martedì 7 luglio 2009

Lo scandalo dei depuratori campani

In seguito all'emergenza inquinamento che ha coinvolto i nostri litorali, la Regione Campania si è affidata ad una ditta, la ASTIR Spa, ex Recam, per bonificare i territori contaminati.

Ma la Recam ebbe già una volta tale incarico e dimostrò di essere un'impresa fraudolenta e corrotta. Un anno fa gli uffici al Centro Direzionale di suddetta ditta, ora ASTIR Spa, furono bruciati in circostanze mai del tutto chiarite. Ultimamente però si è scoperto che tale ditta aveva dato dei soldi al clan Belforte per lo smaltimento dei rifiuti invece di avviare un ciclo virtuoso delle bonifiche: la magistratura ha inviato avvisi di garanzia a 44 persone, emesse 11 ordinanze di custodia cautelare, fra cui 2 imprenditori coinvolti, Pasquale Di Giovanni e Giuseppe Buttone, resisi però latitanti. I reati contestati dalla Procura agli indagati sono: asso­ciazione per delinquere di stampo ca­morristico, traffico illecito organizzato di rifiuti e truffa aggravata ai danni di ente pubblico, riciclaggio e reimpiego di capitali di provenienza illecita, estor­sione. Inoltre il depuratore di Marcianise, quello che insieme al depuratore di Cuma ha distrutto le coste del Litorale Domizio e Flegreo, è stato utilizzato sempre dal clan Belforte per smaltire 17 milioni di tonnellate di fanghi industriali mescolati col cemento, per poi essere riutilizzati nell’edilizia dall'impresa Ecoriciclo. Tale cemento è stato poi rivenduto alle imprese di tutta Italia.

I depuratori non funzionano dunque per questi semplici motivi:

  • i fanghi industriali prodotti dai depuratori vengono utilizzati per tenere in piedi il traffico di rifiuti tossici da parte dei clan o anche di imprese non necessariamente collegate alla camorra. Tempo fa vi furono degli arresti in 4 dei 5 depuratori campani, fra cui quello di Cuma, in quanto i fanghi venivano spacciati per concime nei territori di Avellino, Benevento e di Foggia. Infatti, per chi non lo sapesse, i depuratori sono sotto sequestro della magistratura, ma vengono lasciati "operare" per non bloccare la depurazione delle acque fognarie.
  • l’inquinamento costiero favorisce la costruzione di piscine a pagamento negli stabilimenti balneari dell’area domizia in mano alla camorra, area ultimamente in pieno fermento edilizio sotto questo punto di vista, specialmente al Fusaro.

Riaffidano nuovamente all’ex Recam un lavoro così delicato come la bonifica dei territori tramite i fondi europei! Cose che solo in Italia possono succedere.

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