martedì 17 novembre 2009

Cosentino, fatti processare

"Napoli Pulita". Con questo slogan Silvio Berlusconi, al centro rispettivamente di Luigi Cesaro (attuale presidente della Provincia di Napoli) e di Nicola Cosentino (sottosegretario all'Economia e coordinatore regionale del PDL in Campania) un anno fa dichiaravano pomposamente la fine dell'emergenza rifiuti e l'inizio di un nuovo "Rinascimento" per Napoli e dintorni. Oggi quella frase che campeggiava su tutti i cartelloni pubblicitari della città già puzza di beffa.

Cinque pentiti accusano Cosentino di essere il referente del clan dei Casalesi, ma nonostante tutto il sottosegretario all'Economia continua a dichiararsi innocente e lo fa servendosi del mezzo televisivo (come la grande maggioranza dei politici che non vogliono affrontare un regolare processo), per la precisione del talk show unilaterale per eccellenza, Porta a Porta di Bruno Vespa. Nel suo lungo discorso gioca tutte le carte: butta in mezzo la famiglia, scredita i magistrati definendoli (solo quelli che lo indagano) politicizzata, innalza a pretesti delle formalità giudiziarie. Berlusconi infatti fa scuola, le sue frasi e le sue tattiche sono diventate quelle di un intero partito. E' incredibile come attorno a sè il premier sia riuscito a riunire elementi implicati con la giustizia, che niente hanno a che fare con la vera politica, e a trasformarli in un consolidato gruppo di potere capace di screditare impunemente una debole e corrotta magistratura.

Cosentino ne ha per tutti. Magistrati, collaboratori di giustizia. Definisce "pazzo cocainomane" il pentito principale che lo accusa, Gaetano Vassallo, imprenditore al soldo del boss Francesco Bidognetti, ritenuto credibile dagli inquirenti sulla base dell'entità del suo compendio immobiliare e mobiliare valutabile sui 41 milioni di euro.



Gli atti delle indagini sono stati desecretati e resi pubblici su Internet: si tratta di oltre 300 pagine colme di ricostruzioni, interrogatori, intercettazioni ambientali e telefoniche.

Le dichiarazioni del pentito, uscite anche un anno fa su "l'Espresso", pesano come un macigno:

“Confesso che ho agito per conto della famiglia Bidognetti quale loro referente nel controllo della società ECO4 s.p.a. gestita dai fratelli Orsi. Sono stato di fatto loro socio perchè richiesto di farlo da parte di Massimiliano Miele investito da BIDOGNETTI Francesco come da questi stesso riferito".

Posso dire che la società ECO4 era controllata dall’onorevole Cosentino e anche l’onorevole Landolfi aveva svariati interessi in quella società. Presenziai personalmente alla consegna di cinquantamila euro in contanti da parte di ORSI Sergio all’onorevole Cosentino, incontro avvenuto a casa di quest’ultimo a Casal di Principe. Ricordo che Cosentino Nicola ebbe a ricevere la somma in una busta gialla e Sergio m’informò del suo contenuto (…) Spiegando le ragioni della mia presenza in occasione del versamento della somma contante dell’ORSI Sergio al Cosentino, rappresento che io ero sostanzialmente un ‘socio’, seppure occulto, all’interno della ECO4 e la cosa era ben nota al Cosentino stesso. Astrattamente era come se quei soldi provenissero anche da me, tanto che Cosentino ebbe a ringraziare entrambi. Ricordo che in quell’occasione approfittai di quel momento per chiedere un favore a Cosentino nell’interesse di mio fratello, all’epoca impiegato nella GEOECO, una società analoga alla ECO4 che però operava nell’ambito del consorzio CE2”.

Cosentino è indagato anche per voto di scambio. La sua base elettorale infatti si sarebbe fondata sempre sull'ausilio del clan dei Casalesi. Il suo nome compare anche nell'inchiesta che vede l'inceneritore di Santa Maria la Fossa al centro degli interessi del clan e in particolare del gruppo di Francesco Schiavone; alla faccia di chi diceva che gli inceneritori non sono inquinabili da attività mafiose.
Ma nell'ordinanza del GIP non compare soltanto il nome di Nicola Cosentino.
Sempre Gaetano Vassallo dichiarerà che nel 2007, durante una riunione avuta con Raffaele Bidognetti, fratello di "quel famoso", abbia carpito i nomi di altri politici di rilievo nazionale: Cosentino, Bocchino, Landolfi e Coronella (attualmente gli ultimi tre non risultano indagati). "Fanno parte del nostro tessuto camorristico" avrebbe esordito Raffaele Bidognetti.

Basta questo per evitare la candidatura di Cosentino a Presidente della Regione Campania?
Evidentemente no.

2 commenti:

  1. ciao, volevo leggere gli atti delle indagini che riguardano Cosentino. Dove le trovo online? E' una curiosita' da cittadina italiana. Ti ringrazio, Marta

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  2. Eccoli qui:

    http://www.hiphoponstage.org/public/uploads/t4fdpz3b_Ordinanza_del_GIP_su_Cosentino.doc

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