sabato 20 giugno 2009

Estate nella melma

Mare verde, sabbia inquinata, odore di fogna. Il mare si presenta così nella quasi totalità delle zone costiere a Nord della Campania. Gli ultimi tratti di spiaggia in condizioni ancora "accettabili" sono stati cancellati dalla definitiva rottura del depuratore di Cuma, da 20 anni incapace di ridare alla coste del Litorale Flegreo un minimo di balneabilità. Eppure in Campania sono ben 6 i depuratori: Cuma, Acerra, Villa Literno, Succivo, Marcianise e Orta di Atella. Inutile dire che, a guardare la qualità delle acque marine, nessuno di questi impianti fa il suo dovere in quanto, oltre ad essere pregiudicata per motivi tecnici la funzionalità, numerosi Comuni della zona non sono allacciati ai collettori dei depuratori e sversano tutti i liquami in mare aperto. I Regi Lagni in particolare, oggetto di scarichi indiscriminati anche da parte delle organizzazioni criminali, sono un qualcosa di indescrivibile.

Qui siamo a San Giovanni a Teduccio, quartiere napoletano ad Est della città. Questo piccolo tratto di spiaggia è sovente frequentato dai residenti, costretti a farsi il bagno in un'area dove il Comune ha posto un cartello con la scritta "Divieto di balneazione". Chiusa tra vecchi impianti industriali ad Ovest e dalla centrale a turbogas di Vigliena ad Est, la spiaggetta soffre degli scarichi fognari effettuati nel porto di Napoli e in altri punti della fascia costiera vesuviana.

Legambiente ha rinconfermato il pessimo primato della Campania per coste non balneabili. La Provincia di Caserta, in particolare, ha il 65% di costa inquinata mentre la Provincia di Napoli il 17% e la Provincia di Salerno il 7%. Il rapporto, stilato alcuni mesi fa, non tiene conto però del recente danno causato dal malfunzionamento cronico del depuratore di Cuma e dal conseguente divieto di balneazione emesso dal sindaco di Monte di Procida per Miliscola e Miseno, frequentatissime durante i mesi di luglio e agosto dai giovani provenienti da tutta la Provincia.

L'unico mare apprezzabile è quello di Sorrento, Capri, della costiera amalfitana e delle isole di Ischia e Procida. Ma i prezzi divenuti ormai proibitivi per il trasporto marittimo (8 euro a persona per un biglietto solo andata del traghetto Caremar da Napoli) hanno trasformato le isole in posti d'èlite, dove si è preferito puntare ad un turismo straniero o proveniente per lo più da yacht e barche da vela. In altre parole i Napoletani dove diamine debbono andare per farsi un bagno decente, visto che anche Via Caracciolo e Mergellina diventano spesso talmente inquinate da non potersi tuffare a mare? Perchè i depuratori, gestiti in maggioranza da Hydrogest Campania Spa, non fanno il loro dovere. Cosa c'è dietro?

Nessun commento:

Posta un commento

Chiunque può liberamente inserire un commento. Insulti o sproloqui vari verranno immediatamente cancellati.