domenica 28 marzo 2010

Voltare pagina: in Ricordo di Don Peppe Diana


Il 19 marzo è stato l’anniversario dell’uccisione di don Giuseppe Diana e benché la Regione Campania abbia deciso di trasformare questa giornata in una “ricorrenza di impegno civile”,sono ancora troppi i campani che ignorano il sacrificio del parroco di Casale di Principe così come quello di tanti altri uomini e donne che si sono schierati apertamente contro la camorra e le mafie in generale,prendendo una posizione netta di condanna e di contrasto che spesso gli è costata la vita. Il 19 marzo è stata considerata da tanti una giornata di festa qualunque,una giornata di scuole chiuse,un lungo ponte,le prove generali delle vacanze di Pasqua. Eppure poteva essere l’occasione per riflettere su come onorare la memoria dei tanti che hanno dato la vita in nome della legalità,nella lotta alla criminalità.

Poteva essere una giornata di riflessione personale e di tutta la società civile su come ogni uno di noi può contribuire a rendere migliore la sua terra,lottando contro chi da troppo tempo soffoca ogni forma di giustizia e di legalità e ci costringe a vivere in condizioni di miseria e di paura. Poteva essere la giornata per ricordare quanti stanno sacrificando la loro vita,”mettendoci la faccia” e sono per questo costretti a vivere sotto scorta o lontani dalla propria terra,nella paura o comunque nella solitudine. Non è un caso che abbiamo deciso di pubblicare questo articolo oggi,per ricordare Don Peppe Diana. Tra oggi e domani oltre quattro milioni di campani saranno chiamati alle urne ed è di queste ore il susseguirsi di notizie e di timori su presunti o possibili brogli e compravendite di voti,ad opera della camorra e non solo. Roberto Saviano ha dichiarato che per garantire il voto in Campania sarebbero necessari gli ispettori del l’ONU. Il prefetto Alessandro Pansa ha affermato che c’è il “rischio che il voto sia inquinato dai clan”. Una storia vecchia in Campania come in tutto il sud. L’appello che sorge spontaneo ai campani è quello di cambiare pagina,e nel dire questo non mi riferisco a nessun partito in particolare,né di destra né di sinistra né centro,ma intendo dire diciamo basata alla vecchia politica,diciamo basta a tutti coloro che per anni hanno comprato voti o promesso in cambio del voto favori e posti politici e di lavoro,diciamo basta alla criminalità e all’illegalità ed è così che potremmo dare un primo colpo alla camorra. Il nostro voto può significare tanto e queste votazioni possono essere il momento per dire basta e voltare pagina. Mettere in atto tutto questo è oggettivamente molto difficile,soprattutto per chi vive in determinati contesti e in condizioni di estrema povertà e di disagio,ma solo con il nostro impegno concreto riusciremo a smuovere qualcosa e forse a cambiare le cose,come Don Peppe Diana ci insegna. Per ricordare Don Peppe Diana proponiamo il testo della lettera che egli fece affiggere alle porte della sua parrocchia e di molte altre chiese del casertano per la quale,insieme a tante altre iniziative contro la Camorra, fu ucciso.
“PER AMORE DEL MIO POPOLO”
Siamo preoccupati
Assistiamo impotenti al dolore di tante famiglie che vedono i loro figli finire miseramente vittime o mandanti delle organizzazioni della camorra. Come battezzati in Cristo, come pastori della Forania di Casal di Principe ci sentiamo investiti in pieno della nostra responsabilità di essere “segno di contraddizione”.Coscienti che come chiesa “dobbiamo educare con la parola e la testimonianza di vita alla prima beatitudine del Vangelo che é la povertà, come distacco dalla ricerca del superfluo, da ogni ambiguo compromesso o ingiusto privilegio, come servizio sino al dono di sé, come esperienza generosamente vissuta di solidarietà”.
La Camorra
La Camorra oggi é una forma di terrorismo che incute paura, impone le sue leggi e tenta di diventare componente endemica nella società campana. I camorristi impongono con la violenza, armi in pugno, regole inaccettabili: estorsioni che hanno visto le nostre zone diventare sempre più aree sussidiate, assistite senza alcuna autonoma capacità di sviluppo; tangenti al venti per cento e oltre sui lavori edili, che scoraggerebbero l’imprenditore più temerario; traffici illeciti per l’acquisto e lo spaccio delle sostanze stupefacenti il cui uso produce a schiere giovani emarginati, e manovalanza a disposizione delle organizzazioni criminali; scontri tra diverse fazioni che si abbattono come veri flagelli devastatori sulle famiglie delle nostre zone; esempi negativi per tutta la fascia adolescenziale della popolazione, veri e propri laboratori di violenza e del crimine organizzato.
Precise responsabilità politiche
E’ oramai chiaro che il disfacimento delle istituzioni civili ha consentito l’infiltrazione del potere camorristico a tutti i livelli. La Camorra riempie un vuoto di potere dello Stato che nelle amministrazioni periferiche é caratterizzato da corruzione, lungaggini e favoritismi. La Camorra rappresenta uno Stato deviante parallelo rispetto a quello ufficiale, privo però di burocrazia e d’intermediari che sono la piaga dello Stato legale. L’inefficienza delle politiche occupazionali, della sanità, ecc; non possono che creare sfiducia negli abitanti dei nostri paesi; un preoccupato senso di rischio che si va facendo più forte ogni giorno che passa, l’inadeguata tutela dei legittimi interessi e diritti dei liberi cittadini; le carenze anche della nostra azione pastorale ci devono convincere che l’Azione di tutta la Chiesa deve farsi più tagliente e meno neutrale per permettere alle parrocchie di riscoprire quegli spazi per una “ministerialità” di liberazione, di promozione umana e di servizio. Forse le nostre comunità avranno bisogno di nuovi modelli di comportamento: certamente di realtà, di testimonianze, di esempi, per essere credibili.
Impegno dei cristiani
Il nostro impegno profetico di denuncia non deve e non può venire meno. Dio ci chiama ad essere profeti. - Il Profeta fa da sentinella: vede l’ingiustizia, la denuncia e richiama il progetto originario di Dio (Ezechiele 3,16-18); - Il Profeta ricorda il passato e se ne serve per cogliere nel presente il nuovo (Isaia 43); -Il Profeta invita a vivere e lui stesso vive, la Solidarietà nella sofferenza (Genesi 8,18-23);
- Il Profeta indica come prioritaria la via della giustizia (Geremia 22,3 -Isaia 5)Coscienti che “il nostro aiuto é nel nome del Signore” come credenti in Gesù Cristo il quale “al finir della notte si ritirava sul monte a pregare” riaffermiamo il valore anticipatorio della Preghiera che é la fonte della nostra Speranza.
Appello
Le nostre “Chiese hanno, oggi, urgente bisogno di indicazioni articolate per impostare coraggiosi piani pastorali, aderenti alla nuova realtà; in particolare dovranno farsi promotrici di serie analisi sul piano culturale, politico ed economico coinvolgendo in ciò gli intellettuali finora troppo assenti da queste piaghe”Ai preti nostri pastori e confratelli chiediamo di parlare chiaro nelle omelie ed in tutte quelle occasioni in cui si richiede una testimonianza coraggiosa;Alla Chiesa che non rinunci al suo ruolo “profetico” affinché gli strumenti della denuncia e dell’annuncio si concretizzino nella capacità di produrre nuova coscienza nel segno della giustizia, della solidarietà, dei valori etici e civili (Lam. 3,17-26).Tra qualche anno, non vorremmo batterci il petto colpevoli e dire con Geremia “Siamo rimasti lontani dalla pace… abbiamo dimenticato il benessere… La continua esperienza del nostro incerto vagare, in alto ed in basso,… dal nostro penoso disorientamento circa quello che bisogna decidere e fare… sono come assenzio e veleno”.

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