giovedì 29 agosto 2013

Crollo alla Riviera, il Comune scarica sugli abitanti i costi delle riparazioni


Questa in alto è l'ordinanza che il Comune ha inviato all'amministratore del condominio n. 5 di vico Antonio Serra, vicino all'edificio crollato sei mesi fa alla Riviera di Chiaia. L'ordinanza impone ai condomini di effettuare a proprio carico le opere di messa in sicurezza e di farsi rilasciare dai propri consulenti tecnici un certificato di cessato pericolo, sollevando l'Amministrazione Comunale da ogni responsabilità nei confronti dei terzi per quanto intimato dalla presente ordinanza. Ordinanze analoghe sono state emesse per tutti gli altri civici confinanti con l'area interessata dall'incidente del 4 marzo. 

Con quest'atto, sottoscritto dal dirigente della sicurezza abitativa Spagnuolo e dal sindaco de Magistris, il Comune ha di fatto scaricato sugli abitanti della Riviera i costi delle riparazioni e le responsabilità per qualsiasi ulteriore danno possa verificarsi. Lo stesso Comune che prometteva alle medesime persone, quando si trovavano sfollate negli alberghi, che non vi sarebbero state ripercussioni a loro carico (le registrazioni audio degli incontri tra gli sfollati, de Magistris e il vicesindaco Sodano sono disponibili qui: File 1 / File 2) adesso cambia opinione, provocando l'inevitabile rabbia dei cittadini. 

L'edificio danneggiato dai lavori della Linea 6
La mossa dell'Amministrazione arriva nel momento in cui potrebbe arrivare la conclusione delle indagini preliminari della Procura, che tiene ancora sotto sequestro il cantiere della stazione "Arco Mirelli" del metrò - linea 6, dove il 4 marzo scorso ha avuto luogo l'incidente che ha provocato il crollo di palazzo Guevara. Una vicenda questa, per chi l'ha seguita da vicino, che è emblematica del modo di ragionare di chi in Italia ha la responsabilità dell'incolumità pubblica. Anzitutto, le relazioni scientifiche che hanno consentito alla maggior parte degli abitanti di rientrare nelle loro abitazioni, sono state scritte dagli ingegneri dell'Ansaldo Sts (la ditta appaltatrice dell'opera) e del Comune, cioè dalle stesse persone che potrebbero essere potenzialmente indagate dalla magistratura per il reato di disastro colposo (si parla di quasi trenta avvisi di garanzia). Inoltre, tali relazioni si fondano su sopralluoghi effettuati dai periti del Comitato Scientifico, che sono avvenuti "de visu", ossia mediante controlli visivi ("a uocchie", si dice a Napoli) e senza nessuna verbalizzazione di quanto riportato. Su 400 sfollati iniziali, un centinaio continua a rimanere negli alberghi o presso amici e parenti, in particolare i residenti dei civici 66, 72 (il palazzo crollato) e 81. 

L'unica relazione "sicura", per così dire, sembrerebbe quella illustrata dagli austriaci della ditta Texplor, chiamati dall'Ansaldo per controllare la tenuta dei suoli dopo l'incidente: nella perizia pubblicata dal Mattino, si legge:

"A nostro giudizio, il dilavamento, che ha raggiunto un angolo del palazzo di sinistra, potrebbe creare una situazione di pericolo a causa di tutti i lavori pesanti che sono in corso. Vi chiediamo di considerare questa come una situazione molto grave: di prendere precauzioni immediate sui lavori pesanti e di prendere in considerazione un lavoro di fortificazione del suolo prima di tutto". 

Ricordiamo che la linea 6 dovrebbe congiungere la stazione di Mostra con quella di piazza Municipio, mentre è prevista la costruzione di un altro troncone da 141 milioni di euro per il progetto del deposito-officina a via Campegna, nell'ex Arsenale militare. Attualmente il costo dell'opera si aggira intorno ai 750 milioni di euro, quasi il doppio rispetto ai 390 milioni preventivati ad apertura lavori. Inoltre, una delibera comunale del 2009 prevede il prolungamento fino a Bagnoli presso l'attuale Porta del Parco. Costi preventivati? Nessuno lo sa. Ma visti i risultati, era meglio continuare ad usufruire della vecchia linea tranviaria superficiale.

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