L'Arenile (Fonte: Facebook) |
La scelta di Francesco Floro Flores come futuro commissario di Bagnoli, e dell'attuale commissario Salvo Nastasi in procinto di lasciare, è di fatti sintomatico della crescente centralità dell'industria del divertimento nell'area flegrea. Mentre il burocrate Nastasi si fa le ossa al Ministero dei beni culturali, l'imprenditore Floro Flores diventa gestore dello Zoo e dell'Arena Flegrea, due grandi "driver" dell'intrattenimento made in Partenope, grazie alle buone entrature con l'attuale amministrazione comunale. A suggellare il nuovo patto tra politica locale e imprenditoria è l'esplosione delle attività di intrattenimento sul litorale bagnolese, come racconta Riccardo Rosa sulle colonne digitali di Napolimonitor.it:
Arenile di Bagnoli, Alma Flegrea, Club Partenopeo (ex Voga), HBTOO, Chapeau, Neasy, Yama (ex Riva), Veliero, Naif, Nero, sono i nomi dei locali che dal giovedì alla domenica richiamano sul litorale flegreo migliaia di persone. Locali di ogni tipo: dal colosso della musica dal vivo e da discoteca, fino al pub che Città della Scienza ha aperto lato mare senza troppo pudore, mettendo a reddito le proprie concessioni con un’attività che di didattico ha ben poco, negli stessi momenti in cui si faceva un gran rumore per provare (invano) a mettere in discussione la ricostruzione sulla costa dei suoi edifici. Oltre ai locali notturni, di fronte alla spiaggia di Coroglio e all’inizio del pontile di Nisida, c’è il Lido Pola, centro sociale occupato e poi riconosciuto “bene comune” dal sindaco de Magistris. Il Lido ha altre attitudini e obiettivi rispetto alle discoteche del vicinato, ma per finanziare le proprie attività sul territorio propone un cartellone musicale altrettanto fitto, che contribuisce ad attrarre gente in un imbuto di strade strette la cui unica via di fuga diventa il mare.A questo elenco bisogna aggiungere lo Scirocco Bay aperto di recente all'interno del Circolo Ilva, una volta simbolo della solidarietà e del mutuo soccorso operaio, oggi associazione polisportiva che tra le sue attività ha aggiunto le serate musicali. Proprio di recente si è aperto un contenzioso con il Comune per la revoca delle autorizzazioni: il presidio-operaio-che-fu avrebbe sforato l'orario concesso. La parola ora è passata ai giudici amministrativi.
Il litorale flegreo |
Il Neasy di Coroglio |
Non è la scarsità delle merci industriali a inquietare la classe media disagiata bensì la scarsità strutturale dei beni posizionali che garantiscono il riconoscimento. Non c'è modo di garantire a tutti l'accesso ai medesimi beni posizionali, proprio perché in quanto posizionali è la loro distribuzione ineguale a determinarne la domanda. […] La storia del pensiero economico, a partire dal dibattito tra Ricardo e Malthus sul consumo improduttivo, dovrebbe averci convinto del fatto che la "corruzione dei costumi" non è soltanto un effetto collaterale dell'accumulazione ma addirittura un suo meccanismo di regolazione. Si tratta, come abbiamo visto, di stimolare i consumi per non subire le conseguenze della sovrapproduzione.
Le economie avanzate in decadenza come la nostra, secondo Ventura, assistono ad una crescita esponenziale del settore terziario a scapito del primario e del secondario: per impedire, o quantomeno rallentare l'avvento delle crisi di sovrapproduzione, il sistema si preoccupa infatti di formare una classe consumatrice allo scopo di consumare il surplus produttivo. Anche l'industria del divertimento risponde a questa esigenza. Grazie ai progressi tecnologici nel campo dell'informatica, oggi il divertimento 2.0 rientra a pieno titolo nel settore terziario avanzato, ossia in quello che alcuni economisti chiamano "quaternario", formato dai servizi informatici e in generale del lavoro intellettuale, compresa l'industria dello spettacolo e dei divertimenti, svolgendo egregiamente la funzione di consumo improduttivo.
La sosta abusiva su via Coroglio |
Per questo occorre che le istituzioni tornino ad assumere il loro ruolo di regolamentazione degli interessi economici. Fino ad oggi si sono limitate, vuoi per ignoranza, vuoi per interesse, ad assecondare le trasformazioni sulla base della logica del laissez-faire, che quaggiù si traduce nel trasferire il potere a soggetti diversi dalle istituzioni statali, e legittimare una gestione privatistica e abusiva degli spazi pubblici. Neanche i protagonisti de La dismissione di Ermanno Rea avrebbero potuto immaginare che il simbolo dell'orgoglio industriale napoletano si sarebbe trasformato in una Ibiza dei poveri: se la moglie Rosaria lo avesse intuito, avrebbe piantato fin dal principio il povero Vincenzo Buonocore e la sua ossessione per lo smontaggio delle colate continue.
Non credo si potesse descrivere meglio la situazione
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