Il polverone è stato scatenato dal sindaco di monte di Procida che ha vietato la balneazione su tutta la fascia costiera comunale e ha convocato un Consiglio Comunale monotematico proprio per riflettere sulla situazione,invitando anche i rappresentati degli altri comuni coinvolti.
La domanda sorge spontanea,è mai possibile che nella nostra Regione si prendano provvedimenti solo quando ormai la tragedia si è consumata? Come mai le istituzioni,ma anche la stampa, regionale e non,solo ora si ricordano che dei cinque depuratori della Campania nessuno funziona a pieno regime?
Eppure le segnalazioni c’erano state,da parte di numerose associazioni cittadine e anche da parte nostra. Il problema è sotto gli occhi di tutti da tempo,sono trenta anni che il depuratore di Cuma non funziona correttamente(in realtà non ha mia funzionato)perché necessita di un forte intervento di ristrutturazione, sono almeno otto anni poi che questi lavori,affidati dalla Regione alla Hydrogest non vengono nemmeno cominciati. Intanto,in tutti questi anni a farne le spese sono stati l’ambiente e i cittadini. L’ambiente,perché basta fare un giro su quel litorale per vedere le condizioni del mare,ma anche dell’aria,che è irrespirabile;i cittadini perché sono costretti da anni a vivere in un territorio malsano,costretti a respirare aria puzzolente,a non poter fare il bagno nel loro mare,a fare i conti con scarichi abusivi di rifiuti tossici che avvelenano la loro terra.
Di chi è allora la colpa? Perché non vengono mai puniti i responsabili?
Per cercare i responsabili è necessario prima chiarire come funzionano i depuratori dal punto di vista amministrativo.
In Campania tutto funziona,o meglio dovrebbe funzionare,come una catena.
I cittadini pagano,per la depurazione delle acque,una tassa ai Comuni che ne girano i proventi alla Regione Campania, affinché questa depuri le acque. La regione Campania però ha affidato cinque depuratori,tra i quali quello di Cuma, ad una società privata,
Nel 2003
L’Hydrogest ha però ricevuto gli impianti solo nel 2006. Il Consiglio di Stato infatti nel
Insomma un vergognoso scaricabarile che va a danno dei cittadini che pagano le tasse ma non sanno queste dove vanno a finire. Una tassa che i cittadini potrebbero anche non pagare vista la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo il pagamento della tariffa di depurazione in caso di mancanza o cattivo funzionamento dell'impianto (Sentenza 335/2008).
Se si ragionano in questi termini i Comuni,
L’Arpac nei giorni nei quali il depuratore sversava direttamente a mare i suoi liquami non ha emesso alcun comunicato per vietare la balneazione sulla fascia costiera interessata dal fenomeno; questo ci porta a pensare che o l’Arpac non fa i controlli,cosa non possibile stando a quanto riferito dall’responsabile della regione Fontana che ha detto pochi giorni fa di aver “appena finanziato un sistema di monitoraggio delle acque costiere con 6 milioni di euro che è già in funzione, oppure che questi controlli non sono fatti in modo corretto…a buon intenditor poche parole.
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