mercoledì 10 marzo 2010

Io amo

Io amo lo Stato: amo il governo, amo la mafia, amo la massoneria e l’imprenditoria criminale. Impariamo ad amare e apprezzeremo la bellezza insita nell’anarchia del potere.


La mia è senza dubbio una dichiarazione d’Amore verso l’attuale stato di cose e verso la società odierna. Vi spiego il perché.



L’Amore è fin dagli albori della civiltà il principio di ogni forma di letteratura e di poesia. Senza di esso avremmo l’annichilimento completo della specie umana per opera del suo opposto, l’Odio. Dalla forza dell’Amore sono scaturite le più celebri poesie di Dante e di Foscolo, i drammi di Shakespeare, i romanzi di James Joyce ecc. Su questo dato concordano tutti i grandi uomini del passato.

L’Odio invece non è un prolifico creatore delle belle arti. Pier Paolo Pasolini infatti dichiarò esplicitamente il proprio Odio nei confronti dello Stato capitalistico piccolo-borghese. E spiegò proprio come, per colpa di quest’Odio, non sia mai stato capace di scrivere alcunché riguardo il mondo piccolo-borghese, e abbia invece voluto raccontare le vicende di personaggi appartenenti alla classe popolare. Pasolini tuttavia sembra rammaricarsene: difatti non utilizza il piglio sprezzante di tanti intellettuali che si vantarono di non aver mai avuto niente a che fare con esponenti della piccola e media borghesia. Perfino l’odiosa guerra, da un punto di vista poetico, venne esplorata agli inizi del Novecento soltanto adoperando quel folle Amore di artisti e letterati quali furono Gabriele D’Annunzio e Filippo Tommaso Marinetti.

E allora ecco che anch’io mi appello alla forza dell’Amore, al motore primo dell’ispirazione letteraria. Sii per me una guida, sii per me la prima e unica Musa.

Partiamo dal principio...

Alle scuole elementari insegnano Educazione civica, si sa. Il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini infatti ha sempre esortato i docenti a dedicare del tempo per questa disciplina. Sfogliando quelle bianche e preziose paginette saltano all’occhio tre, quattro frasi colorate in viola, contrassegnate da un pallino blu: L’Italia è una Repubblica Parlamentare fondata sulla tripartizione dei poteri: Legislativo, Esecutivo e Giudiziario. Il Parlamento, composto da Camera e Senato, esercita il potere legislativo; il Governo esercita il potere esecutivo; la Magistratura esercita il potere giudiziario.
Facciamo il nostro schemino sul quaderno, ripetiamo parola per parola i concetti alla maestra e apprestiamoci a ricevere un bel 10 e lode in fondo alla paginetta. Contentissimi lo riferiamo, una volta a casa, ai nostri genitori e veniamo premiati con un videogioco nuovo di zecca.

Lo schema mentale dello Stato italiano ci è entrato in testa. Il potere democratico italiano è ispirato ai saldi principi della Costituzione.
Eppure...

Quattro giorni fa il senatore del Pdl Nicola Di Girolamo ha ricevuto la richiesta di custodia cautelare dalla Procura di Roma per associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di centinaia di milioni di euro nell’inchiesta Telecom/Fastweb (80 gli indagati tra cui Silvio Scaglia, ex ad di Fastweb). I magistrati lo accusano inoltre di aver comprato i voti dei residenti italiani in Germania con l’aiuto della ’ndrangheta. Si è arrivati quindi ad un’altra autorizzazione a procedere, oramai il Parlamento ci ha fatto il callo: ne sono arrivate così tante di richieste di arresti nei confronti di diversi parlamentari e puntualmente sono state respinte. E’ diventato un sistema connaturato allo Stato italiano.
Eppure per questo lo amo.

Insieme al senatore hanno beccato Gennaro Mokbel, una contorta figura di imprenditore-fascista-eversivo-terrorista-mafioso e chi più ne ha più ne metta. Implicato in torbidissime vicende che spaziano dalla morte del capo della Banda della Magliana fino alle collaborazioni con il boss di Ostia Carmine Fasciani e al finanziamento degli ex terroristi della destra eversiva Fioravanti e Mambro, è stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta Telecom/Fastweb ed è notizia di ieri il sequestro dei carabinieri di un deposito di sua proprietà a Roma contenente migliaia di opere d’arte. Dalle intercettazioni a suo carico si delinea come il senatore Di Girolamo fosse praticamente alle sue dipendenze e non certo a quelle del popolo italiano; un fatto strano, anche perché il manualetto di Educazione civica delle elementari non lo prevede.

Ecco dunque che l’imprenditoria criminale diventa la vera pedina vincente inserendosi nei rapporti tra la politica e la mafia. Essa plasma lo Stato e il Governo a sua immagine e somiglianza, che è ovviamente quella del profitto, e ha sempre l’ultima parola (che di norma spetterebbe alla legge) negli appalti pubblici e privati, come nell’inchiesta sulle opere per il G8.
Eppure per questo la amo.

Franco Pugliese, quell’uomo distinto e curato che abbraccia un imbarazzato Di Girolamo nelle fotografie pubblicate dall‘Espresso, è un presunto boss della ’ndrangheta, indicato dagli inquirenti come vicino alla famiglia Arena e parente del latitante Fabrizio Arena, affiliato all’omonima cosca di Isola Capo Rizzuto. Egli avrebbe procurato i voti al senatore in Germania falsificando le schede elettorali dei nostri connazionali lì residenti. Inoltre, nel 1997, gli vennero sequestrati beni immobili del valore di 12 miliardi di lire e fu sottoposto a sorveglianza speciale per tre anni. Ora è stato arrestato dalla Dda di Roma.

La mafia è parte fondamentale dello Stato italiano. Controlla il territorio, sostiene il PIL, colloca gli uomini politici nei posti chiave, sopprime e zittisce le coscienze. E’ lei la diretta erede del Fascismo, di certo non Casapound né Forza Nuova: questi ultimi sono apparenza, la prima è sostanza.

A questo punto il manualetto di Educazione civica, con il suo esternare di diritti e doveri del buon cittadino, diventa un testo da chiromante: la mafia non è contemplata come pilastro dello Stato italiano e nemmeno tutto quell’intruglio imprenditorial-massone-eversivo-piduista sovra citato. Dunque è necessario applicare il Teorema di Fabrizio Corona per fugare ogni dubbio: successo (allegoria per "denaro"), potere (allegoria per "faccio quel che mi pare") e donne (allegoria per "escort", a sua volta allegoria per "mignotte a volontà"). Ecco che il ristorante, con tanto di torta e candeline da parte degli amici, diventa il vero luogo dove si decide del destino del Paese.
Eppure proprio per questo amo la mafia.
Per questo amo l’imprenditoria criminale.
Per questo amo il Governo e lo Stato.

...lo amo...
...lo amo...

...ma...


Una vocina, poi, mi sussurra i nomi delle vittime innocenti delle organizzazioni criminali e dello Stato. Un’altra ancora mi ricorda il dramma della disoccupazione e degli immigrati, un’altra della degradata condizione di vaste aree del Sud e anche del Nord nonchè dei terremotati dell’Aquila, un’altra ancora mi ricorda le aberrazioni di Berlusconi e del suo governo; e poi un’altra, un’altra e un’altra ancora.
Dannazione, è sopraggiunto l’Odio! E l’Odio non è principio di nulla se non di sè stesso.

A questo punto la mia vena letteraria si esaurisce… e li mando tutti a fanculo.


"...mi raccomando fate i bravi e non accettate le caramelle dagli sconosciuti."

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