Valori, alcuni delegati dei lavoratori in agitazione ed esponenti del governo.

Alcune immagini della protesta e dell'arrivo dei delegati del governo

Bacoli: torna il ticket....tutti i giorni


Domani,primo luglio, riprende a Bacoli il tanto contestato pagamento del ticket per accedere alla zona traffico limitato di Miseno e Miliscola. Quest’anno il provvedimento è stato anticipato al mese di luglio,infatti sarà esteso,anche per questo mese,ai giorni feriali e non più solo ai weekend.
Anche quest’anno non sono mancate proteste da parte di cittadini e gestori di ristoranti e stabilimenti balneari che lamentano una crisi profonda del settore dovuta alla recente problematica “del mare inquinato”.
E’ lecito ritenere che il ticket sarà il colpo di grazia per l’economia di un intero paese,che dovrebbe fare del mare,così come dei suoi beni culturali, la principale fonte di guadagno.

Il ticket di per sé non sarebbe sbagliato,se il comune imponesse di pagare un pedaggio dando in cambio qualche servizio ai turisti.
Ma quali sono questi servizi che offre il comune di Bacoli? Nessuno.
Fatto in questo modo il ticket è controproducente perché non solo non risolve i problemi relativi all’inquinamento,perché le macchine possono comunque accedere alla ZTL, ma danneggia l’economia.

Come se non bastasse quest’anno a presidiare la zona dove viene pagato il pedaggio non ci sono più i vigili ma delle impotenti guardie giurate; per questo motivo moto e motorini possono tranquillamente passare senza essere fermati,così come qualche automobilista più “esagitato” può tranquillamente rifiutarsi di pagare il pedaggio.

Come potrebbe essere risolto allora il problema?
Semplice,con una migliore organizzazione e programmazione. Dovrebbero essere creati parcheggi comunali all’ingresso del paese e di conseguenza fare pagare un ticket che comprenda però ingresso e parcheggio; potrebbero essere organizzati servizi navetta per collegare meglio questi parcheggi,le stazioni della cumana e Miseno-Miliscola. Sarebbe molto utile anche una maggiore presenza delle forze dell’ordine sul territorio,così come sulle spiagge, soprattutto di sera.
I soldi del ticket potrebbero essere usati in prima battuta per finanziare la costruzione di questi parcheggi e poi per le opere di cui necessita il paese,nonché per la pulizia delle spiagge e la raccolta differenziata.
Insomma: “VOLERE è POTERE... ”; ma nel nostro paese “Tra il dire e il fare c’è di mezzo il… MARE

lunedì 29 giugno 2009

Il Diritto all'oblio esteso a Internet

Il 23 giugno il DDL Lussana è passato all’esame della II Commissione Giustizia. La proposta di legge prevede nuove disposizioni in materia della tutela della privacy su Internet, in particolare sul cosiddetto "Diritto all’oblio".
VEDI ON LINE:
Testo

I politici ci hanno già provato con l’emendamento D’Alia e con la legge Carlucci. Ora ci riprovano con un nuovo emendamento: diritto all’oblio su Internet. La proposta è stata presentata il 20 maggio scorso, ma soltanto alcuni giorni fa il testo è passato all’esame della II Commissione Giustizia. Il politico di turno a cui spetta difendere nuovamente la Casta è stavolta Carolina Lussana, eletta tra le file della Lega Nord. Sua infatti la proposta che è passata al vaglio della commissione, di cui la Lussana è la vicepresidente.

Il Diritto all’oblio è stato recepito da tempo dalla legislazione italiana. In pratica la legge prevede che un individuo che abbia commesso un reato, una volta che l’opinione pubblica ne sia stata correttamente informata e il reo abbia scontato la pena, al fine di favorirne il reinserimento nella società, si obbligano gli organi di stampa o chiunque voglia tentare di rievocarne i reati commessi a non renderli più noti.

La baldanzosa leghista ha presentato un DDL diviso in più articoli.
L’art. 1 recita così: Salvo che risulti il consenso scritto dell’interessato, non possono essere diffusi o mantenuti immagini e dati, anche giudiziari, che consentono, direttamente o indirettamente, l’identificazione della persona già indagata o imputata nell’ambito di un processo penale, sulle pagine internet liberamente accessibili dagli utenti o attraverso i motori di ricerca esterni al sito in cui tali immagini o dati sono contenuti. E in base alla gravità dei delitti commessi, si decide per quanto tempo la fedina penale del reo può essere consultabile su Internet.

L’art. 2 stabilisce le sanzioni in caso di inottemperanza alla legge. Se dalla denuncia dell’interessato trascorrono tre mesi senza che i dati personali riguardanti vecchi reati vengano rimossi, il Garante della Privacy può applicare nei confronti dei soggetti responsabili un’ammenda che va dai 5.000 ai 100.000 euro e disporre la rimozione dei dati personali trattati illecitamente.

L’art. 3 è una sorta di "contentino", in quanto stabilisce una serie di tutele in cui tale legge non si può applicare, ovvero in caso di condanna all’ergastolo, di reato di terrorismo, di genocidio o di strage. Inoltre il DDL non si applica al trattamento dei dati per ragioni di giustizia da parte degli organi giudiziari, del CSM e del Ministero della Giustizia o per ragioni di ricostruzione storica e giornalistica.

L’art. 4 riconosce all’interessato il diritto al risarcimento del danno.

L’art. 5 compie delle modifiche sostanziali al decreto legislativo n. 196 del 30 giugno 2003, applicando la stringa "su Internet" alle disposizioni vigenti in materia di tutela di diritto all’oblio.

Premesso che politici ovviamente non interessa un fico secco della tutela dei cittadini, il DDL è semplicemente l’ennesimo provvedimento governativo volto a limitare sempre più la libertà su Internet. Una sorta di lottizzazione che, dopo aver intaccato televisione e giornali, mira anche ad Internet. Anche perchè la semplice minaccia pecuniaria di 100.000 euro indurrà automaticamente i provider ad oscurare quelle pagine che riportano dei dati sensibili.

Ci chiediamo ora: è giusto che un diritto sacrosanto come quello all’oblio venga strumentalizzato per fini politici? Perchè poi mirare direttamente alla Rete? Il forte rischio è che i reati commessi da politici ed industriali vengano per legge cancellati e dunque dimenticati dall’opinione pubblica.

domenica 28 giugno 2009

Litorale Domitio

Il litorale domitio è un continuo fermento edilizio. Specialmente ora che vige il divieto di balneazione tra Monte di Procida e Torregaveta e le acque di fognatura non vengono più depurate (anche se, in onor del vero, prima il depuratore di Cuma funzionava al 20%, dunque non è che sia cambiato granchè lungo la fascia costiera), gli stabilimenti corrono tutti ad attrezzarsi di piscine e strutture ricreative. Lavori ovviamente abusivi, nessun avviso e niente di niente: tutto in nero. In un territorio splendido, per certi versi ancora selvaggio, ma completamente abbandonato e sepolto dai rifiuti. Per chilometri e chilometri, lungo la spiaggia, si erge una collina ricoperta da erbacce, ma che con tutta probabilità nasconde rifiuti interrati negli anni precedenti, per lo più materiale edilizio mescolato ad amianto.
Le cittadine che spuntano lungo il litorale sono cattedrali abbandonate. Solo degrado, e niente più. Il miraggio di una Florida che non è mai diventato realtà.
La cittadina di Licola
Stabilimenti in costruzione al Fusaro

sabato 27 giugno 2009

Facciamo chiarezza...


Dopo una passeggiata su tutto il litorale bacolese da Miliscola a Baia,passando per Miseno e per la Marina Grande di Bacoli mi sono accorto della desolazione di questi posti di solito grondanti di folla. Sono ormai giorni che a Bacoli la gente non va a mare,dopo l’incidente del depuratore di Cuma,per non parlare dei tanti bagnanti provenienti da Napoli che sembrano si siano volatilizzati.

A questo proposito è necessario chiarire alcune cose per mettere fine alle tante voci che sono circolate in paese negli ultimi giorni.

Iniziamo col dire che il divieto di balneazione a Bacoli non c’è mai stato,perché il sindaco non ha mai emesso questa ordinanza. Per quale motivo? Vi sono varie ipotesi. La prima potrebbe essere il fatto che questa ordinanza avrebbe comportato la chiusura dei lidi a Miseno e Miliscola,cosa assolutamente non corretta perché in ogni caso gli stabilimenti balneari avrebbero continuato a funzionare nonostante il divieto di balneazione; la seconda invece potrebbe essere,come egli ha più volte affermato,che l’Arpac ha garantito la balneabilità delle acque,anche se ormai non c’è più da fidarsi nemmeno di questo ente. Nonostante tutto il silenzio del sindaco è stato pericoloso perché si è dimostrato lontano da questa problematica. Se l’acqua è balneabile avrebbe potuto affiggere manifesti spiegando che non c’era alcun pericolo per la salute,rassicurando i cittadini o comunque avrebbe potuto rilasciare dichiarazioni a tv e giornali. Altro scandalo è il fatto che il sindaco ha già deciso che farà comunque pagare il tiket,che quest’anno sarà imposto dal primo luglio.

Anche gli organi di informazione non si sono comportati per nulla bene in tutta questa faccenda.
Come prima cosa tutti conoscevano lo stato del depuratore di Cuma, ma nessun giornalista ha mai denunciato il problema. Inoltre è stata fatta molta confusione tra Bacoli e Monte di Procida.

Se il comune di Monte di Procida è stato fortemente interessato dal problema per colpa delle correnti che hanno spinto i liquami sulle sue coste (Acquamorta,Torregaveta,Miliscola),invece il comune di Bacoli è stato interessato meno dal problema. Sicuramente alcuni arenili del comune di Bacoli sono stati interessati dal fenomeno (come quelli del Fusaro),ma per altri l’acqua è stata sempre pulita (o almeno come al solito),come per la Marina Grande.Anche a Miseno le acque infatti non sono state particolarmente interessate del fenomeno anche perché il maltempo ha tratto in inganno molti che si sono imbattuti nelle alghe portate a riva dal mare in tempesta,come solitamente accade dopo i temporali.

E’ stata fatta confusione anche per quanto riguarda le spiagge,in un servizio trasmesso dai Tg regionali e nazionali si mostravano le immagini dell’arenile di Miseno-Miliscola invase dai rifiuti,si voleva così fare capire che quei rifiuti erano stati portati lì dal mare;ma non è così,infatti innanzi tutto non tutta la spiaggia è così sporca,ma solo le porzioni di spiaggia destinate agli stabilimenti balneari militari che aprono solo il primo luglio e che quindi non avevano ancora pulito le spiagge,i rifiuti lì a terra erano quindi opera della inciviltà dell’uomo.

E’ giusto sollevare i problemi, ma chi fa informazione deve fare innanzitutto INFORMAZIONE, nel modo più corretto possibile,cercando di raccontare la verità sempre e comunque.

Concludendo parlando di cose sicuramente più importanti,una cosa è certa,tutto questo non ha fatto per nulla bene alla nostra terra,sia dal punto di vista turistico che da quello ambientale.
Forse però ci siamo meritati tutto questo, sono ormai anni che cercano di distruggere il nostro territorio dal punto di vista economico,basta pensare a quanto è ridicolo il tiket fatto come lo si fa oggi a Bacoli e dal punto di vista ambientale,è ormai tanto tempo che denunciamo gli scempi subiti dalla nostra terra.

venerdì 26 giugno 2009

Napoli, ovvero dei lavori

I lavori nella villa della moglie di Emilio Fede

A Napoli vi sono lavori ovunque. Perfino nella villa di Emilio Fede, ma stavolta il fido giornalista al soldo di Berlusconi non c'entra in questa vicenda.
Il centro di Napoli è una groviera: cantieri per la metropolitana, ripetuti rifacimenti del manto stradale, ponteggi. E' dal 2001 che i lavori di costruzione delle stazioni di Via Toledo e di Piazza Municipio vanno avanti. Dopo numerose proroghe, l'ultima data fissata è quella del 2012. Si è parlato di ritrovamenti archeologici che hanno ritardato il completamento delle stazioni, ma molte cose non quadrano nelle opere pubbliche avviate da Comune e Regione. Prima di tutto il continuo blocco dei cantieri, che paralizza il già caotico traffico cittadino con inevitabili ripercussioni per la salubrità dell'aria e per la salute dei cittadini. Il cosiddetto "Sistema Romeo", che aveva concentrato a sè il controllo di gran parte del settore pubblico grazie alla società Global Service e che mirava di espandersi al di fuori della città partenopea (ma non è escluso che in realtà vi siano tantissimi altri imprenditori che fanno man bassa della città). Il forte sospetto di pesanti infiltrazioni della camorra nei lavori, che col collaudato sistema dei subappalti, delle estorsioni e della rifornitura di materiali controllano praticamente tutto il panorama edilizio di Napoli. Proprio stamattina la Direzione Investigativa Antimafia ha effettuato una serie di controlli e di perquisizioni anti-camorra nel cantiere della Linea 6 di Arco Mirelli, tra la Riviera di Chiaia e Mergellina, che riprende il vecchio tracciato della LTR degli anni '80 e '90. I controlli hanno riguardato una 40 di addetti ai lavori, 10 società appaltatrici e sub-appaltatrici e 28 automezzi. Il cantiere, i cui lavori sono stati affidati alla "Arco Mirelli s.c.a.r.l.", ammontano a circa 63 milioni di euro.

Insomma, da Via Marina a Piazza Municipio fino alla Riviera di Chiaia: un crescendo di lavori che durano anni e che non hanno mai visto una fine definitiva.

Il cantiere della Linea 6 di Arco Mirelli

Lavori al Teatro San Carlo

Foto 1/Cantieri a P.za Municipio

Foto 2/Cantieri a P.za Municipio

giovedì 25 giugno 2009

Terremoto in Irpinia. Tutti assolti

Cala la scure della prescrizione sul processo che vedeva coinvolti diversi esponenti politici e del mondo imprenditoriale riguardo la speculazione avvenuta in Irpinia in seguito al terremoto del 1980. Un avvenimento che dà il definitivo via libera alle future speculazioni su calamità naturali, in primis la ricostruzione in Abruzzo.

Siamo in tempi di terremoto, o meglio di post-terremoto in Abruzzo, ma è anche tempo di terremoto politico. Silvio Berlusconi infatti è stato avvolto da una tempesta giudiziaria che da Bari minaccia di coinvolgerlo in prima persona, sebbene gran parte dei media si ostini a non far trapelare quasi nulla sulle dichiarazioni di alcune testimoni "eccellenti", in vista anche dell’avvio del G8 che si terrà proprio a L’Aquila, ancora fortemente danneggiata dalla scossa del 6 aprile scorso che la devastò. Tant’è, fra il degradante spettacolo politico e la tangibile tragedia abruzzese, possiamo appunto dire che siamo in tempi di terremoto. In Italia però lo siamo sempre.

Non se n’è parlato molto dei superstiti "politici" di un altro terremoto, quello del 1980 in Irpinia: infatti c’è chi ne è uscito indenne. Non perchè sia stato miracolosamente salvato dalle macerie, ma perchè la prescrizione lo ha aiutato. La catastrofica ricostruzione seguita al terremoto in Irpinia non ha dunque colpevoli al livello politico. Quasi 60000 miliardi di vecchie lire, pari a 26 miliardi di euro, sono stati utilizzati fra gli anni ’80 e ’90 per ogni tipo di speculazione. Spuntarono in aree agricole ville, piscine, aziende di barche da diporto in alta montagna, mostri di cemento insomma che niente avevano a che fare col territorio. Poi nacquero enormi rioni abusivi tra Napoli e Provincia, alcuni dei quali diventati oggi le roccaforti dei clan. Gli ultimi imputati ancora sotto processo sono stati salvati dalla prescrizione, eccetto l’ex presidente della Regione Campania Antonio Fantini, attuale segretario regionale dell’UDEUR, condannato per 2 anni e 10 mesi al processo d’appello per tangenti riguardanti gli appalti post-terremoto. Paolo Cirino Pomicino (riempì Napoli di tombini insieme al fratello defunto Mario), Giulio Di Donato, Ugo Grippo, Francesco De Lorenzo, Carmelo Conte, per gli imprenditori Eugenio Buontempo, Corrado Ferlaino e per l’ing. Vincenzo Maria Greco. Va detto che la Corte d’Appello di Napoli ha riconosciuto che il reato sussiste per alcuni imputati al processo, ma è scattata la prescrizione, e quindi l’impunità è compiuta.

Eppure ad ormai trent’anni dalla tragedia che coinvolse l’Irpinia, ancora oggi non abbiamo i nomi dei colpevoli della ricostruzione post-terremoto, tragedia nella tragedia; quella che permise ai clan della camorra di fare il salto di qualità ed arrivare ad investire al Nord nelle imprese. Nell’inchiesta istituita dalla Commissione parlamentare presieduta da Oscar Luigi Scalfaro furono coinvolte 87 persone fra politici ed imprenditori e vennero individuati forti collegamenti fra politica e camorra. Ai delitti finanziari commessi durante lo sperpero di denaro pubblico, si aggiunsero i delitti di sangue, che videro tra feriti e brutalmente assassinati uomini in seno alla magistratura e alle forze dell’ordine (omicidio Antonio Ammaturo), giornalisti, politici ecc.
L‘avvenuta prescrizione, che ha liberato gli imputati del pesante fardello giudiziario, non è forse un pericolosissimo segnale, specialmente a pochi mesi dal terremoto in Abruzzo? Non è un via libera definitivo alla speculazione, soprattutto in un contesto politico e criminale come quello odierno, dove la Corte dei Conti ha da poco lanciato l’allarme corruzione (si parla di cifre “infette” che si aggirano attorno ai 50/60 miliardi di euro), è mai possibile che la magistratura sia così debole da non assicurare quella giustizia prevista dalla legge? Cos’è un Paese dove la magistratura, invece di essere rafforzata, viene indebolita? Quali disegni persegue la deviata classe politica italiana? Che influenza hanno le holding e i potentati economici sul Governo? Enorme, non c’è dubbio. Perché vi è l’impressione sempre maggiore che il nostro Paese non possa fare più a meno dei fatturati prodotti dalle organizzazioni criminali. Il silenzio mediatico e politico sull’attività economiche di Cosa Nostra, della Camorra e della ’ndrangheta (la mafia più potente in Europa) lo dimostra.

mercoledì 24 giugno 2009

Chi (e come) gestisce i depuratori in Campania?

Non si fermano le polemiche relative al disastro ambientale che si è consumato nei giorni scorsi sul litorale Flegreo-Domitio,in seguito al mancato funzionamento del depuratore di Cuma,causato da uno sciopero dei dipendenti della Hydrogest,la ditta che gestisce l’impianto,che non vengono pagati dal mese di aprile.
Il polverone è stato scatenato dal sindaco di monte di Procida che ha vietato la balneazione su tutta la fascia costiera comunale e ha convocato un Consiglio Comunale monotematico proprio per riflettere sulla situazione,invitando anche i rappresentati degli altri comuni coinvolti.

La domanda sorge spontanea,è mai possibile che nella nostra Regione si prendano provvedimenti solo quando ormai la tragedia si è consumata? Come mai le istituzioni,ma anche la stampa, regionale e non,solo ora si ricordano che dei cinque depuratori della Campania nessuno funziona a pieno regime?

Eppure le segnalazioni c’erano state,da parte di numerose associazioni cittadine e anche da parte nostra. Il problema è sotto gli occhi di tutti da tempo,sono trenta anni che il depuratore di Cuma non funziona correttamente(in realtà non ha mia funzionato)perché necessita di un forte intervento di ristrutturazione, sono almeno otto anni poi che questi lavori,affidati dalla Regione alla Hydrogest non vengono nemmeno cominciati. Intanto,in tutti questi anni a farne le spese sono stati l’ambiente e i cittadini. L’ambiente,perché basta fare un giro su quel litorale per vedere le condizioni del mare,ma anche dell’aria,che è irrespirabile;i cittadini perché sono costretti da anni a vivere in un territorio malsano,costretti a respirare aria puzzolente,a non poter fare il bagno nel loro mare,a fare i conti con scarichi abusivi di rifiuti tossici che avvelenano la loro terra.

Di chi è allora la colpa? Perché non vengono mai puniti i responsabili?
Per cercare i responsabili è necessario prima chiarire come funzionano i depuratori dal punto di vista amministrativo.

In Campania tutto funziona,o meglio dovrebbe funzionare,come una catena.
I cittadini pagano,per la depurazione delle acque,una tassa ai Comuni che ne girano i proventi alla Regione Campania, affinché questa depuri le acque. La regione Campania però ha affidato cinque depuratori,tra i quali quello di Cuma, ad una società privata,la Hydrogest S.p.A.
Nel 2003 la Hydrogest si è aggiudicata la gara di appalto per la gestione e la rifunzionalizzazione degli impianti. Spesa prevista: 150 milioni di euro. Venti dei quali era previsto li spendesse lo Stato, 130 i privati,secondo il project financing. Questo prevedeva che la Hydrogest avesse in gestione gli impianti e li mettesse a norma,poi in cambio avrebbe ricevuto i canoni che i Comuni girano alla Regione per la depurazione delle acque.
L’Hydrogest ha però ricevuto gli impianti solo nel 2006. Il Consiglio di Stato infatti nel 2006 ha ribaltato il verdetto del Tar,che aveva dato ragione alla cordata di imprenditori sconfitti, restituendo la vittoria a Hydrogest.Quest'ultima in ben tre anni non ha iniziato i lavori,lamentando più volte di non aver ricevuto i canoni dalla Regione; la Regione invece,nella persona di Pasquale Fontana, delegato dall’assessore regionale Walter Ganapini, ha replicato affermando che la Regione ha sempre versato con regolarità i canoni alla Hydrogest,ma anzi sono proprio i comuni che spesso non versano nei tempi prestabiliti i proventi della tassa sulla depurazione che pagano i cittadini.
Insomma un vergognoso scaricabarile che va a danno dei cittadini che pagano le tasse ma non sanno queste dove vanno a finire. Una tassa che i cittadini potrebbero anche non pagare vista la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo il pagamento della tariffa di depurazione in caso di mancanza o cattivo funzionamento dell'impianto (Sentenza 335/2008).
Se si ragionano in questi termini i Comuni,la Regione e la Hydrogest sono autori di una maxi-truffa ai danni dei cittadini,che continuano a pagare per un servizio che non ricevono.

I Comuni perché continuano a riscuotere i canoni della depurazione delle acque ai cittadini,sapendo benissimo che il depuratore di Cuma funziona solo al 25%.

La Regione perché è da anni che è al corrente della situazione come dimostrano numerose deliberazioni in materia. La Regione conosce benissimo lo stato dei depuratori e anche se sa della pericolosità di questi ultimi non si impegna direttamente per metterli a norma,facendosi scudo con un accordo preso con la Hydrogest ben 6 anni fa. Perché la Regione,pur conoscendo la situazione,non ha rimosso dal suo incarico questa società che era inadempiente?

La Hydrogest è anche essa una complice della Regione perché in ben tre anni di gestione effettiva degli impianti,non ha mai avviato i lavori previsti dal project financing siglato con la regione nel lontano 2003.

Ultima possibile “complice” è l’Arpac (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania). Questa ha il compito di controllare lo stato dell’ambiente in Campania,ma è controllata dalla regione che ne nomina il suo amministratore.
L’Arpac nei giorni nei quali il depuratore sversava direttamente a mare i suoi liquami non ha emesso alcun comunicato per vietare la balneazione sulla fascia costiera interessata dal fenomeno; questo ci porta a pensare che o l’Arpac non fa i controlli,cosa non possibile stando a quanto riferito dall’responsabile della regione Fontana che ha detto pochi giorni fa di aver “appena finanziato un sistema di monitoraggio delle acque costiere con 6 milioni di euro che è già in funzione, oppure che questi controlli non sono fatti in modo corretto…a buon intenditor poche parole.

martedì 23 giugno 2009

Aperta la discarica di Terzigno

Et voilà! Anche Terzigno entra nel club! Nel silenzio più completo dell'informazione italiana, il 15 giugno si è cominciato a sversare nella cava posta all'interno del Parco del Vesuvio, dunque in una zona protetta. E proprio questa discarica dovrà accogliere, suo malgrado, le ceneri tossiche provenienti dall'inceneritore di Acerra.

L'esercito ha operato sul posto come si fa in zone di guerra: utilizzando cariche esplosive, che avrebbero danneggiato le abitazioni intorno al sito militarizzato. Bisogna dirlo: oltre il danno la beffa. Nemmeno il ritrovamento di reperti archeologici è servito almeno a ritardare l'apertura della discarica, che al momento consta di un solo lotto attivo che accoglie 20 tonnellate al giorno di monnezza tal quale, a fronte di una capienza massima giornaliera di 600 tonnellate che verrà in futuro raggiunta con l'apertura di un secondo lotto. Ciò che più colpisce è il solito silenzio nel quale si sono svolte le operazioni dell'esercito, guidate dall'entourage di Guido Bertolaso, messo sotto inchiesta dalla magistratura. Oltre al solito silenzio mediatico che si addensa attorno a vicende del genere, si è aggiunto anche il sostanziale silenzio della popolazione che abita i dintorni. Tutti contro la discarica ovviamente, ma oramai la rassegnazione è così diffusa che, come sempre, ha preso il sopravvento. D'altra parte la repressione governativa punta proprio a questo e l'utilizzo dell'esercito non può che esserne lo strumento principale. Tutto ciò al fine di perseguire gli interessi di ristretti gruppi economici, irrimediabilmente inquinati dall'enorme ricavato annuo delle organizzazioni criminali (150 miliardi di €) e dal crescente tasso di corruzione che piazza l'Italia in posizioni pericolose.

Man mano che si andrà avanti il gioco sarà purtroppo sempre più grosso. E Terzigno è una pedina di questo gioco; che si svolge però sulla sofferenza della gente.

Per sapere di più su Terzigno

lunedì 22 giugno 2009

Bassolino è...

Un ritratto intrigante del governatore

Bassolino governa da 15 anni, ma vuole eguagliare i 20.
Bassolino è un incapace.
Bassolino è ancora al suo posto perchè ha fatto mangiare tutti, sia la destra che la sinistra.
Bassolino non ha via di scampo.
Bassolino vuole salvarsi la pelle ricandidandosi come sindaco di Napoli alle Comunali del 2011 con un nuovo partito, Sudd, che con la sua doppia "d", vorrebbe rappresentare la Lega del Sud. Cosa che, a vedere i "nuovi" membri di questo fronte politico "di riflessione e confronto culturale" - parole di don Antonio - (Valeria Valente, Ennio Cascetta, Nicola Oddati ecc.), fa soltanto drizzare la pelle dal disgusto.
Bassolino non si rende conto che da tempo ha superato la soglia del ridicolo.

Bassolino non sa (o fa finta di non sapere) che ad ogni sua uscita pubblica viene deriso dalla gente per le parole di ottimismo e di autocompiacimento che spande senza pudore.
Bassolino guarda (ancora!!!!!) ad "alleanze strategiche" con vecchi boss della malapolitica
campana.
Bassolino, insomma, si è incollato alla poltrona e non vuole andarsene. C'è ancora tanto da fare e da costruire per Napoli, la Campania e il Mezzogiorno...

BASTA COSI'!!!Non se ne può più!

domenica 21 giugno 2009

Rifiuti speciali verso Acerra

I Carabinieri del Noe di Caserta hanno fermato e requisito un autotreno che trasportava rifiuti pericolosi verso l'inceneritore di Acerra. Invece di trasportare le (eco)balle prodotte dall'impianto CDR di Santa Maria Capua Vetere, i tre conducenti del mezzo, denunciate per il reato commesso, avevano caricato un gran numero di pneumatici a bordo,i quali avrebbero dovuto bruciare all'interno dei forni del termodistruttore. Ovviamente l'episodio getta ulteriori dubbi sul ciclo di smaltimento dei rifiuti gestito dal Commissariato per l'Emergenza Rifiuti guidato da Guido Bertolaso. Infatti l'operazione è stata condotta dai Carabinieri e non dai soldati che sorvegliano l'impianto (o che dovrebbero sorvegliare, ma in realtà servono solo per reprimere eventuali manifestazioni della popolazione). Ciò significa che molto probabilmente altri mezzi carichi di rifiuti speciali hanno già raggiunto l'inceneritore, pur contravvenendo alle norme in merito di smaltimento.
B&B ("Papi" Berlusconi e "Ecoballa" Bertolaso) ci provano, ma più vanno avanti e più il loro decreto rifiuti appare ridicolo e strutturato per impedire la raccolta differenziata, impossibile da realizzare con la costruzione di cinque inceneritori in Campania.

sabato 20 giugno 2009

Estate nella melma

Mare verde, sabbia inquinata, odore di fogna. Il mare si presenta così nella quasi totalità delle zone costiere a Nord della Campania. Gli ultimi tratti di spiaggia in condizioni ancora "accettabili" sono stati cancellati dalla definitiva rottura del depuratore di Cuma, da 20 anni incapace di ridare alla coste del Litorale Flegreo un minimo di balneabilità. Eppure in Campania sono ben 6 i depuratori: Cuma, Acerra, Villa Literno, Succivo, Marcianise e Orta di Atella. Inutile dire che, a guardare la qualità delle acque marine, nessuno di questi impianti fa il suo dovere in quanto, oltre ad essere pregiudicata per motivi tecnici la funzionalità, numerosi Comuni della zona non sono allacciati ai collettori dei depuratori e sversano tutti i liquami in mare aperto. I Regi Lagni in particolare, oggetto di scarichi indiscriminati anche da parte delle organizzazioni criminali, sono un qualcosa di indescrivibile.

Qui siamo a San Giovanni a Teduccio, quartiere napoletano ad Est della città. Questo piccolo tratto di spiaggia è sovente frequentato dai residenti, costretti a farsi il bagno in un'area dove il Comune ha posto un cartello con la scritta "Divieto di balneazione". Chiusa tra vecchi impianti industriali ad Ovest e dalla centrale a turbogas di Vigliena ad Est, la spiaggetta soffre degli scarichi fognari effettuati nel porto di Napoli e in altri punti della fascia costiera vesuviana.

Legambiente ha rinconfermato il pessimo primato della Campania per coste non balneabili. La Provincia di Caserta, in particolare, ha il 65% di costa inquinata mentre la Provincia di Napoli il 17% e la Provincia di Salerno il 7%. Il rapporto, stilato alcuni mesi fa, non tiene conto però del recente danno causato dal malfunzionamento cronico del depuratore di Cuma e dal conseguente divieto di balneazione emesso dal sindaco di Monte di Procida per Miliscola e Miseno, frequentatissime durante i mesi di luglio e agosto dai giovani provenienti da tutta la Provincia.

L'unico mare apprezzabile è quello di Sorrento, Capri, della costiera amalfitana e delle isole di Ischia e Procida. Ma i prezzi divenuti ormai proibitivi per il trasporto marittimo (8 euro a persona per un biglietto solo andata del traghetto Caremar da Napoli) hanno trasformato le isole in posti d'èlite, dove si è preferito puntare ad un turismo straniero o proveniente per lo più da yacht e barche da vela. In altre parole i Napoletani dove diamine debbono andare per farsi un bagno decente, visto che anche Via Caracciolo e Mergellina diventano spesso talmente inquinate da non potersi tuffare a mare? Perchè i depuratori, gestiti in maggioranza da Hydrogest Campania Spa, non fanno il loro dovere. Cosa c'è dietro?

venerdì 19 giugno 2009

Depuratore di Cuma,una tragedia annunciata…


Solo poche settimane fa avevamo parlato dello stato del “depuratore”di Cuma,che sversa in mare liquami non trattati,andando ad inquinare la costa che va da Cuma fino al Monte di Procida,e della situazione generale di abbandono e di degrado di tutte le coste della provincia di Napoli.

In seguito all’agitazione dei dipendenti dello stabilimento questa situazione di ordinario degrado si è notevolmente aggravata,infatti le acque del litorale domitio sono state invase da liquami e da rifiuti di ogni genere,per la rabbia dei bagnati,che in questa parte dell’anno sono tanti,e dei gestori dei lidi della riviera. Il sindaco di Monte di Procida ha così vietato la balneazione lungo tutta la fascia costiera del comune; nell’ordinanza si legge che:“a seguito del perdurante stato di agitazione del personale dell’impianto di depurazione di Cuma, senza alcun trattamento vengono smaltiti nelle acque del Golfo(Costa Flegrea) i liquami provenienti dagli impianti fognari cittadini, aggravando, anche ad un puro e semplice esame macroscopico, lo stato di inquinamento delle acque prospicienti le nostre spiagge, che si presentano melmose, maleodoranti ed invase da rifiuti di ogni tipo”.

Una tragedia ecologica annunciata,poiché il depuratore di Cuma non ha mai funzionato bene e a pieno regime sin dalla sua costruzione e perché è da tempo che i dipendenti dello stabilimento minacciano di scioperare.
Come spesso accade da queste parti però nulla è stato fatto e così gli abitanti della Costa Flegrea si ritrovano nel pieno della stagione balneare con il mare pieno di rifiuti di ogni genere,una tragedia per l’intera comunità che sul turismo sta cercando faticosamente di investire.

Lo stesso sindaco di Monte di Procida,in una lettera alla Regione,al prefetto di Napoli ha ribadito che è necessario prendere “tutti i provvedimenti tesi alla eliminazione della causa di questo gravissimo problema igienico-sanitario, che rappresenta una minaccia per l‘igiene pubblica e per la salute della cittadinanza”e che “potrebbe comportare il collasso definitivo dell’economia delle nostre zone, notoriamente legata ai flussi turistico-balneari e già provata dalle note vicende legate alla viabilità interrotta e poi solo parzialmente ripristinata di Punta Epitaffio.”
Un S.O.S quello del sindaco,forse un po’ tardivo,ma sicuramente degno di essere ascoltato.

Ancora una volta sono i cittadini a pagare le conseguenze più pesanti,che sono costretti ad assistere impotenti alla distruzione della loro terra.

Per vedere il video relativo a questa emergenza:(Monte di Procida TV) http://www.montediprocida.com/mdp/index.php

giovedì 18 giugno 2009

Colonia Napoli

Dall’assassinio di Petru in poi, avvenuto circa un mese fa, questi sorci sbucati da chissà quali tane si sono ancora affrontati con le armi da fuoco nei vicoli dei Quartieri Spagnoli. L’ultimo agguato risale a due giorni fa, quando un ragazzino quindicenne e suo padre sono stati feriti con colpi di pistola in momenti differenti. Dapprima il minorenne, centrato da un proiettile alla gamba. Di poi il padre, colpito "solo" alla mano. Entrambi sono stati ricoverati all’Ospedale dei Pellegrini, dove poche ore dopo sono stati subito dimessi. Secondo gli inquirenti l’agguato va inserito nel contesto della faida esplosa negli ultimi tempi tra i clan Ricci-Sarno e i Mariano, detti anche "Picuozzo". Nei giorni ancora precedenti sono stati numerosi i ferimenti, le sparatorie e le intimidazioni.
I Sarno di Ponticelli sono forse il clan più invasivo della città. Mentre l’attenzione del governo e dei media era soltanto per i Casalesi, il gruppo di Vincenzo e Giuseppe Sarno acquisiva potere su gran parte del territorio cittadino, trasformandosi in una vera e propria cupola in grado di occupare ogni tipo d’attività commerciale e di taglieggiare chiunque, dai venditori ambulanti ai parcheggiatori abusivi. In seguito alla scarcerazione di Marco Mariano, uno dei tre fratelli Mariano che negli anni ’80 fondò l’omonimo clan, diverse personalità "illustri" che non si vedevano più da tempo ai Quartieri hanno fatto il loro ritorno, intenzionate a riprendere "ciò che è loro". Il potere dei Riccio-Sarno, rafforzato anche dall’alleanza con Antonio D’Amico detto "fravulella", si è fatto forte in questi anni, inserendosi nel vuoto di potere generato dalla scomparsa di clan come i "Faiano" o De Biase e i Russo. Come andrà a finire, anche tenendo conto del gioco di alleanze aperto dai Mariano che cercano disperatamente appoggi con i clan del Pallonetto di Santa Lucia e del Cavone, non è dato sapere. Bisogna tuttavia tenere conto che sostanzialmente in città sono quattro i fronti aperti: i Quartieri Spagnoli, Secondigliano, Ponticelli e l’area attorno Piazza Mercato. Terreni di conquista di bande criminali dedite ad ogni tipo di attività lucrosa.

Detto ciò mi sento però in dovere di parlare e di dare un giudizio personale, benchè negli articoli di cronaca, si sa, non è mai consigliabile parlare in prima persona. Napoli è allo sbando. Viabilità, rifiuti, criminalità, urbanistica; cose che dal vocabolario degli amministratori cittadini, fin dai tempi di Sua Maestà Achille Lauro, sono scappate via urlando di fronte a tanto scempio. Constato che la vera indifferenza, oltre che nei quartieri popolari, si riscontra soprattutto nella Napoli "bene". La classe borghese cittadina è la vera grande assente delle vicende della città, o peggio, parte di essa preferisce offrire supporto logistico ai clan. La classe politica nostrana è infatti composta principalmente da elementi di questa imbelle borghesia. E’ incredibile che un uomo come Antonio Bassolino, dopo vent’anni di magna magna generale e di spartizione indiscriminata della Campania, sia ancora presidente della Regione. Per anni non ha fatto altro che parlare di quella dannata metropolitana, vera e propria ossessione del governatore, che doveva trasformare Napoli e l’hinterland in una groviera e ha finito invece col fare peggio, intasando definitivamente il già caotico traffico cittadino a furia di interminabili cantieri. Non che l’ascesa alla Provincia di un uomo come Luigi Cesaro sia promettente. Al di là delle sue evidenti difficoltà linguistiche, i guai giudiziari che lo coinvolgono sono di una gravità inaudita. Viene in particolare accusato dall’imprenditore Gaetano Vassallo di essere il referente del clan dei Casalesi, e inoltre vengono tirati in ballo in diverse deposizioni anche Nicola Cosentino e Mario Landolfi, cioè tutto l’establishment del PdL campano. Eppure ha vinto con quasi il 60% grazie allo spot dei sacchetti dell’immondizia scomparsi dalle strade e ad un decreto rifiuti per la verità molto discutibile.

Riguardo la morte di Petru, vorrei dire un’ultima cosa. La città vive nell’indifferenza più esasperata, quasi a voler essere una sorta di autodifesa al malgoverno imperante. Quando quei pistoleri cocainomani armati di mitragliette hanno seminato il panico nei pressi della stazione della Cumana di Montesanto, tutti pensavano certamente a fuggire e basta. Io non ci sto all’ennesima aggressione mediatica della città. Non si può chiedere ad una ventina di persone coi bambini in mano di ragionare, di soccorrere il povero Petru. Probabilmente non avevano nemmeno capito che il giovane romeno era stato colpito dai proiettili. Piuttosto dov’erano le guardie giurate armate che sorvegliavano la stazione? Non dico che dovevano mettersi a fare i cowboy dalla pensilina che dà sulla piazzetta di Montesanto e fare fuoco contro i killer, però potevano benissimo soccorrere Petru e portarlo all’Ospedale dei Pellegrini, distante meno di cento metri dalla stazione. Questo è il loro lavoro: sorveglianza e sicurezza. Invece non ve n’è traccia, nemmeno nei filmati delle telecamere a circuito chiuso. Saranno scappati, che dire.
Ragionare a mente fredda senza trovarsi nel bel mezzo di una sparatoria è facile. E’ facile scagliarsi contro i "soliti" Napoletani terroni, sporchi e mariuoli. E’ da benpensanti dire: "Ecco il cuore di Napoli", "Vergognati Napoli". E’ pura ipocrisia. Ma le campagne discriminatorie nei confronti degli stranieri sono nate nelle fosche lande della civilissima Padania e queste sì sono cose da vergognarsene, mica da vantarsene come fa Borghezio.
Ora come ora so solo che Petru è morto e con lui tantissime vittime innocenti delle faide di camorra, non importa se sei rumeno, italiano o africano.
Incredibile come anche suonare la fisarmonica possa uccidere a Napoli. Quasi grottesco.

lunedì 15 giugno 2009

Bacoli:Inchiesta sulle opere pubbliche mai realizzate (parte I)

Quasi per caso qualche giorno fa sono capitato sul sito ufficiale del Comune di Bacoli e sbirciando tra i vari documenti presenti in archivio,ho notato un documento che riguarda le opere pubbliche che dovevano essere realizzate,sul territorio comunale,nel triennio 2008-2010. Scorrendo velocemente l’elenco mi sono accorto che solo un terzo delle opere previste è stato iniziato,eppure siamo a circa un anno e mezzo dalla entrata in vigore del piano,cioè quasi a metà del tempo previsto per realizzarle.Le opere che dovevano essere realizzate sono una quarantina,finanziate con fondi Europei (POR Campania),fondi Regionali e Comunali,spalmati nell’arco di tre anni(2008-2010).Si tratta insomma di opere pubbliche dovevano essere realizzate ma che nella maggior parte dei casi non sono mai state iniziate.
Per facilità di esposizione abbiamo diviso il nostro viaggio all’interno delle opere pubbliche mai realizzate o in via di completamento o realizzate male,in tre parti.

Scorrendo l’elenco il primo progetto,finanziato con fondi regionali,è “PARCHEGGIO IN LOCALITÀ’ CAPPELLA-FUSARO”: ebbene questo parcheggio è stato effettivamente realizzato ma versa oggi in uno stato pietoso,con le erbacce che hanno preso possesso delle aiuole;come se non bastasse sono poche le macchine che vengono posteggiate perché tutti preferiscono lasciare la propria vettura “sotto casa”,anche se questa intralcia il traffico(vedi Viale Olimpico).

Il secondo progetto prevede RISTRUTTURAZIONE ED ADEGUAMENTO EDIFICI SCOLASTICI,in questo caso è successo qualcosa di veramente strano. Benché siano stati stanziati per il 2008-2009 ben 208.743,00 euro,nell’aprile di questo anno ben tre scuole del nostro comune sono state chiuse a causa di problemi alle strutture causate “dalle forti piogge”. La “scuola Media P. di Tarso” è stata chiusa ad aprile con i ragazzi costretti ai doppi turni,a causa dei lavori,che sono tuttora in corso, al secondo piano dell’edificio. (http://freebacoli.blogspot.com/).Nello stesso mese è stata chiusa la scuola elementare di Miseno,e i bambini si sono spostati alla “G. Marconi” di Bacoli,peccato però che anche l’ultimo piano di questa scuola è stato dichiarato inagibile a causa delle infiltrazioni d’acqua e quindi i bambini delle due scuola hanno potuto utilizzare solo due piani su tre dell’edificio.
E i 208.743,00 euro che fine hanno fatto? Non potevano essere impiegati nella scorsa estate per effettuare i lavori di “ristrutturazione”? Mistero.


Ecco intanto come si presentano gli edifici scolastici.

Questa è la scuola media P. di Tarso.

Il terzo progetto mai partito è di quelli colossali,di quelli che cambiano il volto di un paese,pardon “città”; si legge: “IMPIANTO POLISPORTIVO CUMA”. Ormai da diversi anni si discute sulla realizzazione a Cuma di un grosso impianto sportivo con una palestra,campi di calcio,piscina per il nuoto e pista per l’atletica. Il sindaco ha di recente dichiarato ad alcuni ragazzi di freebacoli: "Ragazzi vi annuncio che stiamo in contatto con la dirigenza della SSC NAPOLI. E' possibile che quel campo diventi il nuovo centro d'allenamento della squadra azzurra". Bisogna crederci? Intanto sono quattro anni che il sindaco ripete la stessa canzone ma nulla è stato ancora fatto. Il campo infatti versa in condizioni davvero pietose,eppure a questo punto i lavori sarebbero dovuti essere già iniziati da un pezzo. Stanziati ben 6.250.000,00 euro per tre anni, che non sono pochi.



Il"campo"di Cuma in attesa(ormai da anni) dei lavori..
Al quarto progetto c’è un’altra “grande opera” per la quale sono stati stanziati ben 2.892.947,00 euro in tre anni di soldi dell’unione europea(POR Campania): “BRETELLA CICLABILE LAGO MISENO-LAGO FUSARO. Per quanto riguarda la bretella ciclabile intorno al lago Fusaro non risulta che questa sia mai stata iniziata,mentre per il lago Miseno i lavori sono partiti ma i risultati sono tutt'altro che positivi. Il percorso non è stato completato,e la parte della pista che è stata “ultimata” ha il fondo stradale in terra battuta,niente affatto favorevole a chi vuole fare jogging o vuole fare un giro in bici; mancano gli accessi che la congiungono con le strade circostanti e le recinzioni con le campagne circostanti sono inesistenti,come se non bastasse mance il ponte che dovrebbe attraversare la foce di Miseno. Insomma un’opera cominciata male…speriamo finisca bene. (http://freebacoli.blogspot.com/2009/05/la-pista-non-ciclabile.html)


Ecco un' impietosa immagine di quella che è stata definita la pista "non ciclabile"



Di seguito abbiamo ancora tre progetti finanziati con il POR Campania (Programma Operativo Regionale)cioè con i fondi dell’unione europea:

AMPLIAMENTO VIA TORRE DI CAPPELLA”,lavori mai iniziati,visto lo stato in cui versa la strada, piena di buche e con scarsa illuminazione (2.500.000,00euro).(come si vede dalla foto)
(http://freebacoli.blogspot.com/2009/04/fidarsi-e-bene-non-fidarsi-dei-segnali.html)

PARCO VILLA FERRETTI - COMPLETAMENTO,lavori che durano ormai da anni,per il recupero della villa sequestrata alla camorra,per la quale è stata prevista una spesa nel triennio 2008-2010(senza contare gli investimenti precedenti) di ben 1.596.000,00 euro.Non è ben chiaro a cosa verrà adibita la struttura,il progetto iniziale,che figura nel bando di gara,spiega solo che "Il progetto prevede il recupero funzionale del complesso di Villa Ferretti per adibirlo a diverse funzioni socio culturali". Quali sono queste funzioni socio culturali? Si è parlato di trasferire lì la biblioteca comunale o di farne un polo culturale...Ma sarà davvero così? Visto quanto accaduto per la Casa Comunale qualche dubbio nasce spontaneo...

Fidarsi è bene,non fidarsi è meglio...
MOBILITA’ PEDONALE-PIAZZA DE GASPERI-FUSARO” per quanto riguarda piazza De Gasperi questa è stata completata non senza malumori;in molti infatti si sono chiesti perché in poco tempo è stata smantellata la stazione della cumana alla quale i cittadini erano affezionati. Il sindaco ha risposto più volte che occorre “modernizzare” il comune; ci sarebbe da chiedere cosa c’è di moderno nella nuova stazione di Baia,per la costruzione della quale sono stati spesi miliardi e che non è mai entrata in funzione perché “inagibile”…

Il progetto numero otto e la sua attuazione sono stati al centro del dibattito cittadino per mesi,riguarda infatti la tanto contestata “CASA COMUNALE”,voluta fortemente dal sindaco ma non accessibile ai cittadini. Il restauro della villa ottocentesca è costato ben 7 milioni di euro! Soldi che provenivano dal fondo FAS dell’unione europea. Il fondo FAS è il Fondo Aree Sottosviluppate,e l’utilizzazione di questi soldi deve rispettare precise direttive. Essi possono essere usati,come sancisce la delibera Regionale 1999/2006,solo nei seguenti ambiti “Reti e snodi di servizio,risorse naturali,sviluppo locale,turismo-beni e risorse culturali e ambientali,ricerca scientifica e società dell’informazione,sistemi urbani-città,sicurezza”. Come è chiaro quindi questi soldi non possono essere usati per la ristrutturazione di stabili che ospitino gli uffici del sindaco. In realtà il progetto iniziale,con il quale il comune ha ottenuto i fondi,prevedeva la creazione all’interno della villa di un grande polo culturale. In corso d’opera però il sindaco ha decretato che quella sarebbe stata la sua residenza ed ha trasferito lì i suoi uffici,dichiarando più volte “Villa Cerillo resterà la nuova residenza lavorativa del primo cittadino di Bacoli e non ospiterà mai e poi mai la biblioteca comunale!”.
(
http://freebacoli.blogspot.com/2009/05/villa-cerillo-biblioteca-comunale-o.html)

L’assurdità dell’operato del sindaco è stata sottolineata più volte anche in consiglio comunale da alcuni consiglieri che hanno ribadito si è truffato lo stato, la regione e la Comunità Europea e perciò invito a trasferire immediatamente tutti gli uffici amministrativi alla sede di via Lungolago, e di adibire la struttura a polo culturale come per legge".Ed ancora "Il progetto originario della Villa Cerillo, grazie al quale abbiamo ricevuto i fondi europei, sicuramente prevede una serie di funzioni che non sono di tipo amministrativo; quindi credo che sia una situazione provvisoria e non definitiva perché si può rischiare la revoca del finanziamento."
Insomma credo che la vicenda sia abbastanza chiara,il sindaco ha speso ben 7 milioni di euro per ristrutturare una villa che doveva servire per scopi culturali ma poi l’ha trasformata in un bunker privato,violando tutti gli accordi presi e truffando in questo modo l’Unione Europea. C’è da chiedersi come mai una cifra così alta è stata spesa per uno scopo così poco utile alla cittadinanza. E’ lecito affermare che i soldi potevano essere spesi molto meglio,anche perché il paese ha un gran bisogno di investimenti,e poi ci raccontano che i soldi non ci sono…

Credo che dopo quest’ultimo sperpero di denaro pubblico possiamo terminare (per ora),aspettando la prossima parte…

sabato 13 giugno 2009

Risposta all'articolo

Stanchi di dover ripetere sempre le solite cose, affidiamo la giusta risposta all'articolo "La sindrome dei rifiuti, la sinistra li vede anche quando non ci sono" di Giancristiano Desiderio sul Corriere del Mezzogiorno a questi video, oltre a quelli presenti a destra del blog.





Intercettazioni: insulto alle vittime di mafia

Sono passati all’incirca cinque anni dalla morte di Gelsomina Verde, una ragazza di 22 anni torturata ed uccisa con un colpo alla nuca durante la faida di Scampia perchè fidanzata per alcuni mesi con un uomo appartenente al clan degli Scissionisti. Il corpo venne gettato nella sua automobile e dato alle fiamme, trasformandolo in un "tronco irrigidito, tutto nero, il volto solo un teschio annerito, le gambe scuoiate dalle fiamme" (Roberto Saviano, Gomorra pag. 95). Cosimo Di Lauro, figlio del famigerato boss Paolo Di Lauro, meglio conosciuto come Ciruzzo ’o milionario, venne condannato sei mesi fa all’ergastolo, essendo ritenuto dai magistrati il mandante dell’efferato omicidio. Ugo De Lucia, l’esecutore materiale, era stato anch’egli condannato due anni prima. I giudici in tutto comminarono 120 anni di carcere ai responsabili della sanguinosa faida.


Perchè rievocare questa pagina nerissima della millenaria storia di Napoli, dell’Italia? Perchè gli arresti eseguiti dalla magistratura contro i killer dei Di Lauro e degli Scissionisti e le relative condanne penali sono state inflitte grazie al supporto decisivo di un enorme quantitativo di intercettazioni ambientali e telefoniche, come sottoscrivono i giudici. Telefonate che, insieme all’apporto delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, divengono schiaccianti nella risoluzione di un processo come quello di Gelsomina Verde, ma non solo. Il ddl intercettazioni approvato in Parlamento blocca anche questo tipo di processi. Difficilmente oggi sapremmo i nomi degli assassini di Gelsomina e di tante altre vittime di mafia e di camorra. Senza la possibilità di poter intercettare, non si sarebbero potuti comminare i 120 anni di ergastolo ai criminali responsabili della faida di Scampia. Boss e affiliati, che già escono fin troppo facilmente dalle prigioni, avranno una forte chance in più di beffare la magistratura, ingolfata già all’inverosimile di pratiche e processi arretrati, viene ora aggravata ancor di più dall’introduzione del reato di clandestinità, prevista dal "pacchetto sicurezza" del governo, nella volontà politica e mediatica di trasformare il lavavetri marocchino e il rom negli untori della bella e felice società italiana. Ecco perchè sostanzialmente, senza troppi giri di parole, il provvedimento del governo sulle intercettazioni è un insulto bello e buono a tutte le vittime innocenti di mafia, di ’ndrangheta e di camorra. Ed apre a scenari di maggiore repressione sulle attività investigative degli organi giudiziari.


Bacio Alfano

Il procuratore di Torino, Giancarlo Caselli, ha addirittura definito il provvedimento del centrodestra: "Siluro alla sicurezza di tutti i cittadini e impunità per fior di delinquenti". Non è possibile che per mettere al sicuro politici ed imprenditori mariuoli o un Marcello Dell’Utri o un Salvatore Cuffaro, condannati entrambi per concorso esterno in associazione mafiosa, un reato la cui eccezionale gravità noi Italiani forse abbiamo dimenticato, si debba mettere a repentaglio la gracile sicurezza della Nazione, che consiste non già nell’arrivo di immig

rati bensì nel dilagare della corruzione e nell’aumento del potere delle organizzazioni mafiose. Soprattutto non possiamo

accettare che si getti fango su vittime che non avrebbero potuto avere giustizia senza le intercettazioni, per regio decreto di Papi Silvio e di Alfano "Croce Napoli".


Ps: Ecco cosa partorisce la tolleranza esasperata. Sono anni che campeggia a Via Toledo, centralissima strada di Napoli, un enorme graffito con la scritta "Forza Faiani", inneggiante al gruppo criminale dei Di Biase detti "Faiano" operante in passato nel centro storico cittadino. Uguali scritte campeggiano anche in altre parti della medesima strada e nei vicoletti dei Quartieri Spagnoli. Non rappresentano anche questi degli insulti a chi combatte la criminalità organizzata quotidianamente e a chi ha perso la vita combattendola? Cosa aspettano le autorità a cancellarle queste scritte, ci vuole molto? La memoria delle vittime va conservata, di certo non quella dei carnefici.

giovedì 11 giugno 2009

Impero

Quello di Berlusconi è un nuovo tipo di Impero, dove si vota ma è come se non si votasse a causa della mancanza delle preferenze, dove la legge è uguale per tutti ma più "uguale" per le quattro cariche più alte dello Stato, dove l’informazione racconta solo becera politica, cronaca nera e gossip, ignorando importanti temi come l’ambiente, l’energia, la giustizia, l’istruzione ecc. Dove si firmano il ddl sulle intercettazioni e dove il premier può fare quello che gli pare e piace, dal commettere reati all’organizzare "ludi piccanti" a Villa Cortese, tanto è immune per legge e possiede un solido apparato mediatico capace di distorcere la realtà.
Esulta Luigi Cesaro, divenuto da poco neopresidente della Provincia di Napoli con poco meno del 60% delle preferenze. Con lui esultano il sottosegretario all’Economia, Nicola Cosentino, e il coordinatore vicario(?) in Campania del Pdl Mario Landolfi. I tre, per festeggiare, si fanno ritrarre sempre insieme dai fotografi, quasi a voler rappresentare il futuro triumvirato campano post-Bassolino sotto la benedizione di Papi Berlusconi, uscito ancora una volta indenne dall’ennesima bufera che lo ha riguardato.

Tutti e tre sono indagati per camorra ed ora sono ai vertici della Provincia. Luigi Cesaro in particolare viene accusato di essere referente del clan dei Casalesi. Inoltre il Comune di Sant’Antimo venne sciolto durante il mandato da consigliere del fratello Aniello Cesaro nel 1991 per infiltrazione camorristica (uno dei primi comuni italiani a subire un provvedimento simile).

L’informazione in Campania (e non solo) è stata del tutto unilaterale, con una folta serie di giornali filogovernativi come "Il Roma" e le "Cronache di Napoli" (quest’ultimo citato più volte da Roberto Saviano insieme al Corriere di Caserta, appartenente alla stessa casa editrice, riguardo il famoso ed infamante articolo su Don Peppino Diana e non solo), fautori appunto del Pdl. "Il Mattino" poi non è stato da meno. Ma nessun giornalista, nemmeno televisivo, si è preso la briga di ricordare che i tre "uomini nuovi" sono indagati di reati pesantissimi e che dunque dovrebbero farsi da parte. Si preferisce piuttosto esaltare una figura come Cesaro che, con tutto il rispetto, non riesce a costruire un discorso che abbia un filo logico. Si preferisce ricordare che Berlusconi ha tolto l’immondizia da Napoli, cosa ovviamente falsa e che viene spacciata come un successo straordinario (mentre non è altro che il ripristino di una gestione ordinaria). Ma su questo punto ci sta pensando la magistratura a togliere almeno un po’ di aura magica attorno al falso successo del centrodestra.

Impero che, dal livello regionale e provinciale, si sviluppa anche sul piano nazionale. Il ddl sulle intercettazioni è stato approvato dal governo con la fiducia col beneplacito di Angelino Alfano, uomo dalle tante conoscenze. Oltre ad essersene fregati altamente delle proposte di modifica al ddl arrivate addirittura dal procuratore antimafia Piero Grasso per combattere meglio la mafia, con un Ghedini strafottente ed arrogante come al solito e al servizio di Berlusconi (queste cose accadono quando si ha l’avvocato del premier come parlamentare), il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, figura che dovrebbe essere garante della democrazia, proprio il giorno prima del voto di fiducia sulle intercettazioni, si è sentito in dovere di biasimare ulteriormente la magistratura per "eccessivo protagonismo" (mentre i politici presenti ovunque in televisione non fanno per niente protagonismo, assolutamente!). Proprio le intercettazioni sono state indispensabili per il recente arresto di numerosi componenti del clan camorristico Terracciano e per il sequestro di beni del valore di 20 milioni di euro; sodalizio criminale quello dei Terracciano che controllava una grossa fetta di locali notturni in Toscana tramite estorsioni, usura, prostituzione, scommesse, finanziamenti illeciti e gioco d’azzardo. Ora le organizzazioni criminali saranno ancora più tutelate.

Noemi non è bastata. Quelle ragazze in topless nella villa di Berlusconi non sono bastate. Quel tipo (il premier polacco Topolanek?) fotografato senza pudore non è bastato. La corruzione dell’avvocato Mills non è bastata. Se gli Italiani hanno compreso l’insita pericolosità di Berlusconi e del suo partito, come dimostrano i risultati delle elezioni Europee caratterizzate da astensionismo e da pochi voti per il governo nonostante l’impero mediatico a disposizione, perchè la sinistra continua a tacere e a perseguire una debole opposizione? Perchè queste leggi fanno comodo anche ai politici di sinistra, è ovvio. E allora? Che si fa? Si può soltanto constatare che il potere politico ha travalicato i confini che gli spettavano e gli organi giudiziari ne stanno pagando le conseguenze.

In un Impero non si chiede il parere ai cittadini, non si garantiscono norme uguali per tutti e non viene rispettata la giustizia. Ma questo è un nuovo tipo di Impero, che non si trova nel passato e che non può essere paragonato all’Impero fascista o a qualunque altra forma di dittatura. Una sola cosa è certa: in tutti gli imperi o dittature il processo totalitario non si ferma mai a metà strada, ma prosegue fino in fondo.