domenica 16 settembre 2018

Mani su Bagnoli - Lo scacchiere


Hanno tentato di spiazzare tutti con la tecnica del blitz per proporre il nome di Francesco Floro Flores quale commissario di Bagnoli, dopo che altri nomi avevano pericolosamente iniziato a circolare su alcuni quotidiani (tra cui quello del geologo e senatore M5S Franco Ortolani). Tuttavia questo balzo in avanti ha turbato un piano elaborato già da tempo, rischiando di bruciarne il nome a causa del dilatarsi dei tempi che ne hanno moltiplicato i fattori di dissenso, tanto da costringere il Governo a congelare momentaneamente la nomina e il vicepremier Luigi Di Maio a conferire all'Avvocatura dello Stato l'incarico di vagliare il nome di Floro Flores per il rilievo di eventuali profili di incompatibilità. Mosse per guadagnare tempo, sia chiaro, in attesa che le acque si calmino e che vengano ricalibrati gli equilibri all'interno della compagine governativa, anche perché sul commissario si gioca una partita cruciale per i prossimi appuntamenti elettorali.

Classe 1955, Floro Flores ha dalla sua la capacità e l'intelligenza di aver saputo costruire da solo una realtà imprenditoriale che si snoda tra le tecnologie informatiche e l'aerospazio, settori che vanno ad occupare ben 300 dipendenti negli stabilimenti del gruppo Trefin. L'avvicinamento al mondo della politica inizia nel 2010 con un M5S appena nato, dove stringe relazioni con alcuni degli attuali esponenti del partito, in primis il presidente della Camera Roberto Fico. Allora si propone come candidato sindaco alle elezioni comunali del 2011 (sollevando peraltro notevoli perplessità), ma non supera le primarie interne e se ne allontana (momentaneamente) per stringere rapporti man mano più fitti con il vincitore Luigi de Magistris. I frutti di questa strategia arrivano progressivamente e consentono a Floro Flores di allargare i propri interessi all'industria del divertimento, grazie all'acquisizione dello Zoo e dell'Arena Flegrea dall'ente Mostra d'Oltremare - controllato a maggioranza dal Comune di Napoli - a prezzi modici (sulla concessione dell'Arena a base d'asta di 35mila euro all'anno vi è un esposto dell'associazione Volontari per l'Italia), senza dimenticare l'assunzione del fratello del sindaco, Claudio, nelle società di Floro Flores come esperto di comunicazione.

La svolta però arriva a luglio di quest'anno, quando il Governo Conte lo nomina consigliere di amministrazione in Cassa Depositi e Prestiti, la cassaforte di Stato attraverso cui viene investito il risparmio postale degli italiani nell'acquisizione di imprese di importanza strategica. Tra gli investimenti azionari figura anche Fintecna SpA, controllata al 100% da CdP. Fintecna è la principale creditrice della fallita Bagnolifutura SpA, insieme alla Cementir e ad alcuni gruppi bancari, protagonisti di uno scontro con l'amministrazione de Magistris che le aveva obbligate a bonificare i terreni di loro proprietà sulla base del principio "chi inquina paga". La risposta delle società fu quella di chiedere ed ottenere dal giudice il fallimento della Bagnolifutura SpA per debiti sugli acquisti dei terreni non corrisposti all'epoca della sua costituzione. Attualmente sono in corso una serie di contenziosi tra la curatela fallimentare, l'Invitalia - attuale proprietaria dei suoli da bonificare come da decreto Sblocca Italia - e i creditori sul valore dell'indennizzo, calcolato intorno ai 68 milioni di euro dall'Agenzia del Demanio.

In virtù di tale matassa se di patto M5S - de Magistris non si tratta, come raccontano alcuni giornali non proprio disinteressati, poco ci manca: la nomina di un personaggio vicino ai plenipotenziari locali del M5S (Fico in primis con l'avallo di Di Maio) e al sindaco de Magistris insidia le mire dell'attuale governatore Vincenzo De Luca, che nei giorni scorsi ha indirizzato una missiva al ministro Barbara Lezzi per sottolineare la propria contrarietà alla nomina di Floro Flores, motivandola sulla sussistenza di un potenziale conflitto d'interessi tra le attività gestite dall'imprenditore nell'area flegrea e la carica di commissario, nonché sulla coincidenza tra creditore e struttura commissariale. De Luca si dimostra preoccupato non tanto dal personaggio in sé quanto piuttosto dal concretizzarsi di un accordo che mira a farlo fuori in vista delle elezioni regionali del 2020, e non è sfuggito ai più accorti la visita del consigliere regionale Carmine De Pascale, generale dell'esercito eletto in quota "De Luca Presidente" (lista civica di diretta emanazione del governatore), venuto pochi giorni fa a Bagnoli per un sopralluogo insieme ad alcuni dirigenti locali.  

Il generale De Pascale in visita a Bagnoli (Fonte: Facebook)
Fuori da questi giochi sembra essere la Lega, retta in queste lande dal duopolio formato dal sottosegretario Pina Castiello e dal deputato Gianluca Cantalamessa, forse troppo debole per poter incidere in un territorio, Bagnoli, dove alle ultime elezioni il M5S ha incassato quasi il 60% eleggendo l'attuale presidente della Camera. Per il momento può bastare il feudo di Afragola, dove il giornalista Arnaldo Capezzuto ha ipotizzato un patto di desistenza tra i due alleati di governo per portare il candidato del centrodestra Claudio Grillo a sindaco della città.

Questo per raccontare un quadro (certamente parziale) dei movimenti politici in atto, quelli che avvengono sulla superficie delle cose. Ma che dire invece del "mondo di mezzo", dell'ideologia che sorregge e legittima questi giochi all'ombra di una città che attende da trent'anni una bonifica sacrosanta dopo aver distrutto migliaia di posti di lavoro? Sul presunto rilancio di Bagnoli avanza la logica del terziario avanzato imperniato sull'industria del divertimento (da qui il nome di Floro Flores), dove l'edilizia ricopre un ruolo importante ma non più centrale come nel passato. Ne parlerò nel prossimo articolo.

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