domenica 27 novembre 2011

Bonifiche sospette: l'ex Italsider di Bagnoli


Meno 5 giorni. A Bagnoli è scattato il countdown per la Coppa America. Se entro questo lasso di tempo non ci saranno le autorizzazioni necessarie permettere l'insediamento di uomini e mezzi dello staff, Napoli potrebbe non ottenere le tanto agognate tappe delle regate di vela, programmate per il prossimo aprile 2012 (salvo un precipitoso spostamento della sede in un'altra area della città) e fortemente volute dal neo sindaco Luigi de Magistris.

Il problema, nemmeno tanto segreto, è l'imminente chiusura delle indagini della Procura di Napoli sulle bonifiche effettuate nell'area dell'ex Italsider che potrebbe portare al sequestro dei terreni, mettendo a repentaglio lo svolgimento dell'America's Cup. Da tempo, infatti, i pm partenopei lavorano ad un fascicolo sulle modalità di bonifica portate avanti da una serie di ditte che hanno ricevuto l'appalto dalla Bagnolifutura, la controllata pubblica le cui azioni sono ripartite tra Comune, Provincia e Regione. Già diverse inchieste giornalistiche e le analisi del prof. Benedetto De Vivo, perito della Procura, hanno dimostrato l'elevata concentrazione di sostanze inquinanti nei terreni sottoposti ad opere di bonifica, nonché i contaminanti rilasciati in mare a causa della colmata mai rimossa, che tuttora rende non balneabili le acque occidentali della città.

Ma è da alcune settimane che circolano indiscrezioni sull'inchiesta, per il momento limitatesi a pochi trafiletti sui giornali locali. In quest'Italia assuefatta a scandali e tangenti, esse non susciteranno scalpore e nessuna o poche conseguenze tra il potere politico. Indiscrezioni, comunque, da accogliere col beneficio del dubbio perché prive di riscontro processuale.

Tammaro Diana è un imprenditore vicino al clan dei casalesi, attualmente collaboratore di giustizia. Le sue dichiarazioni portano al sequestro un mese fa di un terreno vicino Villa Literno, in provincia di Caserta, adibito negli anni passati a discarica abusiva. Rivela Diana dinanzi ai magistrati: “negli anni 2007-2008, all’interno di quest’area, entrando a destra, nella zona ancora non edificata, sono state sotterrate diverse tipologie di rifiuti, tra cui amianto tritato e polverizzato, provenienti dalla demolizione dell’ex Italsider di Bagnoli. I trasporti furono effettuati e curati dalla ditta di Salvatore Liccardi e dalla ditta Eusa facente capo allo stesso Salvatore Liccardi, cugino del boss Roberto Perrone di Quarto (Na) affiliato al clan di Giuseppe Polverino

La EuSa Edilizia Srl ottenne l'appalto per la bonifica della spiaggia antistante l'Arenile di Bagnoli proprio nel periodo in cui, secondo Diana, sarebbero avvenuti i traffici illeciti di amianto (nell'Italsider insisteva una delle principali fabbriche di Eternit). Le carte continuano così: “Il collaboratore dichiarava di aver appreso dello sversamento dei rifiuti al polo nautico direttamente da Salvatore Liccardi che, in più occasioni, aveva visto lo sversamento dei rifiuti tossici e di aver chiesto spiegazioni al Liccardi che, confermando la pericolosità dei rifiuti, gli rappresentava che lui era formalmente “a posto con la documentazione” e che bisognava fare presto a coprire il tutto, raccomandando la massima riservatezza altrimenti avrebbero rischiato di “finire tutti in carcere”....”.

Bagnoli, per chi non lo sapesse, rientra nei SIN, cioè nella lista dei Siti d'Interesse Nazionale. Qualsiasi opera effettuata nell'area necessita del placet del Ministero dell'Ambiente, che si occupa anche di versare i finanziamenti per i lavori. Se l'inchiesta verterà effettivamente su questo fronte e se verranno confermate queste dichiarazioni, ci si dovrà seriamente chiedere quali saranno le conseguenze, che in altri Paesi avrebbe fatto cadere molte teste, dai vertici governativi a quelli locali, soltanto per la loro circolazione tra l'opinione pubblica, senza passare per la conferma dei tribunali, tenendo conto che nell'area si sta per organizzare uno degli eventi sportivi più seguiti al mondo. Al momento, queste dichiarazioni hanno ottenuto appena qualche ritaglio di giornale...

E il destino della America's Cup? Come si dice a Napoli, è bene pensare prima alla salute (quella dei cittadini, in questo caso). E dunque devono essere fatte delle vere bonifiche; soltanto in un secondo momento si potranno organizzare gli eventi. 

mercoledì 23 novembre 2011

Chiaiano, la vera eredità del governo Berlusconi


Quasi tre anni di esercizio ed oltre 700 mila tonnellate di rifiuti stoccate in una cava dove intorno insiste un abitato di 200 mila persone: questo il bilancio di quasi tre anni di sversamenti nella cava di Chiaiano, quartiere facente parte dell'ottava municipalità di Napoli e a ridosso delle cittadine di Marano e Mugnano. Berlusconi puntò su questa "discarica modello" per risolvere l'emergenza rifiuti e costruirsi il consenso iniziale che contraddistinse il suo governo subito dopo le elezioni del 2008. A poche settimane dalla sua chiusura, è ora di fare un bilancio di quella che è diventata l'ennesima pesante eredità per Napoli e il suo territorio.