Se tutti però hanno piena coscienza della pericolosità del Vesuvio,che è entrato a far parte dell’immaginario collettivo come simbolo del vulcano per eccellenza,in pochi conoscono l’esistenza e la pericolosità dell’altro vulcano presente nella provincia di Napoli: i Campi Flegrei.
I Campi Flegrei non a caso quindi hanno questo nome, essi infatti “sono una enorme caldera,cioè una vasta depressione, per lo più circolare, che si forma in aree vulcaniche a seguito dell’espulsione di grandi quantità di magma da una camera magmatica superficiale; lo svuotamento della camera magmatica causa il collasso delle rocce soprastanti per mancanza di sostegno e dà origine alla depressione;le caldere possono raggiungere dimensioni anche di alcune decine di chilometri”.
Il fatto che nella zona non avvengano fenomeni di vulcanesimo primario,cioè eruzioni o forti terremoti, non deve indurre i cittadini a pensare che il vulcano sia spento,ma anzi esso versa in uno stato di quiescenza. Secondo alcuni studi quindi “Il comportamento passato e lo stato attuale dellacalderadei Campi Flegrei indicano che essa è un vulcano ancora attivo e che potrà dare in futuro nuove eruzioni. Se un’eruzione dovesse avvenire nelle prossime decine di anni, potrà essere di tipo esplosivo. Pertanto la caldera è un vulcano altamente pericoloso.”
Testimonianza dell’attività vulcanica presente sul territorio,alla quale tutti i cittadini si sono abituati,sono la solfatara e il bradisismo. L’osservatorio vesuviano afferma che “L'area vulcanica dei Campi Flegrei è stata sempre caratterizzata da intensi fenomeni deformativi, con forti variazioni del livello del suolo. Le manifestazioni più recenti di questi fenomeni sono rappresentate dalle due crisi di bradisismo del '70-'72 e del '82-'84, durante le quali si è verificato un sollevamento massimo complessivo di oltre
In relazione allo scenario eruttivo ipotizzato dalla comunità scientifica, e alle carte di pericolosità da questa prodotte per le fenomenologie eruttive,
Per meglio comprendere la pericolosità di questo vulcano basti pensare che il 29 settembre 1538 tuttavia, si è verificata una nuova eruzione che, pur essendo fra le minori dell’intera storia eruttiva dei Campi Flegrei, ha interrotto un periodo di quiescenza di circa 3000 anni e, nel giro di pochi giorni, ha dato origine al cono di Monte Nuovo, alto circa
Ma i comuni e i cittadini flegrei,sono preparati ad affrontare fenomeni di questo genere?
In realtà la maggior parte della popolazione neanche immagina di vivere su un vulcano ancora attivo,infatti l’informazione non è per nulla adeguata e comporta l’ignoranza da parte della popolazione che ignora i rischi che corre nel costruire senza criteri antisismici. Come se non bastasse non sono mai state effettuate prove di evacuazione come quelle fatte per la zona Vesuviana e quindi di fronte all’emergenza la popolazione si troverebbe completamente impreparata. A questo va aggiunto che negli ultimi cinquanta anni il territorio dei Campi Flegrei è stato vittima di un forte abusivismo edilizio,che ha fatto crescere a dismisura la popolazione e che ha fatto costruire su terreni non idonei e senza criteri antisismici. Poche sono infatti le costruzioni che rispettano le normative previste dalla legge per la costruzione su territori a forte rischio sismico,infatti la maggior parte delle abitazioni e dei luoghi pubblici sono costruite in tufo e risalgono almeno a cinquanta anni fa. Le vie di esodo inoltre sono tutt’altro che sufficienti,basti pensare ai comuni di Bacoli e Monte di Procida che,inseriti nella Zona Rossa,sono collegati con il resto della Regione da sole tre strade delle quali una di epoca romana è stretta e sormontata da un arco (Arco Felice),tutt’altro che sicura in caso di terremoto;un’altra (quella di Baia) è aperta a senso alternato perché parte del costone della montagna è crollato per un po’ di pioggia in più,e l’ultima (lo Scalandrone) che è stata costruita proprio come via di fuga,si inerpica su una montagna,è stretta e tortuosa.
Questi sono i rischi che corrono circa 350.000 persone abbandonate al loro destino,costrette a sperare che non accada mai nulla…
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