venerdì 29 marzo 2019

Mani su Bagnoli - Capitalismo all'Italiana


L'edificio che un tempo ospitava lo storico liceo "Labriola" è interessato negli ultimi giorni da alcuni lavori di ristrutturazione che ne stanno alterando la configurazione. Ex allievi e residenti del quartiere commentano con nostalgia l'evento, scambiandosi il ricordo di un luogo che ha formato generazioni di studenti fino a pochi anni fa, quando l'istituto ha traslocato nei nuovi moduli realizzati in via Terracina.

La proprietà del bene è stata acquisita di recente da una società, la Gesmin srl, specializzata in "locazione di beni immobili propri e sublocazione", con sede a via Artemisia Gentileschi 26. L'impresa esecutrice dei lavori è la Sigea costruzioni, con sede a via Cornelia dei Gracchi 28/C, quartier generale del gruppo napoletano "Quick - No Problem Parking" (di cui Sigea fa parte), leader nella gestione dei parcheggi in Italia, presente in dieci regioni con oltre 50mila posti auto. La società è nota per l'Agorà Morelli, il garage costruito nelle cavità tufacee del Chiatamone e premiato come il parcheggio più bello del mondo. Come risulta dal sito web, la holding è presieduta da Massimo Vernetti, attuale presidente della Confcommercio Napoli, mentre il pacchetto azionario è detenuto all'82% dalla Fin Posillipo Spa, società di consulenza finanziaria e commerciale che ruota attorno alla potente famiglia Petrone, imprenditori attivi nel settore farmaceutico (condannati in primo grado per alcune gare giudicate illecite), e che condivide la stessa sede legale con la Gesmin
L'ex liceo scientifico "A. Labriola"

La holding sembrerebbe dunque interessata a realizzarvi degli uffici con l'obiettivo di espandersi ulteriormente nell'area flegrea, dove già è presente con la gestione di ben quattro parcheggi tutti localizzati nei pressi della Mostra d'Oltremare. D'altronde l'ex Labriola si trova a poca distanza dal nuovo parcheggio di servizio della fermata Bagnoli-Agnano Terme della linea 2, attualmente gestito dalla ANM, la partecipata dei trasporti di proprietà del Comune, che da tempo tuttavia naviga in cattive acque. Il parcheggio, aperto nel 2016, è di gran lunga sottoutilizzato con i suoi 330 posti e non è custodito. Uno scenario destinato a mutare qualora si definisse la destinazione dell'ex Collegio Ciano, il grosso complesso edilizio che ha ospitato per decenni gli uffici della NATO, di proprietà della Fbnai - Assistenza per l'infanzia, e che al momento ospita un numero limitato di associazioni polisportive, in attesa che il Comune approvi il piano urbanistico attuativo per poter entrare a pieno regime. Il masterplan approvato dal Consiglio comunale assegna diversi spazi alla sosta nell'ex base: centinaia di posti che potrebbero far gola ad imprese come la Quick, replicando il modello già sperimentato per la Mostra d'Oltremare, dove al privato sono stati concessi tutti i parcheggi disponibili. Maria Patrizia Stasi, presidente di Fnbai, stima il costo dell'adeguamento pari a 250 milioni di euro, necessari per trasformare l'ex base nel Parco della conoscenza e del tempo libero. Soldi che si aggiungono agli investimenti che dovranno essere realizzati nella rigenerazione urbana dell'area industriale di Bagnoli, i cui costi si aggirano intorno a 1,8 miliardi di euro. Proprio nel piano di bonifica e rigenerazione (PRARU) si parla di almeno 5500 posti auto da costruire in funzione dei vari attrattori del futuro parco urbano (residenze, centri ricerca, lungomare ecc).

Per Bagnoli sembra dunque delinearsi il solito modello imprenditoriale all'italiana, dove la politica cede al privato quote sempre più consistenti di infrastrutture e spazi pubblici. Ai segnali suesposti bisogna aggiungere la conferma del commissariamento e l'intervento sempre più massiccio della Cassa Depositi e Prestiti nella vita economica della città (di cui il commissario Francesco Floro Flores è consigliere di amministrazione): se da un lato ciò assicura un futuro politico alla classe dirigente locale, dall'altro sottrae quote di sovranità agli organi territoriali, e in ultima istanza ai cittadini napoletani, con l'obiettivo di affidarne appunto la gestione ai soliti gruppi d'impresa. E meno male che qualcuno al Governo parlava di decrescita felice

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