Non siamo oggi più civili di ieri. Semplicemente le scoperte tecnologiche ci hanno fornito gli strumenti per la nostra autodistruzione definitiva.
Le migrazioni sono un fenomeno antico della storia: è così che l'umanità ha iniziato il proprio cammino, sia metaforicamente che fisicamente. In tempi sempre più recenti il fenomeno migratorio ha rappresentato la valvola di sfogo attraverso cui i governi si liberano della propria forza lavoro disoccupata (destinata altrimenti a destabilizzare l'ordine pubblico), nonché un importante strumento di ricchezza economica nel momento in cui gli emigrati inviano le loro rimesse ai familiari rimasti a casa.
Oggi però le migrazioni assumono un aspetto diverso. La cronaca quotidiana ci racconta della fuga di centinaia di migliaia di persone provenienti dall'Africa e dal Medio Oriente verso il continente europeo. Crisi economica, guerre, carestie, persecuzioni sono alcune delle cause millenarie di ogni popolo in fuga. Un rapporto di causa-effetto che in passato poteva collegarsi ai fenomeni naturali, ma che oggi, in una società complessa e tecnologicamente avanzata come la nostra, è il frutto di deliberate scelte politiche, non si sa quanto e come ponderate.
Questa rubrica nasce con l'intento di fornire qualche elemento in più al ragionamento critico intorno all'argomento, prediligendo l'osservazione diretta e la lettura critica degli scritti in materia.
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