martedì 18 settembre 2018

Mani su Bagnoli - L'Industria del Divertimento


L'Arenile (Fonte: Facebook)
Era il 1995 quando un (relativamente) sconosciuto Umberto Frenna, imprenditore ed ex militante della sinistra radicale, riuscì ad accaparrarsi un appezzamento di spiaggia a Bagnoli per realizzarvi i primi eventi musicali. Quell'anno segnò la nascita della discoteca l'Arenile, oggi uno dei principali punti di ritrovo del by night partenopeo, il cui battesimo coincideva con i funerali dell'Ilva in dismissione. Erano anche gli anni di Antonio Bassolino e del suo "Rinascimento napoletano": il ritorno d'immagine della città attraversata dai capi di governo del G7 apriva prospettive inedite, e la politica dei grandi eventi divenne una parte essenziale dell'azione amministrativa. Per Bagnoli furono delineati piani regolatori imperniati sulla riconversione dei vecchi impianti industriali in grandiosi poli della conoscenza e della produzione culturale, talmente immaginifici da poter funzionare però soltanto in un contesto storico di forte sviluppo economico. Al contrario la chiusura dell'Ilva stava lì a testimoniare il fallimento delle politiche economiche di Stato (non viste di buon occhio dall'Unione Europea) e l'avvento graduale della recessione. Quei piani regolatori erano perciò il pretesto per creare pesanti apparati amministrativi - come la fallita Bagnolifutura SpA - volti a garantire rendite di posizione ad una casta di amministratori e dirigenti pubblici, che oggi sono finiti in buona parte alla sbarra per la mancata bonifica dei suoli inquinati. Il presunto rinascimento napoletano offriva la copertura ideologica alla megalomania di quei progetti, a cui ha fatto seguito senza soluzione di continuità la "rivoluzione arancione" del sindaco Luigi de Magistris, che ne ha raccolto il testimone ridimensionando quella linea politica sulla base di un contesto finanziario molto più modesto e frammentato ma altrettanto pretenzioso. I risultati del connubio tra la costruzione del proprio personaggio incentrata sulla figura del ribelle e gli accordi con l'imprenditoria partenopea impegnata nell'industria del turismo e dei divertimenti sono visibili nelle cronache di questi giorni, e in particolare proprio nel territorio di Bagnoli.

La scelta
di Francesco Floro Flores come futuro commissario di Bagnoli, e dell'attuale commissario Salvo Nastasi in procinto di lasciare, è di fatti sintomatico della crescente centralità dell'industria del divertimento nell'area flegrea. Mentre il burocrate Nastasi si fa le ossa al Ministero dei beni culturali, l'imprenditore Floro Flores diventa gestore dello Zoo e dell'Arena Flegrea, due grandi "driver" dell'intrattenimento made in Partenope, grazie alle buone entrature con l'attuale amministrazione comunale. A suggellare il nuovo patto tra politica locale e imprenditoria è l'esplosione delle attività di intrattenimento sul litorale bagnolese, come racconta Riccardo Rosa sulle colonne digitali di Napolimonitor.it:

Arenile di Bagnoli, Alma Flegrea, Club Partenopeo (ex Voga), HBTOO, Chapeau, Neasy, Yama (ex Riva), Veliero, Naif, Nero, sono i nomi dei locali che dal giovedì alla domenica richiamano sul litorale flegreo migliaia di persone. Locali di ogni tipo: dal colosso della musica dal vivo e da discoteca, fino al pub che Città della Scienza ha aperto lato mare senza troppo pudore, mettendo a reddito le proprie concessioni con un’attività che di didattico ha ben poco, negli stessi momenti in cui si faceva un gran rumore per provare (invano) a mettere in discussione la ricostruzione sulla costa dei suoi edifici. Oltre ai locali notturni, di fronte alla spiaggia di Coroglio e all’inizio del pontile di Nisida, c’è il Lido Pola, centro sociale occupato e poi riconosciuto “bene comune” dal sindaco de Magistris. Il Lido ha altre attitudini e obiettivi rispetto alle discoteche del vicinato, ma per finanziare le proprie attività sul territorio propone un cartellone musicale altrettanto fitto, che contribuisce ad attrarre gente in un imbuto di strade strette la cui unica via di fuga diventa il mare.
A questo elenco bisogna aggiungere lo Scirocco Bay aperto di recente all'interno del Circolo Ilva, una volta simbolo della solidarietà e del mutuo soccorso operaio, oggi associazione polisportiva che tra le sue attività ha aggiunto le serate musicali. Proprio di recente si è aperto un contenzioso con il Comune per la revoca delle autorizzazioni: il presidio-operaio-che-fu avrebbe sforato l'orario concesso. La parola ora è passata ai giudici amministrativi.


Il litorale flegreo
L'intrattenimento rappresenta quindi l'ultima frontiera dello sviluppo economico, forse l'unica da queste parti in grado di assorbire manodopera (non importa se precaria o in nero) e di attrarre centinaia di migliaia di persone ogni anno. Il che però suona anche come un sinistro ammonimento per gli abitanti di Bagnoli, quasi a voler minacciare: o accettate che il progresso segua questa direttrice, oppure scordatevi qualsiasi ipotesi di sviluppo. Legare la prosecuzione delle bonifiche alla rigenerazione urbana attraverso la struttura commissariale voluta da Matteo Renzi (e confermata dal Governo Conte) ha voluto significare questo, al di là delle ragioni tecniche che pure sono state addotte. Questo nuovo che avanza lo stanno sperimentando loro malgrado i residenti degli edifici a ridosso delle discoteche, stretti tra la morsa delle caotiche serate danzanti e l'inquinamento del territorio. In una sorta di keynesismo alla rovescia, le istituzioni si preoccupano di foraggiare questa crescita concedendo suoli pubblici a canoni irrisori, mentre per le bonifiche possono trascorrere decenni senza che sia stata ancora messa in sicurezza l'ex Eternit ricolma di amianto (secondo il cronoprogramma, la bonifica dovrebbe partire entro questo mese).


Il Neasy di Coroglio
Questo perché l'intera Napoli vive un periodo di forte crescita dell'offerta dei luoghi di intrattenimento. I critici del fenomeno parlano di "barettizzazione", ovvero dell'insediamento caotico di attività commerciali legate al cibo e alla musica in zone densamente abitate e di particolare pregio paesaggistico-monumentale. La riscoperta del by night affonda però le sue radici in un contesto fortemente mutato. Mentre a cavallo tra gli anni '80 e '90 lo scopo principale della clientela era il divertimento fine a sé stesso a cui si accompagnava volentieri il consumo di stupefacenti come l'eroina, oggi l'accesso ai luoghi del divertimento ha accentuato il suo carattere di bene posizionale da ostentare, di status, e la competizione si è fatta man mano più agguerrita soprattutto tra i giovanissimi. In assenza di qualsivoglia programmazione di sostegno alle imprese del territorio, ci hanno pensato i social network a dare slancio al settore dei divertimenti, grazie alla possibilità di veicolare all'istante migliaia di contenuti multimediali tramite il proprio profilo Facebook o Instagram. Ancora una volta essi hanno svelato la loro vera natura: lungi dall'essere strumento di interconnessione tra le persone, il social si comporta anzitutto come stimolatore della domanda di beni e servizi, particolarmente efficace in tale settore. Il cliente mostra al mondo la sua presenza all'evento e le aziende dell'intrattenimento sfruttano le possibilità offerte dai social per diffondere gli appuntamenti musicali, ricorrendo alla capillarità della comunicazione che il web consente tramite grafiche accattivanti: in questa logica le bellezze naturali diventano insospettabili complici di un business che ne cattura i tratti più incantevoli - un tramonto sul golfo, la luna sul mare, il profilo dei Campi Flegrei - per essere diffusi sul web accanto a dj console, gente danzante e luci psichedeliche. Essere lì, parteciparvi, è questione di status. Raffaele Alberto Ventura analizza questo fenomeno nel suo libro Teoria della classe disagiata per descrivere il volto del capitalismo odierno convertitosi ai profitti della terziarizzazione più selvaggia:

Non è la scarsità delle merci industriali a inquietare la classe media disagiata bensì la scarsità strutturale dei beni posizionali che garantiscono il riconoscimento. Non c'è modo di garantire a tutti l'accesso ai medesimi beni posizionali, proprio perché in quanto posizionali è la loro distribuzione ineguale a determinarne la domanda. […] La storia del pensiero economico, a partire dal dibattito tra Ricardo e Malthus sul consumo improduttivo, dovrebbe averci convinto del fatto che la "corruzione dei costumi" non è soltanto un effetto collaterale dell'accumulazione ma addirittura un suo meccanismo di regolazione. Si tratta, come abbiamo visto, di stimolare i consumi per non subire le conseguenze della sovrapproduzione.

Le economie avanzate in decadenza come la nostra, secondo Ventura, assistono ad una crescita esponenziale del settore terziario a scapito del primario e del secondario: per impedire, o quantomeno rallentare l'avvento delle crisi di sovrapproduzione, il sistema si preoccupa infatti di formare una classe consumatrice allo scopo di consumare il surplus produttivo. Anche l'industria del divertimento risponde a questa esigenza. Grazie ai progressi tecnologici nel campo dell'informatica, oggi il divertimento 2.0 rientra a pieno titolo nel settore terziario avanzato, ossia in quello che alcuni economisti chiamano "quaternario", formato dai servizi informatici e in generale del lavoro intellettuale, compresa l'industria dello spettacolo e dei divertimenti, svolgendo egregiamente la funzione di consumo improduttivo.
La sosta abusiva su via Coroglio
Anche Napoli, e in particolare Bagnoli, rientrano in queste dinamiche globali. Per offrire un quadro quanto più possibile aderente alla realtà occorre tuttavia tener conto della logica da capitalismo di rapina che domina a queste latitudini, dove veniamo schiacciati da una borghesia violenta che in certi casi assume i connotati di mafiosità (si veda il sequestro al clan Contini del club Partenopeo), che si appropria degli spazi pubblici attraverso la lottizzazione del litorale, la violazione dei limiti prescritti per l'inquinamento sonoro, il parcheggio abusivo, la tolleranza degli organi di polizia. In questo magma incandescente diventano fenomeno endemico le risse, gli accoltellamenti e finanche gli omicidi, come quello del giugno scorso in cui fu ucciso a colpi di pistola un ragazzo di 28 anni fuori ad una delle discoteche del litorale di Coroglio.

Per questo occorre che le istituzioni tornino ad assumere il loro ruolo di regolamentazione degli interessi economici. Fino ad oggi si sono limitate, vuoi per ignoranza, vuoi per interesse, ad assecondare le trasformazioni sulla base della logica del laissez-faire, che quaggiù si traduce nel trasferire il potere a soggetti diversi dalle istituzioni statali, e legittimare una gestione privatistica e abusiva degli spazi pubblici. Neanche i protagonisti de La dismissione di Ermanno Rea avrebbero potuto immaginare che il simbolo dell'orgoglio industriale napoletano si sarebbe trasformato in una Ibiza dei poveri: se la moglie Rosaria lo avesse intuito, avrebbe piantato fin dal principio il povero Vincenzo Buonocore e la sua ossessione per lo smontaggio delle colate continue.

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