domenica 5 luglio 2009

Il giocattolo Italia

Corruzione, sperpero di denaro pubblico, complicità mafia-politica-economia. Gli Italiani non hanno più alcuna fiducia nelle istituzioni italiane, e non a torto. Bisogna conoscere i nomi, i meccanismi, cosa c’è dietro ad ogni azione del governo che non è mai quella sbandierata dai mass media. E stare sempre all’erta, anche quando tutto appare marcio e la rassegnazione è forte.

In buona parte degli Italiani vi è un senso di distruzione ed autodistruzione, di un irrefrenabile desiderio di fare a pezzi le nostre istituzioni e gli uomini che le rappresentano. Desiderio più che legittimo. Tuttavia i politici, che hanno colonizzato le trasmissioni televisive, si sforzano di far credere che tale desiderio distruttivo sia in realtà connaturato al carattere tipicamente italiano, richiamando più volte l’obsoleta citazione che "fatta l’Italia, bisogna fare gli Italiani". Ed invece tale desiderio nasce dall’imperante corruzione che domina nella società italiana, nasce come istintiva reazione alla vista di tanto marciume, che oramai coinvolge ogni costola del vivere civile, e crea quella sensazione di assuefazione agli scandali del potere che si è instaurata nel Paese. I politicanti la chiamano antipolitica, con piglio superbo e arrogante, come se la Casta possa ancora esercitare una qualche forma di vera politica, che non è più tale ma è solo un intrallazzo pazzesco, volontariamente tenuta distante dai reali bisogni delle persone.

Dal dopoguerra in poi l’Italia è stata una polveriera politica e sociale. Ci ritroviamo oggi a dover constatare che la Seconda Repubblica, più che essere una nuova fase di rinascita, è stata semplicemente un parto della Prima Repubblica dopo Tangentopoli, la continuazione di quel progetto eversivo che più volte si era cercato di attuare in passato, ad esempio col Piano Solo o col Golpe Borghese. L’unico modo per smettere di vedere tutto marcio e di dire non senza aver ragione: "Sono tutti collusi" è conoscere con esattezza le cose, essere informati correttamente, e non essere quotidianamente stonati da altisonanti pennivendoli del potere. Dunque vogliamo i nomi. Vogliamo sapere le logiche e gli interessi nascosti dietro il paravento politico italiano. Vogliamo conoscere il famigerato "sistema" che regola le nostre vite. Vogliamo conoscere le trame nascoste e in che modo la nostra storia passata sta influendo sulle dinamiche odierne. E’ da diversi anni che in Parlamento sta avvenendo il contrario di quello che dovrebbe avvenire, il contrario di quello che prevede la Carta Costituzionale. Perfino il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è visto costretto a dire no al ddl intercettazioni voluto da Berlusconi e dal suo guardasigilli Angelino Alfano, altresì detto "Croce Napoli" per le sue "illustri" frequentazioni in quel di Sicilia. Il richiamo di Napolitano sa non tanto di "efficiente vigilanza istituzionale", ma di "ultimo rigurgito istituzionale" prima della definitiva sopraffazione.
E l’istruzione? La tanto discussa riforma Gelmini, che non è altro che un modo come un altro per coprire i tagli alla scuola e dare il via libera al ddl Aprea? Quando scesero centinaia di migliaia di studenti in piazza, quando si minacciò di utilizzare le forze dell’ordine per sgombrare le scuole occupate (troppo anche per Berlusconi), tutto per conseguire un solo scopo: la privatizzazione. Ma come conciliare la privatizzazione di fronte alla potenza e alla ricchezza raggiunta dalle mafie in Italia? Semplice: si usa il debito pubblico come arma, come pretesto, tanto in fondo lo sanno tutti che non è più possibile colmarlo. E poi, secondo la legge Tremonti, anche l’acqua, entro il 2010, dovrà essere privata. Anni di lotte per il diritto all’acqua pubblica stanno per essere vanificati dall’azione del governo e dalle holding che premono su di esso.

Chi ha permesso tutto ciò? Chi ancora sta permettendo tutto ciò? Vogliamo sapere i nomi. I nomi! Vogliamo sapere da chi e perchè vengono tenuti in vita tutti quegli uomini che siedono in Parlamento, uomini come Giulio Andreotti, Paolo Cirino Pomicino, Umberto Bossi, Totò Cuffaro. Con cosa è stata barattata la loro sopravvivenza politica? Perchè le ronde, perchè i militari nelle strade, perchè esasperare quel senso di insicurezza quando la vera grande minaccia criminale è rappresentata dalle mafie e di certo non dal lavavetri o dal clochard, la cui unica colpa è cercare un posto per dormire e sopravvivere? Qual è il progetto? Rievocare il piano di Rinascita Democratica della P2 può servire nel contesto odierno? I tempi cambiano e anche le strategie della classe politica, ma gli obiettivi rimangono sempre gli stessi.

Non è più dunque una questione ideologica. La tanto strumentalizzata questione ideologica, quella che fece il gioco della DC durante gli anni della "strategia della tensione". Non è vero che al giorno d’oggi siamo al riparo dalla dittatura: essa può tornare in ogni momento, magari sotto altre forme, ma non è detto che siamo completamente al sicuro. Dopo il via libera definitivo al pacchetto sicurezza, dopo il ddl intercettazioni, dopo la separazione delle carriere dei giudici, cosa accadrà? Che futuro promette questo governo all’Italia?
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Omissis...
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