lunedì 18 maggio 2009

Napoli e le elezioni



E’ tempo di elezioni a Napoli, così come nel resto d’Italia. Al popolo l’ardua sentenza su quale politico riciclato e ultra trombato bisogna mandare in Europa e alla Provincia. Fortuna che non ci sono le preferenze! Sarebbe un gran bel problema per il cittadino accollarsi la responsabilità di scegliere quale cane o quale porco deve andare a marcare il proprio territorio tra gli scranni del potere. Sta di fatto che un numero cospicuo di cartelloni elettorali sono già stati oscurati dal Comune perché abusivi: si intravede appena la povera faccia di Casini e di Di Lello coperti da dei pezzi di cartone azzurro.
Sarà vero che il centrosinistra è al comando alla Regione, alla Provincia e al Comune, ma scorgere i manifesti elettorali del Pd o di Sinistra e Libertà è una chimera in questi giorni a Napoli. Ovunque cartelloni del Pdl che pubblicizzano il candidato prescelto alla guida della Provincia, Luigi Cesaro, citato più volte negli interrogatori dell’imprenditore dei Casalesi Gaetano Vassallo, e dell’Udeur di Mastella, nel frattempo rinviato a giudizio insieme alla moglie per illeciti in alcuni appalti. Sui Quartieri Spagnoli sono stati appesi ad uso di festoni decine di manifesti raffiguranti il partito dell’MPA di Raffaele Lombardo. Dalla Sicilia con furore. Addirittura una signora si è fatta tappezzare i muri interni del proprio basso, la caratteristica e scomoda abitazione posta al livello della strada, con giganteschi cartelloni dell’Udeur. Ovviamente a pagamento. Ogni cosa è infatti a pagamento. Lo stesso vale per i manifesti attaccati nei vicoli: pagate i clan oppure i vostri simboli non compariranno sui muri. E i clan sono stati pagati, come sempre.
Ma ad infiammare la corsa elettorale non sono né i comizi soporiferi dei candidati, né le cene di gala organizzate in lussuosi ristoranti di Santa Lucia o di Posillipo al lume della luna riflessa dal mare, né le proposte (che di fatto non ne hanno), ma i Disoccupati. Le sigle storiche dei sottoproletari organizzati hanno inscenato una dura protesta nelle strade della città partenopea, compiendo blitz alle convention del Pdl e dando fuoco ad un autobus a Piazza Carlo III, bloccando infine il traffico in Via Marina. Alcuni di loro si sono addirittura arrampicati sulle invadenti impalcature della Galleria Umberto, minacciando di lanciarsi nel vuoto. Per carità, sono ormai quarant’anni che questa storia va avanti e si è capito che i disoccupati rappresentano un serbatoio di voti niente male per l’uomo politico di turno, nonché una presenza costante in quasi tutte le manifestazioni cittadine. Che siano però l’unica voce di una Napoli che non ce la fa più ad andare avanti così sembra effettivamente troppo poco. Possibile che non vi sia nessuno in grado di ribaltare le sorti di questa terra? Dove sono i membri della classe intellettuale? Dove sono gli artisti e i personaggi dello spettacolo partenopei? Solo la classe borghese napoletana è più attiva che mai. Negli anni passati forse era silente e rinchiusa nel suo guscio, ora è troppo indaffarata in clientelismi, intrallazzi e affari con la camorra.
A Napoli non si elegge per gestire: a Napoli si compra per comandare. Nicolais o Cesaro, Di Lello o Mastella. Sotto a chi tocca.

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