Parole,parole,parole…non è solo il titolo di una famosissima canzone di Mina,ma anche un modo per definire l’operato della nostra classe dirigente,che invece di operare “parla”.
“Finita” l’emergenza rifiuti e spenti i riflettori che erano stati per mesi puntati sulla Campania, tutto sembra tornato alla normalità; ma in realtà è solo uno stato di calma apparente, una tregua, in attesa della prossima emergenza.
Nei giorni concitai dell’emergenza era stato detto ai cittadini: “Mai più rifiuti per le strade,parte la raccolta differenziata”. Questo sogno però è durato molto poco,infatti è svanito in meno di 6 mesi…
La mancata attuazione della raccolta differenziata in molte zone della Campania affonda le sue radici nella notte dei tempi; in Campania norme sull’avviamento della raccolta differenziata erano già presenti prima del “decreto Ronchi” del 1997,che obbligava tutte le regioni a differenziare i rifiuti. Questo decreto ,che prevede l’ “Attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio”,fornisce infatti le direttive per Regioni,Province e Comuni su come gestire i rifiuti. Gli Art. 3 e 4 del decreto riguardano proprio la “Prevenzione della produzione dei rifiuti “e il “Recupero dei rifiuti”,che sono quindi delle priorità per lo smaltimento della spazzatura.
La raccolta differenziata è affidata a tutti gli organi amministrativi,allo Stato spettano “l'indicazione delle misure atte ad incoraggiare la razionalizzazione della raccolta, della cernita e del riciclaggio dei rifiuti”e“l'individuazione delle iniziative e delle azioni, anche economiche, per favorire il riciclaggio ed recupero di materia prima dai rifiuti”(Art.18);alle Regioni spetta invece “la regolamentazione delle attività di gestione dei rifiuti, ivi compresa la raccolta differenziata di rifiuti urbani, anche pericolosi” (Art.19); alle Province spetta poi “l'organizzazione delle attività di raccolta differenziata dei rifiuti urbani e assimilati sulla base di ambiti territoriali ottimali delimitati ai sensi dell'articolo
Insomma tutti sono chiamati a fare la loro parte ma nessuno sembra che,almeno in Campania, l’abbia fatto. Il “decreto Ronchi” prevedeva inoltre all’Art.24 che “In ogni ambito territoriale ottimale deve essere assicurata una raccolta differenziata dei rifiuti urbani pari alle seguenti percentuali minime di rifiuti prodotti:
a) 15% entro due anni dalla data di entrata in vigore del presente decreto;
b) 25% entro quattro anni dalla data di entrata in vigore del presente decreto;
c) 35% a partire dal sesto anno successivo alla data di entrata in vigore del presente decreto”
Se il decreto fosse stato seguito alla lettera entro il 2003 tutti i Comuni avrebbero dovuto avere una percentuale di raccolta differenziata pari al 35%,se non superiore. Ma,come tutti ben sanno,questo non è avvenuto e così il mancato avviamento della raccolta differenziata,unito alla disonestà e alla incapacità della classe politica e agli interessi della camorra,ha fatto si che prendesse vita quella “emergenza rifiuti” che è stata una tragedia per
Quel che è fatto è fatto,si diranno molti,ci sarà servito di lezione. Invece no,passata l’emergenza , nonostante le tante chiacchiere dei politici,non si è passati ai fatti.
Come mostra la carta,nella provincia di Napoli,su 92 comuni solo 35 superano il 50% di raccolta differenziata; nel limbo,sono 15 i comuni che non superano il 20%,mentre sono 7 i comuni che si fermano al 10% (Bacoli,Procida Agerola,Striano, Acerra,Afragola e Melito di Napoli),15 i comuni che non hanno fornito dati sufficienti per il calcolo della percentuale, tutti gli altri hanno una percentuale compresa tra il 30% e il 40%.
Secondo il decreto del 2008 “Ai comuni della regione Campania che non raggiungano l'obiettivo minimo di raccolta differenziata pari al 25 per cento dei rifiuti urbani prodotti entro il 31 dicembre 2009, al 35 per cento entro il 31 dicembre 2010 e al 50 per cento entro il 31 dicembre 2011, fissati dal Piano regionale dei rifiuti adottato con ordinanza del Commissario delegato per l'emergenza dei rifiuti n. 500 del 30 dicembre 2007, e' imposta una maggiorazione sulla tariffa di smaltimento dei rifiuti indifferenziati pari rispettivamente al 15 per cento, al 25 per cento e al 40 per cento dell'importo stabilito per ogni tonnellata di rifiuto conferita agli impianti di trattamento e smaltimento.”
Quindi se entro la fine dell’anno non sarà raggiunto almeno il 25% di raccolta differenziata i comuni inadempienti saranno costretti a pagare il 15% dei costi di discarica;ma dove prenderanno questi soldi? Ovviamente a farne le spese saranno i cittadini,che saranno costretti a pagare una TARSU molto più cara(del 15%),nonostante
Parole,soltanto parole...
già, la cosa irritante è che ci sono le leggi e le stesse delegazioni comunali non si preoccupano di farle rispettare!
RispondiEliminaa catania anni fa avevano messo i cassonetti per la raccolta differenziata, ma poi si è scoperto che tutto veniva scaricato assieme!
grazie per aver linkato il mio blog, ho aggiunto questo all'elenco dei blog che mi linkano... a presto!
adesso sembra che piano piano si stia cominciando a farla sul serio, ma sembra quasi più per volere popolare che per organizzazione comunale!