mercoledì 11 maggio 2011

Crisi rifiuti: Ricatto a Napoli


Tremila tonnellate di rifiuti, decine di roghi, spazzatura ovunque. Napoli è di nuovo al collasso. Da una parte Berlusconi accusa, non senza apparire ridicolo, i pm di avergli chiuso le discariche a fini elettorali; dall'altra le amministrazioni di centrodestra della Regione e della Provincia, dopo più di un anno dal loro insediamento, continuano a lamentare le negligenze della vecchia gestione di centrosinistra. Questo scaricabarile serve a nascondere la volontà politica di far proseguire questa crisi ancora a lungo, almeno in attesa dell'esito delle elezioni comunali.

E' il mese di maggio, pieno periodo primaverile. La luce del sole torna a rischiarare i vicoli e le strade della città e sembra invitare gli abitanti ad uscire dalle case. Una passeggiata vicino al mare, in una giornata come questa, vuol dire tornare a pregustare l'atmosfera dell'estate e il sogno di una meritata vacanza dopo un inverno di duro lavoro. Ma questo maggio è anche, meno poeticamente, il mese delle elezioni amministrative. Il 15 e 16 Maggio anche i Napoletani, come in molti altri Comuni e Province d'Italia, saranno chiamati ad eleggere i propri amministratori e il primo cittadino.

Tracciare un bilancio dell'ultra decennale amministrazione comunale di centrosinistra, dominata dalle figure (o figurelle) di Rosa Russo Iervolino e Antonio Bassolino, vuol dire volersi fare seriamente del male. Sotto di essi Napoli è stata schiacciata ed umiliata come mai nessuno avrebbe potuto immaginarsi; l'intero elenco delle cose da fare è stato disatteso e persino rovesciato: traffico, gestione rifiuti, sicurezza, decoro urbano, manutenzione, lavoro, opere pubbliche. Nemmeno uno di questi punti è stato gestito, se non in maniera eccelsa, perlomeno ordinariamente e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, con l'Esercito che è tornato a spalare montagne di rifiuti cercando così di limitare la portata della figuraccia del miracolo berlusconiano in tema di munnezza, soprattutto ora che Berlusconi verrà il 13 Maggio in città a presenziare la chiusura della campagna elettorale del candidato sindaco Gianni Lettieri. 

Proprio l'emergenza rifiuti è diventata l'occhio del ciclone che divora tutto. Le migliaia di tonnellate di rifiuti accatastate nelle strade ricompaiono, guarda caso, pochi giorni prima delle elezioni, come fu durante le politiche del 2008 in cui Berlusconi si prodigò per creare il “miracolo” delle strade pulite. I rifiuti per strada offrirono al Governo la possibilità di aprire 10 nuove discariche militarizzate, tra cui quella di Chiaiano, e la messa in cantiere di 5 inceneritori su tutto il territorio regionale.

Su Chiaiano, in verità, parlare di vergogna di Stato sarebbe fin troppo un eufemismo. A maggio del 2008 si decise di realizzare la discarica nel Parco delle Colline, l'unico polmone verde di Napoli, e il quartiere venne prontamente occupato da oltre mille agenti dei reparti mobili col compito di reprimere le proteste della popolazione; una scena già vista e ripetutasi sempre più frequentemente nel corso degli anni (come scordarsi quegli enormi presidi armati in Val di Susa contro i manifestanti No Tav o Roma blindata a dicembre contro gli studenti?)

Poco dopo l'occupazione poliziesca, la cava venne presidiata da centinaia di soldati armati e posta sotto la gestione diretta della Presidenza del Consiglio mediante l'ex sottosegretario Bertolaso. Polizia ed esercito repressero così il pur forte dissenso popolare e, grazie all'applicazione del segreto militare, il Governo poté gestire la cava come meglio ritenesse.

E ad oggi, maggio 2011, in che condizioni si trova Chiaiano? La discarica venne aperta nel febbraio 2009 e dovrebbe chiudere ad autunno di quest'anno. Tuttora funziona a regime ridotto sia perché in fase di esaurimento sia perché parte di essa è posta sotto sequestro per ordine della magistratura. Il motivo di questo sequestro giudiziario si fonda sul fatto che l'argilla e i materiali utilizzati per l'impermeabilizzazione sarebbero risultati scadenti perché provenienti da terreni di proprietà della camorra, provocando in tal modo l'infiltrazione del percolato nel terreno. Ciò sarebbe avvenuto perché la stessa cava, dal 2009 (anno di apertura) ad oggi, sarebbe stata gestita dai Casalesi mediante la ditta Ibi idroimpianti che aveva ottenuto l'appalto emesso dalla Protezione Civile. Sulla Ibi i sospetti sussistevano ben prima dell'inizio dei conferimenti, ma “impedimenti di vario genere”, tra cui non ultimo la decaduta legge 123/08, bloccava sul nascere qualunque inchiesta in proposito. Così la magistratura è arrivata tardi sul luogo del misfatto.

Chiaiano insomma, tra malapolitica, militarizzazione, disinformazione e camorra è stato davvero uno dei tanti ottimi esempi di trasparenza e efficienza offerti dallo Stato italiano.

La crisi rifiuti degli ultimi giorni, come fu quella del 2008 poco prima delle elezioni politiche, appare in tutto e per tutto come un ricatto politico. Lo si capisce perché il territorio interessato dalla presenza dei cumuli in strada non è più l'intera Campania, come tre anni fa, ma soltanto la provincia partenopea e in particolar modo Napoli, per giunta a pochi giorni dalle elezioni. Il nuovo sindaco avrà la città pulita a patto che si adegui al programma di costruzione degli impianti di incenerimento in città, specie ora che la direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili promette, secondo molti, di rendere ancor più appetitosi suddetti impianti ora che il Governo italiano sta iniziando a recepirne i criteri guida.

Insomma, con quale coraggio i partiti chiederanno alla gente di Napoli il voto? Io concludo soltanto con due immagini, ritraenti i candidati Mario Morcone (Pd) e Gianni Lettieri (Pdl)... Tutto cambia affinché nulla cambi. 

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