Sky ha acquisito i diritti del libro Gomorra per girare una fiction di 12 puntate su Scampia. Premessa la contrarietà a chi cerca sempre di censurare il racconto, tuttavia un'iniziativa lodevole sarebbe quella di raccontare la periferia in tutte le sue complessità e, soprattutto, approfondire il legame tra politica e criminalità. Altrimenti avranno ragione coloro che gridano all'ennesima pubblicità negativa per il quartiere e per la città.
Venerdì
11, alle ore 16, è prevista una seduta consiliare della VIII
Municipalità di Napoli per decidere se autorizzare o meno la troupe di
una società per conto di Sky a girare una "fiction"(!) ispirata al
bestseller "Gomorra" di Roberto Saviano, convocata in seguito alla forte opposizione del presidente della municipalità, Angelo Pisani
(PDL). “E' speculazione, ci danneggia” ha affermato in una serie di
interviste. Sulla stessa linea di pensiero si è collocato anche il
sindaco Luigi De Magistris, che in verità sembra aver approfittato di un rancore che da tempo cova nei confronti di Saviano, con le inevitabili polemiche tra i due.
La
presa di posizione del presidente Pisani appare come un monito non solo
per i giornalisti di Sky, ma per chiunque voglia continuare a
raccontare la quotidianità di Scampia e della gente che vi abita. Ma, se
da un lato (a mio parere) la scelta di Pisani ha una chiara impronta
politica, dall'altro pongo in dubbio la sincerità degli autori del
documentario-fiction di Sky. La società di Murdoch non è una rivista di
approfondimento socio-culturale, ma un format televisivo che ha bisogno
di prodotti emozionali che vendano. L'idea di girare una sorta di sequel di Gomorra non può non inoculare la sensazione che si vada lì a girare l'ennesimo reportage shock
fatto di spacciatori, tossicodipendenti, morti ammazzati e camorristi
con la croce in petto. C'è una faida di camorra in corso e va
raccontata, su questo siamo d'accordo. Ma non ci si può accontentare
dell'apparenza: così facendo, al pubblico italiano e straniero si darà
l'ennesimo quadro distorto del territorio, come già capitato con gli
scarni documentari su Napoli prodotti da National Geographic e mandati
in onda proprio da Sky.
La mia proposta? Far firmare a Sky un contratto in cui si autorizzano le riprese, ma con la clausola "Indagare sul perché, dalla faida di Scampia del 2004/05 ad oggi, non è cambiato nulla nel quartiere". Non più una fiction quindi, ma un vero e proprio documentario, che rispondano a poche e precise domande.
Perché le Vele sono ancora lì col loro carico di miseria e di degrado.
Perché la politica non ha fatto niente su quel territorio. Alla favoletta del "non ci sono i soldi", con una pressione fiscale del 45%, ci possono credere soltanto i polli.
Perché le piazze di spaccio, nonostante gli interventi della polizia, sono sempre aperte (al massimo, si spostano nei comuni limitrofi).
A chi e perché giova che quel quartiere (e la città) non risorga.
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