giovedì 29 luglio 2010

Il destino del Villaggio Coppola


E’ cominciata da poco la costruzione di un nuovo porto turistico da 1200 posti barca presso il Villaggio Coppola, con la promessa di rilanciare il turismo e di riqualificare il litorale domizio. L’ennesima speculazione dietro il pretesto dello sviluppo del territorio: i costruttori, infatti, sono ancora una volta i Coppola.



Sviluppo. Il termine più in voga negli ambienti istituzionali, l’apoteosi del discorso politico. Tradotto nel dizionario capitalista, sviluppo è sinonimo di speculazione. Una scia odorosa che non lascia indifferenti i segugi dell’imprenditoria d’assalto, quella priva di scrupoli e obbediente soltanto alla logica del profitto. In questa categoria rientrano senza dubbio i costruttori Coppola, la famiglia padrona del litorale domizio fin dai lontani anni ’60, quando dal delirante progetto di una Miami del Sud nacque l’agglomerato urbano del Villaggio Coppola, un obbrobrio di strade e cemento costituito da 12mila appartamenti, chiese, alberghi, ecc. Un villaggio turistico completamente abusivo, la cui surreale storia venne raccontata da Roberto Saviano a Raitre nella trasmissione "CheTempocheFa".

Inutile ribadire il degrado in cui versa il Villaggio Coppola. I palazzi fatiscenti, le spiagge enormi e abbandonate, il mare inquinato, le tante discariche disseminate qua e là danno la sensazione di un paesaggio post atomico. Nelle case, la maggior parte disabitate, rimane ancora qualche erede di quelle famiglie della piccola e media borghesia (soprattutto medici) che negli anni ’60 decisero di stabilirvisi per le vacanze. Ricordi di fanciullezza che spingono questi audaci a ripetere brevi periodi di riposo durante l’estate; il resto della popolazione è composta dalle famiglie sfollate del bradisismo e del terremoto in Irpinia degli anni ’80 nonchè dalla piccola delinquenza locale, insieme a numerosi nuclei familiari originari dell’Africa. D’inverno diventa un paese fantasma.

Ma un nuovo progetto promette di rilanciare l’interesse del turismo nazionale e internazionale nell’area, ovvero la costruzione di un porto turistico su un’area di 756.500 mq per un totale di 1200 posti barca, la creazione di pontili per aliscafi e di un indotto da centinaia di posti di lavoro, il tutto a un costo complessivo di 85 milioni di euro. I lavori sono cominciati da pochi giorni e si prevede che dureranno circa 3 anni. Il Gruppo Mirabella Spa, l’aggiudicatario dell’appalto, costituì nel 2008 una società ad hoc, la Marina di Castello Spa, che gestisce la costruzione del nuovo porto. Peccato che il Gruppo Mirabella appartenga alla famiglia Coppola, la stessa che ha cementificato l’intero territorio a Sud di Castelvolturno. Una famiglia, i Coppola, che devono la propria ripresa economica ad un altro investimento speculativo realizzato nel territorio casertano, più precisamente a Gricignano d’Aversa. Il progetto "Polina" (simpatico ed originale anagramma di "Napoli") prevede la realizzazione di cinque grandi complessi residenziali su un’area di oltre 500mila mq con piscine e svariate infrastrutture. I terreni vennero acquisiti dal Consorzio Gricignano (controllato al 60% dai Coppola) in seguito alla loro svendita operata dall’ex vicesindaco di Gricignano Francesco Antonio Russo per ripianare i debiti della propria amministrazione (incassando, in verità, 24 volte tanto) e permisero ai Coppola di riprendersi economicamente, tanto che Cristiana Coppola, figlia di Cristoforo Coppola, venne nominata sempre nel 2008 vicepresidente di Confindustria con delega al Mezzogiorno. E’ lei la presidente del Gruppo Mirabella nonchè amministratore delegato della società Marina di Castello, impegnata nella costruzione dell’ennesimo porto turistico in Campania. I porti turistici sono infatti l’ultima novità per affaristi e palazzinari, tanto nel Sud quanto nel Nord Italia, realizzati quasi sempre in project financing e ottimi per occultare interessi edilizi dietro alla loro costruzione. A Villaggio Coppola il porto sarà infatti dotato di quattro campi da golf, di un centro polifunzionale e di strutture di ristoro. Al cemento si aggiungerà altro cemento. E guai ad obiettare qualcosa, a ricordare che il territorio è in mano ai Casalesi, a far notare che questo genere di turismo non è ciò di cui necessita Castelvolturno e che questo è un progetto abnorme e per giunta in mano a chi ti ha devastato la tua terra; sei forse contrario allo sviluppo del territorio?

1 commento:

  1. Salve a tutti,
    Sono sconcertato e allibito non so come si possa fare una cosa del genere, uno scempio sotto l'occhio di tutti....
    DAL PROFONDO DEL CUORE MI VERGOGNO DI ESSERE CAMPANO, e in certi casi ha ragione la lega senza napoli e caserta l'italia sarebbe un paese migliore

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