sabato 11 luglio 2009

Campania: prove per il nucleare


Pasta alla carbonara, pennette all'amatriciana e la commozione di Michelle, la cara consorte di Obama, alla vista delle rovine dell'Aquila. E poi il confronto mediatico con Carla Bruni, colpevole di non essersi presentata al G8 insieme al marito e presidente francese Sarkozy. La filippica di Silvio Berlusconi nei confronti della stampa italiana, che a suo dire non è riuscita a rovinare l'Italia con campagne denigratorie e menzognere. Le promesse sul clima, i decreti, il silenzio dei giornalisti e dei politici sulla sanguinosa repressione della rivolta in Cina, sebbene i numeri (si parla di 156 morti ufficiali, 400 ufficiosi) siano di gran lunga maggiori rispetto alla presunta rivoluzione che sta investendo l'Iran. Il decreto sullo Sviluppo è passato. La class action è stata approvata per il 2010 e svuotata dall'interno, impedendo la retroattività dell'azione e soprattutto la possibilità di attuarla in collettivo. In pratica diventa un corpo morto, perdendo la ragione stessa per cui è stata creata. Ma è il nucleare il punto centrale del decreto. Sei mesi di tempo per individuare i siti d'insediamento delle centrali e i depositi di rifiuti radioattivi: le prime Regioni individuate sarebbero il Veneto e la Sicilia. Ma il governo potrà invocare il Segreto di Stato in nome di una presunta sicurezza nazionale, che non è altro che una misura per proteggersi dalle proteste delle popolazioni locali. Cosa farà dunque Berlusconi con le comunità locali? Utilizzerà l'esercito come già fatto in Campania (il decreto legge stabilisce "siti d'interesse strategico nazionale"), in nome di un'emergenza nazionale da affidare di nuovo ad Action Man, alias Guido Bertolaso? Mobiliterà le proprie televisioni per convincere gli Italiani "bigotti e tradizionalisti" che il nucleare è una soluzione necessaria e moderna? Piazzare centrali nucleari al giorno d'oggi è forse la più insensata delle idee avute dal governo di centrodestra. Cinque miliardi di euro per costruirne una, ne dovranno essere ben cinque (senza contare i costi di manutenzione). L'uranio è in via d'esaurimento, dovremmo importarlo da altre nazioni, ecco perchè gli accordi con la Francia sullo sfruttamento intensivo delle ultime redditizie miniere nei Paesi Africani (ecco l'ipocrisia del G8 sui diritti umani in Africa). Pagheremo cifre enormi, per giunta in tempo di crisi e di aumento del debito pubblico. A quali imprese verrà affidata la costruzione delle centrali? Alle solite ditte in odor di mafia? Non basta costruirli gli impianti, bisogna anche saperli gestire correttamente senza provocare il più minimo incidente, e il loro ciclo di vita è limitato. Imbottiremo i territori della Basilicata, le campagne della Campania e le pianure della Puglia di rifiuti nucleari? Alimenteremo ancora il traffico di rifiuti tossici? In altre parole, che garanzia dà il nostro malato sistema economico, invaso dai capitali mafiosi di cui non può fare più a meno? Ma gli Italiani non avevano abolito il nucleare con un referendum nel 1986? Perchè Berlusconi può fregarsene del voto popolare millantando un appoggio prima dell'80%, poi del 64%, poi del 72% quando le elezioni europee hanno segnalato un vistoso calo dei consensi per il suo partito? Tantissime domande che hanno in sè già la risposta.

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