giovedì 13 aprile 2017

A Coloro che si Candidano



A chi vuole occuparsi della cosa pubblica.

Prima di candidarvi a qualsiasi carica istituzionale, sento di dovervi dare dei consigli.

Valutate la vostra posizione sociale. Se alle spalle avete una storia personale solida, costruita sulla cultura, sul lavoro, sul sacrificio, nessuno potrà imporvi alcunché. Se lo faranno, avrete i mezzi per resistere e contattaccare. Altrimenti vi pisceranno in testa e voi direte che piove. 

Assicuratevi un appoggio disinteressato alla vostra causa. L'interesse muove più facilmente gli uomini verso di voi, ma state sicuri che questi yesmen batteranno cassa al momento opportuno. Un principe in balìa delle armi mercenarie è destinato a perdere (leggersi Machiavelli).

Organizzate un gruppo di persone amiche che vi apprezzano per quel che siete e non per quel che gli promettete. Saranno la vostra spina dorsale durante la campagna elettorale e oltre.

Nei momenti difficili si vedono chi sono gli amici e chi non lo è. Questo è un principio di comune esperienza, ma nei giochi politici la posta in gioco è la vostra stessa vita, e loro ne sono i custodi.

Non fate accordi facili.

Mettetecela tutta e pensate di essere d'esempio per chi vuole perseguire la stessa strada.

Studiate e imitate gli uomini illustri.


Le invidie, i rancori, i litigi e i nemici sono inevitabili. Metteteli in conto fin dall'inizio e calcolate sapientemente chi fronteggiare e chi no. La maggior parte vi scivolerà addosso.

Magari al momento non lo direte, ma è mille volte meglio una sconfitta che una vittoria ottenuta con le armi mercenarie. Queste sono facili ad ottenersi, ma il prezzo da pagare è la propria libertà: quella non ve la potrà restituire nessuno.

Tanto vi dovevo, torno al campo-base.

domenica 9 aprile 2017

Dalle Lotte del Novecento all'Ideologia Unica

E' stata dunque tutta un'illusione?

Che fine ha fatto quel patrimonio di lotte, ideali, studi, che ha caratterizzato il secolo passato?

Quello che ha sorretto i primi movimenti operai, le lotte di liberazione nazionale, il fronte anti-imperialista internazionale?

Oggi che si festeggia la fine delle ideologie, oggi che si decanta il superamento della destra e della sinistra, oggi che i valori della sinistra sono stati introiettati dai padroni e messi al servizio del capitale, possiamo quindi archiviare quell'esperienza come un incidente della Storia?

Il sogno di un mondo equo e giusto è tramontato sull'altare della non-ideologia, ossia l'unica ideologia imperante? Un mondo fatto di startup, innovazione (come? quale?) e tecnicismi di ogni sorta.

La dittatura orwelliana è già realtà: o sei imprenditore (padrone) o sei schiavo (lavoratore). Puoi ammantare questo schema con la tecnica comunicativa inaugurata da Steve Jobs - siate affamati, siate folli, possibilmente comunicatelo con un bel sorriso e dentro una grafica digitale accattivante - ma la sostanza non cambia. C'è chi comanda e c'è chi è comandato.

Ci dicono di guardare al futuro, dove solo i "meritevoli" (chi? sulla base di quale criterio?) ce la faranno. Gli altri continueranno a guardare dalla finestra. Nessun accenno al conflitto sociale e nessuna obiezione sulle diseguaglianze di classe. E' tutto perfetto: il Medioriente brucia per colpa di uomini barbuti vestiti di nero, migliaia di migranti fuggono senza motivo, le fabbriche tessili in Bangladesh crollano in testa agli operai per ironia della sorte. In un mondo siffatto, la politica si trasforma in un business plan da mettere in atto secondo le regole del buon manager.

Ebbene, festeggiatelo voi questo nuovo mondo insieme alle vostre élites.

Qua spendiamo il nostro tempo nei peggiori bassifondi delle metropoli, senza far parte della schiera dei meritevoli. E ci piace così.

Se poi dovessimo organizzarci, non verremo certamente a dirvelo.