lunedì 25 giugno 2018

Asimmetria e Manipolazione


A me di carriere, lussi e onorificenze non me n'è mai fregato nulla, amo la mia solitudine e il più delle volte diventa un modo per rifugiarsi dall'ingordigia emozionale degli altri. Tuttavia, come tutte le fasi della solitudine, ci sono anche i momenti in cui la rabbia monta dopo aver maturato la consapevolezza di essere stato usato per scopi che non avevano nulla di nobile.

Sono servito un po' a tutti: da chi si è accostato a me per avere una carriera politica, a chi mi ha utilizzato per rifarsi una verginità morale dopo anni di intrallazzi col sistema, senza scordare chi mi ha sfruttato per coltivare una propria ossessione personale e, anziché fermarsi un attimo a guardarsi intorno e a capire, continua ad inseguire un feticcio che gli possa consentire di motivare il proprio odio per il mondo e per sé stesso. Ossessione manichea a cui rifuggo con decisione.

A loro dò il vantaggio della prosecuzione nell'azione: tanto non ho i mezzi per agire (e di questo ne sono ben consapevoli, altrimenti non avrebbero tagliato i ponti al momento giusto, ma avrebbero continuato ad accarezzarmi l'animo per possederlo), ma soprattutto non ho la volontà di rappresentarmi nel loro storytelling di classe piccolo o medio borghese disagiata che si finge rivoluzionaria per mondare il proprio ostentato disinteresse degli anni che furono, mentre emerge occultato il desiderio di ricostruire un proprio mondo di agiatezza dopo il crollo della "terra promessa" propugnata dal mito della globalizzazione.

La questione rimane, come sempre, la natura del potere e a chi spetti esercitarlo. Gli eventi mi hanno condotto a riconsiderare tale problema al quale mostrai interesse svariati anni fa, ma che l'inesperienza non mi consentiva di inquadrare sotto la giusta luce. Si agisce fintantoché si ha la possibilità di controllare, direzionare, manovrare la volontà altrui. L'obiettivo finale è sempre il consenso: il pluralismo è astrattamente un valore, ma nella prassi è una tragedia, perché la narrazione da un lato ne nasconde la natura intimamente conflittuale, dall'altro ne occulta la radice neoliberale della produzione delle idee: sono valide le idee che portano un profitto, che possono essere collezionate ed accumulate come traguardi sulla propria inutile bacheca dei trofei del college. Lo scontro ideologico oggi è tutto interno alla classe borghese, ed è per questo che dal mio punto di vista (e forse con un pizzico di presunzione ed ingenuità) vi abbandono alle battaglie campali che combatterete a colpi di "like" sui social.


Questo paraustiello per dire che anche le relazioni umane sono relazioni di potere. E che da tale esperienza ho tratto una lezione: occhio a chi si pone nei vostri riguardi in maniera asimmetrica, è la stessa modalità comunicativa dei mafiosi.

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