martedì 28 aprile 2009

Bufera giudiziaria si abbatte sulla Regione: 23 arresti

Ci risiamo. Ogni due o tre settimane viene indagato qualche assessore, consigliere o politico. Stavolta tocca nuovamente alla Regione Campania che si vede bersagliata dalle toghe rosse di Berlusconi (anche se inspiegabilmente ora colpiscono amministratori di centrosinistra). La Procura di Santa Maria Capua Vetere ha emesso 23 ordinanze di custodia cautelare nei confronti dell’ex assessore provinciale di Caserta, Francesco Capobianco; l’amministratore del Comune di Pignataro, Francesco D’Alonzo; i funzionari del genio civile di Caserta Michele Testa e Mario Pasquariello; gli imprenditori Renzo Bracciali, Giampiero Tombolillo, Giovanni e Tommaso Verrazzo; il direttore dei lavori Giuseppe Esposito; i firmatari del progetto Italo Verzillo, Giacomo Scacciante e Gianluigi Fregosi. Fermati inoltre i progettisti Pietro Marco Stella, Gerardo Befi, Giovanni Bassi, Alessandro Salvini. Custodia cautelare anche per Silvia Fiorani, contabile del gruppo Bracciali e per Margherita Di Vincenzo, dipendente. A quanto pare la Procura ha indagato queste persone per associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni della Regione Campania, alla corruzione di pubblici ufficiali, alla rivelazione di segreti di ufficio e per falso in atti pubblici. Avvisi di garanzia nei confronti dell’assessore regionale alle attività produttive, Andrea Cozzolino e di Gianfranco Nappi, coordinatore del presidente della Regione Bassolino.

La cosiddetta questione morale va a farsi friggere, ovviamente. Tuttavia l’indagine è ancora in corso e non è detto che non vengano fuori altri nomi.

L’oggetto del desiderio sarebbe stata una centrale elettrica a biomasse nei pressi di Pignataro Maggiore, comune del casertano. I magistrati rendono noto che gli imprenditori laziali Renzo Bracciali e Gianpiero Tombolillo avevano costituito tre società, la Biopower S.p.a., la Natural Energy S.r.l. e la Energethic S.r.l., costruendo una fitta rete di corruttela e favoritismo con l’Assessorato alle Attività Produttive e col Genio Civile di Caserta. Quest’ultimo ente, tramite Michele Testa e Mario Pasquariello, aveva il compito di aggirare le norme antisismiche (il che è una bestemmia in tempi di terremoto in Abruzzo). Entrambi avrebbero ricevuto una tangente di 100mila euro dai due imprenditori romani, prelevata da un conto svizzero di una società con sede a San Marino. Bracciali e Tombolillo avrebbero concesso al figlio del dirigente della Regione Vincenzo Guerriero un posto nel team project della centrale in cambio di favoritismi; inoltre un funzionario pubblico in seno alla Regione, Fulvio Scia, avrebbe rivelato atti segreti a Tombolillo, favorendo così le sue scelte imprenditoriali e ricevendo in cambio un compenso annuo di 25mila euro.
Per mantenere rapporti istituzionali il duo si rivolgeva a Eugenio Di Santo, coordinatore della segreteria particolare dell’assessorato, il quale avrebbe provveduto a fissare degli incontri con l’assessore regionale Andrea Cozzolino, facilitando così i loro affari. Per lui un “premio” di 140mila euro consegnati direttamente da Bracciali.

I due imprenditori romani avevano ora bisogno di contatti con i politici locali. Due imprenditori locali, Giovanni Verazzo e Tommaso Verazzo, avrebbero funto da intermediari al Comune di Pignataro Maggiore con Francesco D‘Alonzo, alla Provincia di Caserta con Francesco Capobianco e coi funzionari del Genio Civile detti prima.
D’Alonzo avrebbe inoltre accettato come sponsor della propria squadra di calcio, la S.C. Pignataro Calcio, la Biopower e la Cover Sud Srl di Giovanni Verazzo e di Tommaso Verazzo, in cambio del proprio voto favorevole al rilascio del nulla osta per la realizzazione della centrale, durante una riunione del consiglio comunale del maggio 2007.

L’assessore provinciale alle attività produttive Capobianco avrebbe assicurato pieno sostegno pubblico alla realizzazione della centrale, dissuadendo un suo collega della stessa area politica dal protestare contro le modalità di costruzione, in cambio della promessa, fattagli da Tombolillo, di assumere un suo “pupillo” come consulente del gruppo Bracciali. Capobianco avrebbe così conseguito un accrescimento del consenso elettorale in quelle persone che sarebbero state assunte, tramite una sua segnalazione, presso la centrale di Pignataro Maggiore.

A vario titolo sono stati messi in custodia cautelare Giovanni Esposito di Casoria, Italo Verzillo di Caserta, Gianluigi Fregosi di Lecco, Giacomo Scacciante di Vimodrone. Anche i progettisti Giovanni Bassi, Marco Pietro Stella e Alessandro Savini della società di Tombolillo e Bracciali, tutti originari di Forlì, sono stati arrestati.
Figurano poi due donne tra i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare: Fiorani Silvia di Roma, consulente contabile e responsabile della gestione di somme illecite del sodalizio criminoso; Di Vincenzo Margherita, col compito di “avvicinare”, grazie a conoscenze dirette in settori amministrativi, funzionari pubblici utili al gioco di Tombolillo.

Anche Giuseppe Raguzzi, funzionario del settore attività produttive della Regione Campania, è stato messo agli arresti domiciliari per aver favorito la società Tombolillo-Bracciali nel fornire l’autorizzazione necessaria alla realizzazione di diverse centrali eoliche a San Bartolomeo in Galdo (BN) a discapito della Sorgenia Spa, della Gaia Srl e della Ecoenergia srl, insieme a Guerriero Vincenzo. Avrebbe diviso i guadagni con Giampiero Tombolillo, Fulvio Scia e Gerardo Befi (progettista comunale incaricato di far pervenire l’ok alla realizzazione della centrale).

Bracciali, Tombolillo e Giovanni Verazzo avrebbero indotto in errore i funzionari della Regione dichiarando all’ente falsità, in quanto attestavano che la società Area Sviluppo Srl, che era parte alienante del terreno su cui sarebbe sorta la centrale e la Biopower, che ne era parte acquirente, non avevano reciproci interessi o partecipazioni societarie fra loro, a pena dell’inammissibilità dei fondi europei. In cambio avrebbero ricevuto tramite agevolazioni statali diverse (i certificati verdi) un finanziamento di 60 milioni di euro da parte dell’UNIPOL Merchant Bank.

La tentata truffa ammonta a 6,8 milioni di euro.

Solo per la costruzione di una centrale a biomasse si scatena un putiferio, figurarsi con la ricostruzione dell’Abruzzo, con gli inceneritori, col Ponte di Messina, con la TAV e con tutte le opere private e pubbliche di questo Paese.

Nel frattempo Lepore, procuratore di Napoli, afferma che il 30% della politica è collusa con le organizzazioni mafiose. Viva la sincerità!

Ps: Il condizionale, purtroppo, è d’obbligo poiché non vi è un processo. Con la scusa del garantismo si stanno mangiando l’Italia.

1 commento:

  1. Il Professor Amato Lamberti è felice delle dichiarazioni di Lepore.
    Tuttavia il Procuratore è stato molto cauto: con l'aiuto della matematica, se si calcola che 51 Comuni su 92 sono stati sciolti per infiltarzioni camorristiche, anche più volte.
    La commissione Antimafia cosa fa?
    La Commissione Consiliare Speciale sulla camorra e la criminalità organizzata, cosa dice in merito?

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