lunedì 27 febbraio 2017

Desecretazione atti, quale verità?


Sono circa una sessantina gli atti desecretati dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti in merito alle indagini sui traffici transfrontalieri dagli anni '90 ad oggi. Il presidente Alessandro Bratti ha scritto sul suo blog che si tratta soltanto della prima "tranche" delle centinaia di richieste che la Commissione ha già inviato al DIS (Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza), l'ente di coordinamento dei servizi segreti, competente a rilasciare il via libera alla desecretazione.

Gli atti in questione investono un arco temporale che va dal 1992 al 2009 e sono liberamente consultabili previa procedura di identificazione del richiedente, a cui vengono chiesti i dati anagrafici e la scansione di un documento d'identità.

Da una prima lettura degli atti, si evince che circa il 30% di essi si riferiscono alla figura dell'ing. Giorgio Comerio, indicato nelle note dell'ex SISMI (il vecchio servizio militare) come presunto trafficante di armi e di rifiuti tossici e radioattivi, mente scientifica del famoso progetto "O.D.M." (Oceanic Disposal Management) sviluppato nell'ambito dell'OCSE e poi abbandonato, consistente in siluri riempiti di scorie tossiche e gettati nelle profondità marine. Secondo i servizi, il progetto sarebbe stato utilizzato dal Comerio per accreditarsi presso i governi che volevano usufruire di questa tecnologia (Corea del Nord, Sierra Leone ecc.), al fine di smaltire in mare ogni genere di rifiuto anche nucleare. Le carte richiamano inoltre un procedimento penale a suo carico per estorsione, accusa da cui è riuscito a sfuggire rendendosi latitante per alcuni anni in Tunisia finché sul procedimento non si è abbattuta la prescrizione, consentendogli così di tornare in Italia.
Attualmente l'ingegnere vive a Mazara del Vallo, costantemente assediato dai giornalisti, ai quali nega di aver mai avuto a che fare con i traffici illeciti di cui viene imputato.

La lista degli atti prosegue con una serie di carteggi tra il SISMI e il CESIS (Comitato esecutivo per i servizi di informazione e sicurezza - struttura in capo alla Presidenza del Consiglio), molto intensi durante il periodo delle indagini sulle "navi dei veleni" che a metà degli anni '90 hanno occupato numerose Procure italiane, in primis quelle di Matera e di Reggio Calabria. Le autorità politiche erano interessate all'inchiesta e alla collaborazione offerta dal SISMI al pool investigativo diretto dall'allora sostituto procuratore Francesco Neri, titolare delle indagini, che si traduceva nell'esibizione al magistrato di ben 277 documenti su Giorgio Comerio (motivo per il quale Neri ha sempre ringraziato il contributo apportato dal servizio militare). La collaborazione divenne talmente stretta che il SISMI decise di insediarsi in Procura a Reggio Calabria con un proprio ufficio per dare (formalmente) supporto alle indagini. Un aspetto spesso trascurato di quella vicenda ed emersa solo nella relazione della scorsa Commissione di inchiesta, la cui presenza non era gradita ad alcuni dei membri del pool, dal maresciallo Moschitta allo stesso defunto capitano di corvetta Natale De Grazia.

Il carteggio si concludeva con i ringraziamenti del procuratore Neri al direttore gen. Sergio Siracusa "per la collaborazione prestata a questo Ufficio". Il generale ne approfittava per esprimere a sua volta "il più vivo compiacimento" alle articolazioni coinvolte (in particolare all'ottava divisione). Qui è importante segnarsi la data. E' il 9 luglio 1996. Il capitano De Grazia è morto da alcuni mesi in circostanze sospette (oggi sappiamo per probabile avvelenamento), il procuratore Neri si è da poco spogliato dell'inchiesta e le indagini si avviano inesorabilmente verso il loro naufragio. Nessun obiettivo è stato raggiunto e lo Stato non ha saputo tutelare i suoi uomini. In compenso, lo Stato (o meglio, chi lo rappresenta) si auto-compiace. 




Gli atti più recenti (inizi anni 2000) si riferiscono soprattutto alle domande di audizione dei vertici dei servizi segreti inoltrate dalle Commissioni parlamentari di inchiesta, a cui sono allegate le cartelline preparatorie che gli uffici predisposero per i direttori da audire (in particolar modo il generale Nicolò Pollari). Interessante un documento datato 2002 riferito alle varie segnalazioni di traffici di rifiuti radioattivi inoltrate dagli Stati all'A.I.E.A. (Agenzia internazionale per l'energia atomica) o tratte da articoli di stampa: segno che tali traffici sono tutt'altro che svaniti e continuano imperterriti ad impensierire i popoli di tutto il mondo.


Che si sia trattato o meno di una storia di Guardie o Ladri, per dirla con le parole del giornalista Roberto Galullo, di certo queste carte, pur interessanti dal punto di vista della ricostruzione storica, non offrono elementi nuovi, trattandosi perlopiù di notizie già ampiamente riportate da articoli di stampa, reportage e libri. Una storia dove ci sono gli omicidi (Ilaria Alpi, Miran Hrovatin, Natale De Grazia) ma non i colpevoli, dove tutti coloro che sono stati indiziati dalla magistratura come presunti faccendieri coinvolti nei traffici, proclamano la loro innocenza anche sul web, da Aldo Anghessa a Giancarlo Marocchino passando per lo stesso Giorgio Comerio.

Nel frattempo le navi rimangono a marcire nei fondali con i loro carichi misteriosi.

1 commento:

  1. I fatti ci sono, sono chiari, le variazioni potrebbero essere al più quantitative, ma non qualitative.

    Ora la domanda importante, qualla da pillola rossa pillola blu è: Perché? Perché lo stato italiano appoggia attività criminali fino al sicrificio di suoi uomini? Qual è la contropartita? ...C'è una contropartita? A chi rispondono REALMENTE i capi dei nostri servizi?

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